OCCHI: DOVE STA ANDANDO L’OCULISTICA ITALIANA?
Il 16º Congresso Internazionale SOI sarà un’occasione
per tutti gli oftalmologi italiani per confrontarsi con i colleghi che
provengono dall’estero in tema di nuovi farmaci, aggiornamenti tecnologici per
la chirurgia e buone pratiche per l’organizzazione dell’assistenza. Senza
dimenticare le difficoltà e i ritardi che vive l’oculistica nel nostro Paese,
soprattutto nel pubblico, e la necessità di diffondere l’abitudine alle visite
periodiche per salvaguardare la vista.
A colloquio con
Matteo Piovella, Presidente SOI
Milano, 8
maggio 2018- Da una parte un mondo in perenne mutamento, che
propone tecnologie e terapie mediche sempre nuove. Dall’altra un panorama
italiano sempre più in difficoltà per le annose questioni della mancanza di
risorse delle strutture pubbliche. In questo paradosso si devono muovere gli
oculisti italiani che si riuniranno a Milano, dal 16 al 19 maggio
(MiCom-Milano) prossimi per il 16° Congresso Internazionale della Società
Oftalmologica Italiana (SOI).
“Uno dei due
congressi SOI dell’anno è un’occasione per tutti i colleghi per aprirsi al
contesto internazionale: il confronto con gli Stati Uniti, il Giappone e con
gli stati più avanzati d’Europa è sempre stato un momento importante per la
nostra specialità”, ha sottolineato Matteo Piovella, presidente della SOI, per
illustrare i temi dell’edizione di quest’anno. “Rispetto al passato però le
cose sono molto cambiate: se prima potevamo dire a ragione di essere
all’avanguardia, da alcuni anni le migliori tecnologie non sono disponibili
negli ospedali pubblici e il paziente è obbligato a rivolgersi al privato”.
Stiamo parlando
dell’intervento di cataratta che da alcuni anni può essere l’occasione
per correggere i più importanti difetti di vista da lontano – la miopia,
l’astigmatismo e l’ipermetropia – e da vicino, la presbiopia. Questo
avanzamento è dovuto alla diponibilità di lenti
multifocali di nuova generazione : sono
le Trifocali e le EDOF.
“Su 600.000
cataratte che facciamo ogni anno, quelle con cristallini di nuova generazione
multifocali sono solo 6000, cioè l’1 per cento, e nessuna nel pubblico: per
confronto, in altri Paesi come la Germania sono ormai al 15 per cento del
totale”, ha aggiunto Piovella. “Questo, come ho ripetuto più volte, è primariamente
un problema di risorse finanziarie; per l’intervento di cataratta, il Sistema
sanitario nazionale rimborsa circa 800 euro, contro i 3000 che vengono
rimborsati in Germania: si può ben capire che, finché permane questa
situazione, la possibilità di operarsi con le nuove metodiche sarà sempre
preclusa ai pazienti che si rivolgono agli ospedali pubblici”.
E non è solo un
problema di risorse finanziarie e di tecnologie, ma anche di organizzazione
sanitaria e competenze dei chirurghi. Perché l’intervento con le lenti multifocali implica una serie di procedure di
valutazione del paziente e di preparazione all’operazione, che sono molto diverse da quelle tradizionali adottate
normalmente.
“In qualità di Presidente SOI da anni mi sono attivato istituzionalmente
per fare adottare le nuove tecnologie
negli ospedali. Per questo SOI è nella condizione
di dover organizzare un documento per indicare ai colleghi i
corretti adempimenti quando saranno
disponibili le nuove tecnologie negli ospedali pubblici”, ha sottolineato
Piovella. “Questo perché nel nostro Paese siamo rimasti indietro di almeno 10
anni, e non esistono più adeguate esperienze cliniche
dedicate ; questa è la situazione e per questo
SOI agisce per sostenere il necessario
cambiamento ”.
Anche in altri
specifici campi gli avanzamenti hanno portato notevoli benefici per i pazienti.
Prima fra tutti la nuova tecnica SMILE per la chirurgia refrattiva (cioè
per l’intervento di correzione dei difetti visivi).
“La SMILE ha
rappresentato un vero avanzamento per la chirurgia refrattiva; oggi è prevalentemente dedicata alla correzione della
miopia .Si tratta di una tecnica laser controllata da un computer che,
con una precisione straordinaria, disegna all’interno della cornea un lenticolo
cioè una piccola lente centrale, separata dal tessuto circostante, che viene
successivamente rimossa dal chirurgo”, ha spiegato Piovella. “In sostanza
l’intervento consiste nell’estrarre una parte di tessuto corneale, senza ablare la cornea, come
quando si utilizza il laser ad eccimeri , evitando
per questo la presenza di cicatrici corneali postoperatorie significative.:
i risultati per il paziente sono ottimi”.
Sul fronte del trattamento
del glaucoma, sta diffondendosi negli
Stati Uniti l’Utilizzo degli stent.
“Si tratta di
piccoli tubicini metallici che vengono
inseriti chirurgicamente a livello del trabecolo
dell’occhio in modo da creare un bypass per l’umor acqueo, e abbassare
così la pressione intraoculare che è all’origine del danno al nervo ottico”, ha
precisato Piovella. In sintesi mettono in
comunicazione l’interno dell’occhio con la parte esterna sotto la congiuntiva
dove scaricano parte dei liquidi in eccesso che causano un aumento della
pressione oculare.
Nel caso della degenerazione
maculare si deve procedere speditamente per
allargare l’accesso alle terapie a base di iniezioni intravitreali di anti-VEGF.
“I tanto attesi
risultati sui farmaci di seconda e terza generazione si
fanno ancora desiderare”, ha commentato Piovella. “Lamentiamo nel nostro
paese ancora un problema organizzativo, dovuto alla ‘ghettizzazione’ di questi
farmaci nella fascia H, cioè nella prescrizione e nella somministrazione
ospedaliera; questo fa sì che in un anno in Italia si fanno circa 300.000
iniezioni, cioè un terzo di quelle che si praticano in Germania, in Francia o
in Inghilterra che sono le nazioni con cui ci confrontiamo: su questo fronte
continueremo come SOI a fare pressioni perché i vincoli vengano tolt e la rterapia liberalizzata a vantaggio di tutti quanti ne
hanno diritto.
Nella
degenerazione maculare è fondamentale la prevenzione. Per questo, è sicuramente
da valutare positivamente la commercializzazione di un collirio in grado di
schermare l’occhio dai raggi UV-A e dalla luce blu, tra i fattori ambientali di
rischio per le maculopatie.
“In un paese
come il nostro, in cui non c’è una cultura di protezione dell’occhio dal sole,
possono essere sicuramente utili, soprattutto nelle persone che per altre
condizioni sono obbligate ad applicare un collirio: senza cambiare le proprie abitudini,
danno una protezione in più”, ha sottolineato Piovella.
Al di là di
tutte le novità, per il Presidente SOI è doveroso ricordare come la salute
della vista si preserva seguendo semplici regole di comportamento, come fare
una visita oculistica periodica. Iniziando dai più piccoli. “Stiamo lottando,
anche con la Fondazione Insieme per la vista per superare un vecchio approccio
di screening della vista dei bambini piccoli, e arrivare a una visita oculistica completa, che possa valutare tutti gli aspetti della salute dell’occhio”, ha concluso
Piovella. Stiamo infatti sostenendo la
Fondazione con una campagna di sensibilizzazione sulle reti televisive, stampa,
e web per promuovere l’informazione, “perché – spiace doverlo ricordare – ma
molte persone si stupiscono che al giorno d’oggi si possa ancora perdere la
vista, come se la cecità fosse una tragica eventualità del passato, ormai
dimenticata: i controlli periodici da uno specialista sono l’arma più preziosa
per arrivare in tempo e salvare la vista”.
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