Nuovi dati su nintedanib ne dimostrano il beneficio e la sicurezza mantenuti nel lungo termine per i pazienti con fibrosi polmonare idiopatica
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Risultati ad interim
indicano benefici a lungo termine con variazioni annue costanti della
capacità vitale forzata, nei pazienti trattati con nintedanib negli studi
INPULSIS® e INPULSIS®-ON su un periodo fino a 3 anni
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Il trattamento a lungo
termine sino a 51 mesi ha dimostrato un profilo di sicurezza e tollerabilità
maneggevole, senza nuovi segnali sulla sicurezza da segnalare
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Ulteriori analisi di
INPULSIS® dimostrano che nintedanib rallenta la progressione della malattia,
indipendentemente dalla compromissione fisiologica al basale, rilevata con
diversi test di funzionalità polmonare
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Ingelheim/Londra,
7 settembre 2016 – Boehringer Ingelheim ha presentato 8
abstract in ambito di fibrosi polmonare idiopatica all’edizione 2016 del
Congresso Internazionale della European Respiratory Society (ERS), tra cui
nuovi risultati ad interim dello studio di estensione INPULSIS®-ON, che valuta
il trattamento a lungo termine con nintedanib. I risultati dimostrano che, nel
lungo termine, nintedanib è efficace nel rallentare la progressione della
malattia in pazienti con fibrosi polmonare idiopatica (IPF) con effetti
collaterali gestibili, e sono in linea con quelli precedentemente ottenuti
negli studi INPULSIS®. La fibrosi polmonare idiopatica è una malattia
polmonare cronica, invalidante, con esito infausto ad alta mortalità, con
un’aspettativa mediana di sopravvivenza di circa 2-3 anni dalla diagnosi.
I risultati ad interim
di INPULSIS®-ON indicano che nei pazienti che hanno continuato il trattamento
con nintedanib in questo studio di estensione, la variazione dei valori di
capacità vitale forzata (FVC) dal basale alla settimana 48 e fra le settimane
48 e 96, è stata comparabile a quella osservata nei pazienti che hanno
ricevuto il farmaco attivo nintedanib negli studi di partenza INPULSIS® a 52
settimane.
“Ora disponiamo di
risultati a lungo termine su nintedanib in pazienti con fibrosi polmonare
idiopatica che sono in linea, in termini di progressione della malattia su un periodo
di 3 anni, con quelli osservati in INPULSIS®. Inoltre, non sono emersi nuovi
aspetti da segnalare riguardo alla sicurezza. Questi risultati vanno ad
aggiungersi al robusto “corpus” di evidenze, che dimostrano che nintedanib è
una terapia efficace e controllabile con chiari benefici per i pazienti che
convivono con la IPF” ha commentato il Professor Bruno Crestani, Professore di
Pneumologia della Facoltà di Medicina dell’Università Diderot di Parigi,
Francia, e Responsabile della Divisione di Pneumologia e Malattie Polmonari
Rare dell’Ospedale Bichat di Parigi.
Negli studi INPULSIS®
e INPULSIS®-ON sono state osservate le seguenti variazioni medie nei
valori di capacità vitale forzata (FVC):
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In INPULSIS®, la variazione
media di FVC alla settimana 52 rispetto al basale nei pazienti in terapia con
nintedanib è stata di −89mL, rispetto a – 203mL per i pazienti in trattamento con
placebo
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In INPULSIS®-ON, la
variazione media di FVC nei pazienti che hanno continuato nintedanib è stata −96
mL dal basale alla settimana 48
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In INPULSIS®-ON, la
variazione media di FVC nei pazienti che hanno continuato nintedanib è stata
di −124mL dalla settimana 48 alla settimana 96
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L’esposizione totale
media al farmaco dei pazienti in terapia con nintedanib negli studi INPULSIS® e
INPULSIS®-ON è stata di circa 3 anni (35,7 mesi). Il trattamento di lungo
termine con nintedanib (sino a 51 mesi) è stato associato a un profilo di sicurezza
e tollerabilità maneggevole, in linea con i risultati degli studi INPULSIS®,
senza che siano emersi nuovi segnali sulla sicurezza. Gli effetti collaterali
riscontrati con nintedanib sono efficacemente gestibili nella maggior parte dei
pazienti e l’effetto collaterale più frequentemente riferito è la diarrea.
Il Professor Crestani
ha poi aggiunto: “Con queste ulteriori evidenze su nintedanib abbiamo
ancora maggior fiducia in questa terapia. Questo è importante perché, con
una malattia progressiva come la fibrosi polmonare idiopatica, è davvero
fondamentale discutere le opzioni terapeutiche con i pazienti all’inizio,
avviare precocemente la terapia e incoraggiare i pazienti a continuare a
seguirla”.
Ulteriori analisi di
INPULSIS® di valutazione dell’effetto di nintedanib sulla FVC
Due ulteriori analisi
di sottogruppo dello studio INPULSIS® hanno valutato se l’entità della malattia
al basale, misurata con un indice fisiologico composito (CPI), o il livello di
compromissione dello scambio di gas a livello polmonare, possa impattare
l’effetto terapeutico di nintedanib.* Entrambe le analisi hanno
confermato l’effetto benefico di nintedanib sul declino annuo della FVC,
indipendentemente dal livello di compromissione al basale e prodotto ulteriori
evidenze sui benefici di nintedanib nel rallentare la progressione della
malattia in una vasta gamma di pazienti con fibrosi polmonare idiopatica.**
Questi dati sono stati
presentati all’edizione 2016 del Congresso Internazionale dell’European
Respiratory Society. I relativi abstract si trovano nel programma disponibile
online al seguente indirizzo: http://www.erscongress.org/programme-2016/access-the-programme.html
* Con scambio di gas
si intende il passaggio di ossigeno dai polmoni al sangue e l’eliminazione di
anidride carbonica dal sangue attraverso i polmoni. Il livello di scambio di
gas è stato valutato attraverso la rilevazione della capacità di diffusione del
monossido di carbonio da parte dei polmoni (DLCO). Valori più bassi di DLCO
implicano maggior compromissione della capacità dei polmoni di scambiare gas.
L’indice fisiologico composito (CPI) è un indice che riflette in maniera più
accurata l’entità della fibrosi polmonare rispetto a singoli test di
funzionalità polmonare.
** compresi i soggetti
con funzionalità respiratoria preservata (FVC>90% del predetto), assenza di
aree a nido d’ape (honeycombing) alla TAC toracica ad alta risoluzione
(HRCT) e concomitante enfisema.
Gli
studi di Fase III INPULSIS® su nintedanib
Questi studi
randomizzati, in doppio cieco, con gruppo di controllo a placebo, hanno
coinvolto 1.066 pazienti in 24 Paesi e hanno valutato l’effetto di nintedanib,
150 mg due volte/die, per os, sul tasso annuo di declino della capacità vitale
forzata (FVC) in pazienti con IPF per 52 settimane. Gli studi hanno avuto
identico disegno, criteri di inclusione, endpoint e dosaggio. L’endpoint
primario è stato il tasso annuo di declino della FVC. Gli endpoint secondari
più importanti sono stati: variazione, rispetto al basale, della qualità di
vita correlata alle condizioni di salute, valutata con il questionario
Saint-George’s Respiratory Questionnaire (SGRQ), e tempo intercorso sino alla
comparsa della prima riacutizzazione grave della IPF.
I
principali risultati sono stati i seguenti:
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Nintedanib ha rallentato la
progressione della fibrosi polmonare idiopatica riducendo del 50% il declino
annuo della funzionalità polmonare rispetto a placebo
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Nintedanib ha ridotto in
maniera significativa del 68% il rischio di riacutizzazioni acute aggiudicate≠
nell’analisi dei dati combinati. Questo è un aspetto di vitale importanza,
visto che circa il 50% dei pazienti ricoverati per riacutizzazione acuta di IPF
decede durante il ricovero
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C’è stato un significativo
beneficio con nintedanib* rispetto a placebo nel punteggio totale SGRQ in
INPULSIS®-2, ma nessuna differenza significativa fra i gruppi in INPULSIS®-1.
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In entrambi gli studi
INPULSIS® gli eventi avversi più comuni sono stati di natura gastrointestinale,
di grado lieve o moderato, generalmente gestibili e raramente hanno comportato
l’interruzione del trattamento. La percentuale di pazienti con eventi avversi
gravi è stata simile in tutti i gruppi. L’evento avverso più frequente
nei gruppi in terapia con nintedanib è stato la diarrea, riferita nel 62%
contro il 19% in INPULSIS®-1 e nel 63% contro il 18% in INPULSIS®-2,
rispettivamente dei pazienti nei gruppi nintedanib e placebo. Meno del 5% dei
pazienti nei gruppi in terapia con nintedanib in INPULSIS®-1 e INPULSIS®-2 ha
interrotto il trattamento per questa ragione.
Lo
studio di estensione in aperto INPULSIS®-ON
Ai pazienti che hanno
completato il periodo di trattamento di 52 settimane e 4 settimane di follow-up
nei trial INPULSIS® è stato offerto di continuare nintedanib in aperto come
estensione di studio per valutare sicurezza e tollerabilità di lungo termine di
nintedanib*. Il trial INPULSIS®-ON (identificativo studio clinicaltrial.gov
NCT01619085) comprende 734 pazienti ed è attualmente in corso.
Nintedanib
Nintedanib, inibitore
di tirosin-chinasi a piccola molecola sviluppato dai ricercatori Boehringer
Ingelheim, è indicato come terapia della fibrosi polmonare idiopatica negli
adulti.10 Nel 2015 nintedanib stato inserito nelle Linee guida internazionali,
aggiornate sul trattamento della fibrosi polmonare idiopatica.
Nintedanib rallenta la
progressione della malattia, riducendo di circa il 50% il declino della
funzionalità polmonare in un’ampia tipologia di pazienti affetti da IPF (tasso
annuo corretto di declino della FVC: nintedanib −114,7
ml; placebo −239,9 ml), tra cui pazienti con malattia in fase precoce (minima
compromissione della funzionalità polmonare, FVC >90% del predetto), fibrosi
limitata (assenza di aree a nido d’ape o honeycombing) alla TAC toracica ad
alta risoluzione (HRCT) e pazienti con enfisema. Gli effetti collaterali di
nintedanib possono essere efficacemente gestiti nella maggior parte dei
pazienti e l’effetto collaterale più frequentemente riferito è diarrea.
Nintedanib ha come
bersaglio i recettori del fattore di crescita che hanno dimostrato di essere
coinvolti nella patogenesi della fibrosi polmonare, soprattutto inibendo il
recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFR), il
recettore del fattore di crescita fibroblastico (FGFR) e il recettore del
fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR). Si ritiene che nintedanib,
bloccando queste vie di passaggio dei segnali coinvolte nei processi fibrotici,
rallenti il declino della funzionalità polmonare e la progressione della
malattia.
La
fibrosi polmonare idiopatica (IPF)
La malattia causa
formazione di tessuto cicatriziale permanente – ovvero fibrosi – a livello
polmonare, con conseguenti difficoltà respiratorie e diminuzione della quantità
di ossigeno che i polmoni riescono a inviare agli organi più importanti
dell’organismo. Infatti, con il passare del tempo, a mano a mano che il tessuto
cicatriziale si accumula e ispessisce, i polmoni perdono la capacità di
assumere ossigeno e di metterlo in circolo. Di conseguenza, chi è colpito da
IPF manifesta dispnea, tosse non produttiva e spesso ha difficoltà a svolgere
le normali attività quotidiane.
E’ importante che la
malattia venga individuata e diagnosticata in fase precoce, ma non è facile
arrivare alla diagnosi, il tempo che intercorre tra la comparsa dei primi
sintomi e la diagnosi di IPF è infatti, in media, di 1-2 anni. Il tempo mediano
di sopravvivenza dalla diagnosi è di appena 2-3 anni e questo sottolinea
l’importanza di arrivare presto a una diagnosi precisa e il ruolo vitale delle
terapie che aiutano a rallentare la progressione della malattia stessa.
Boehringer
Ingelheim
Il gruppo Boehringer
Ingelheim è una delle prime 20 aziende farmaceutiche del mondo. Il gruppo ha
sede a Ingelheim, Germania, e opera a livello globale con 145 affiliate e circa
47.500 dipendenti. Fondata nel 1885, l’azienda a proprietà familiare si dedica
a ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti innovativi
dall’elevato valore terapeutico nel campo della medicina e della veterinaria.
Operare in maniera
socialmente responsabile è un punto centrale della cultura e dell’impegno di
Boehringer Ingelheim. La partecipazione a progetti sociali in tutto il mondo,
quali ad esempio l’iniziativa "Making more Health", e l’attenzione
per i propri dipendenti sono parte di questo impegno di responsabilità sociale,
così come lo sono il rispetto, le pari opportunità e la conciliazione dei tempi
di lavoro e della famiglia che costituiscono le fondamenta della mutua
collaborazione fra l’azienda e i suoi dipendenti, e l’attenzione all’ambiente,
alla sua tutela e sostenibilità, che sono sottese in ogni attività che
Boehringer Ingelheim intraprende.
Nel 2015, Boehringer
Ingelheim ha registrato un fatturato netto di circa 14,8 miliardi di euro e
investimenti in ricerca e sviluppo pari al 20,3 percento del suo fatturato
netto.
Per maggiori
informazioni visitate il sito www.boehringer-ingelheim.com
Bibliografia:
1.
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Crestani B, et al. Long
term treatment with nintedanib in patients with IPF: an updated from INPULSIS
®-ON. Abstract presentato al Congresso Internazionale ERS 2016, Londra, 3-7
settembre, 2016.
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2.
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Wells A, et al. Effect of
baseline composite physiologic index on benefit of nintedanib in IPF.
Abstract presentato al Congresso Internazionale ERS 2016, Londra, 3-7
settembre, 2016.
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3.
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Maher T, et al. No effect
of baseline diffusing capacity of lung for carbon monoxide on benefit of
nintedanib. Abstract presentato al Congresso Internazionale ERS 2016, Londra,
3-7 settembre, 2016.
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4.
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Ley B., et al. Clinical
course and prediction of survival in idiopathic pulmonary fibrosis. Am J
Respir Crit Care Med. 2011 Feb 15;183(4):431-40. doi:
10.1164/rccm.201006-0894CI. Epub 2010 Oct 8.
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5.
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Raghu G., et al. An
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Evidence-based Guidelines for Diagnosis and Management. Am J Respir Crit Care
Med. 2011;183:788–824
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Raghu G, et al; for the INPULSIS Trial Investigators. Efficacy and safety of
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Richeldi L., et al.
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DOI: 10.1016/ j.rmed.2016.02.001. Disponibile all’indirizzzo: http://www.resmedjournal.com/article/S0954-6111(16)30019-1/abstract.
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Kolb M, Richeldi L, Kimura
T, Stowasser S, Hallmann C, du Bois RM. Effect of baseline FVC on decline in
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INPULSIS® trials. Poster presentato al 110ma Conferenza dell’American
Thoracic Society; Denver, Colorado, 15-20 maggio, 2015.
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