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Visualizzazione dei post da aprile, 2013

Diabete di Tipo 2: lanciata in Italia l’associazione precostituita linagliptin/metformina cloridrato in compresse

Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company hanno annunciato l’ingresso sul mercato italiano di linagliptin , un inibitore della dipeptidilpeptidasi-4, enzima coinvolto nell’inattivazione degli ormoni peptide-1 simil glucagone (GLP-1) e polipeptide insulinotropico glucosio-dipendente (GIP) in associazione a metformina cloridrato (HCI)   per i pazienti adulti con diabete di tipo 2. L’associazione precostituita linagliptin più metformina cloridrato (HCl) ha dimostrato di fornire un controllo glicemico superiore rispetto alla monoterapia con metformina o linagliptin ed è caratterizzata da un buon profilo di tollerabilità, neutralità sul peso corporeo ed episodi di ipoglicemia sovrapponibili alla monoterapia con metformina. Nelle persone con diabete, ridurre al minimo gli episodi di ipoglicemia correlati alla terapia antidiabetica risulta essere estremamente importante, a fronte della stretta correlazione che esiste tra ipoglicemia e aumento del rischio di eventi cardiovascolari,

Dr. Schär presenta Mevalia Low Protein.

Dr. Schär , azienda leader nell’alimentazione senza glutine, in coerenza con la sua mission che la vede a stretto contatto con il mondo scientifico e impegnata nel miglioramento continuo delle condizioni di vita delle persone con particolari esigenze alimentari, lancia il nuovo brand MevaliaLow Protein , la nuova linea di alimenti aproteici, con un’ampia gamma di prodotti studiata appositamente per chi deve seguire una dieta a basso contenuto di proteine.  Diverse evidenze scientifiche infatti, dichiara il Dr. Giuliano Brunori , direttore del reparto di nefrologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento dimostrano che l’adozione della terapia nutrizionale aproteica è in grado di ritardare l’insufficienza renale cronica , patologia di forte impatto in termini di mortalità, ospedalizzazione e spesa sanitaria, e le sue co-morbilità, riducendo il rischio di morte renale del 50% e prolungando del 41% il tempo di vita renale; i pazienti con insufficienza renale cronica a regime alimenta