29 OTTOBRE 2013 GIORNATA MONDIALE CONTRO L’ICTUS CEREBRALE
Importanti novità scientifiche al
centro di questa edizione:
o
Il Guanto
robotico per la riabilitazione a domicilio
o
Il
Trattamento chirurgico alternativo alla trombolisi
o
La
Centralità delle Stroke Unit
Ad ottobre iniziative di
informazione su tutto il territorio e dal 21 al 29 screening gratuiti della
pressione e della fibrillazione atriale in oltre 3000 farmacie
italiane.
COMUNICATO STAMPA
Roma, 23 ottobre
2013 – A.L.I.Ce. Italia Onlus, Associazione per la
Lotta all’Ictus Cerebrale, si appresta a celebrare, il prossimo 29
ottobre, la IX Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale
patologia grave e invalidante che colpisce ogni anno circa 200.000 persone
solo in Italia ed è la seconda causa di morte nel mondo dopo l’infarto (dati
OMS).
Per una maggiore
informazione sui fattori di rischio, A.L.I.Ce. Italia Onlus promuove, dal
21 al 29 ottobre, in oltre 3.000 farmacie italiane, il
controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale,
anomalia del ritmo cardiaco che colpisce 1 ultracinquantacinquenne su 4 e
principale fattore di rischio per l’ictus.
In occasione di
questa nona edizione, A.L.I.Ce. Italia Onlus si fa portatrice di buone notizie
che arrivano dalla ricerca scientifica, lanciando SCRIPT (Supervised Care
and Rehabilitation Involving Personal Tele-Robotics), il primo guanto
robotico per la tele-riabilitazione del polso e della mano dei pazienti colpiti
da ictus cerebrale
Questo guanto è
l’unione tra un trattamento robotico ed un videogioco, che il paziente dovrà
utilizzare per svolgere compiti motori da effettuare con la mano, il polso, il
gomito e la spalla singolarmente oppure in maniera coordinata tra loro. Il
Dottor Patrizio Sale, responsabile clinico della sperimentazione, spiega
che “di recente la letteratura scientifica internazionale ha evidenziato come
l’uso di giochi e di esercizi divertenti porti a risultati più
soddisfacenti in termini di recupero funzionale dei soggetti colpiti
da ictus”.
Il paziente non
deve più uscire per andare in un centro specializzato ad un orario prestabilito
per effettuare le sedute di riabilitazione, ma può eseguire gli esercizi a
casa nel tempo libero. La comodità per il paziente non esclude comunque il
controllo da parte dei medici che possono seguire, utilizzando una piattaforma
web, i trattamenti prescritti, con la possibilità di assegnare esercizi sempre
più complessi finalizzati ad un miglior recupero dell’arto
superiore.
Il progetto è stato
realizzato da tre partner clinici: il Roessingh Research and Development (RRD)
in Olanda, l’Università di Sheffield del Regno Unito e, in Italia, dall’Ircss
San Raffaele Pisana di Roma, in collaborazione con A.L.I.Ce. Italia
Onlus.
Negli
ultimi anni si è assistito ad una rapida evoluzione delle tecniche a
disposizione dei neuroradiologi interventisti per la rimozione dei
coaguli e per il ripristino del flusso sanguigno all’interno
dell’arteria. “Nel caso in cui il trattamento farmacologico non fosse
efficace – ha spiegato Domenico Inzitari, Professore in
Neurologia presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche
dell’Università di Firenze -
è possibile effettuare un intervento per via endovascolare: con una
piccola rete metallica (Stent) portata da un micro catetere fino a dentro
il cervello, si può intrappolare ed asportare il coagulo ridando ossigeno al
tessuto cerebrale colpito ed evitandone la distruzione. Gli ultimi studi
pubblicati hanno dimostrato una capacità di riapertura dell’arteria occlusa in
più dell’80% dei casi, anche se a questa elevata percentuale di successo non
corrisponde sempre un buon risultato clinico (che si attesta tra il 50% e il
60%). Questa discrepanza – sottolinea il Professore - è legata principalmente al
fattore tempo: più precocemente avviene la riapertura del vaso
sanguigno (entro le 6 ore dall’insorgenza dei sintomi), più alta è la
probabilità di ottenere anche un buon risultato
clinico.
La Giornata
Mondiale è anche l’occasione per ribadire l’importanza non solo della
conoscenza dei sintomi ma anche e soprattutto della diagnosi precoce e
dell’intervento tempestivo. Il numero degli ictus potrebbe essere
notevolmente diminuito così come potrebbero essere drasticamente ridotti gli
effetti invalidanti dell’ictus se il paziente colpito da ictus arrivasse
prestissimo in ospedale e venisse curato presso le Stroke Unit (Unità
di Emergenza Ictus). Sono solo queste strutture, infatti, che coordinano gli
interventi della fase acuta e assicurano la migliore assistenza al paziente
colpito da ictus e che possono consentire a circa un terzo delle persone
colpite di guarire completamente, mentre ad un altro 50% di tornare a
casa in buone condizioni funzionali. Lo stesso vale per i pazienti colpiti da
ictus emorragico per i quali il trattamento presso strutture dedicate, con
personale specificamente addestrato, può fare la differenza fra la vita e la
morte.
“Purtroppo le
Stroke Unit nel nostro Paese non sono ancora diffuse in maniera capillare,
come dovrebbero. Su un totale stimato di oltre 350, ne risultano operative
meno di 160, concentrate principalmente nel Nord Italia: nel Meridione si
muore più di Ictus Cerebrale che di infarto del miocardio proprio perché le
Unità di Emergenza Ictus sono quasi assenti” denuncia l’Ing. Paolo
Binelli, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus.
Ogni
sei secondi, nel mondo, una persona viene colpita da Ictus,
indipendentemente dall’età o dal sesso.
Nel
nostro Paese si verificano oltre 200.000 casi di Ictus ogni anno e ben 930.000
persone ne portano le conseguenze invalidanti.
L’ictus
è responsabile di più morti ogni anno di quelli attribuiti all’Aids, tubercolosi
e malaria messi insieme.
In
Italia, e in tutto il mondo occidentale, è causa del 10-12% di tutti i decessi
per anno, rappresentando la
prima
causa d’invalidità e la seconda causa di demenza con perdita
dell’autosufficienza.
A.L.I.Ce.
Italia-Onlus è una Federazione
di 20 Associazioni regionali di volontariato
che ha tra i propri obiettivi statutari: diffondere l’informazione sulla
curabilità della malattia; facilitare l’informazione per un tempestivo
riconoscimento dei primi sintomi come delle condizioni che ne favoriscono
l’insorgenza; sollecitare gli addetti alla programmazione sanitaria
affinché provvedano ad istituire centri specializzati per la prevenzione, la
diagnosi, la cura e la riabilitazione delle persone colpite da ictus e ad
attuare progetti concreti di screening; tutelare il diritto dei pazienti
ad avere su tutto il territorio nazionale livelli di assistenza, uniformi ed
omogenei.
A.L.I.Ce. Italia
Onlus è, inoltre, membro della World Stroke Organization (WSO) e di
SAFE, Stroke Alliance for Europe, organizzazione che riunisce 20
Associazioni di pazienti colpiti da ictus di 17 Paesi europei e che ha diffuso
le linee guida per la prevenzione e una migliore cura dell’ictus in un documento
rivolto al Parlamento europeo e a tutti i governi
dell’Unione.
L’elenco delle
farmacie aderenti e delle iniziative previste sarà inserito sul sito www.aliceitalia.org
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