SANITÀ: UN MALATO CRONICO CURATO DI MENO COSTA DI PIÙ

Monito di Egidio Archero, Presidente FAND-Associazione italiana diabetici, sull'ipotesi di rinuncia a 2 miliardi di aumento del Fsn 2015

Milano, 2 febbraio 2015 - "Che la rinuncia delle Regioni ai 2 miliardi di aumento del Fondo sanitario nazionale 2015 non si traduca in nuovi tagli di servizi al cittadino, che penalizzino i malati cronici come le persone con diabete." È l'auspicio e il monito di Egidio Archero, Presidente nazionale FAND-Associazione italiana diabetici, davanti alle prospettive che sembrano emergere dalle discussioni tra Governo e Regioni sui tagli previsti dalla Legge di stabilità.

"Troppe volte - sottolinea Archero - a fare le spese delle riduzioni di risorse sono i cittadini più fragili, quali coloro che soffrono di malattie croniche e che necessitano di assistenza e cure continue. Troppe volte i nostri amministratori dimenticano che non è tagliando i servizi sanitari che si operano risparmi. Un malato cronico curato di meno costa di più. È un'osservazione che emerge da tutti gli studi scientifici e di economia sanitaria, e pare incredibile che ci sia ancora qualcuno che sembra ignorarlo. Si riducano gli sprechi, che purtroppo sono tanti, come nel caso della distribuzione delle striscette e dei pungidito per la misurazione domiciliare della glicemia, in cui ci si ostina a concedere periodicamente, a categorie ben definite di persone con diabete, uno stesso, limitato numero di questi presidi, senza considerare che i fabbisogni sono diversi da persona a persona, da diabete a diabete. Fornire a tutti, indistintamente, gli stessi quantitativi ingenera da una parte sprechi inutili e dall'altra carenze drammatiche, come quella recentemente denunciata dal padre di un bimbo umbro e da FAND. Se, ad esempio, si adottasse un prezzo nazionale ponderato di rimborso per questi presidi, il Servizio sanitario nazionale e le regioni otterrebbero risparmi certi di oltre cento milioni di euro all'anno."
"Ci confortano le parole del sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, circa la necessità di tutelare le fasce più deboli e sul fatto che il Governo non vuole che si incida sulle prestazioni. Vogliamo crederci", conclude Archero.

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