Botanicals negli integratori alimentari:farmaci o alimenti?
FederSalus,
nel contesto di EXPO 2015, dedica un convegno ai botanicals al fine di
analizzare le criticità dell’attuale normativa e proporre una regolamentazione coerente
con la natura e la destinazione d’uso degli integratori alimentari.
Milano, 18 settembre 2015 – Sì alla
sicurezza, sì alla qualità, sì alla tradizione d’uso dei botanicals negli
integratori alimentari. Al convegno FederSalus “Botanicals: Alimenti o farmaci?
Stato dell'arte e prospettive per l'impiego negli integratori alimentari” il
mondo scientifico e medico fa quadrato attorno alla validità dell’impiego di
sostanze vegetali negli integratori alimentari. Come è noto, la valutazione
scientifica delle indicazioni sulla salute dei botanicals
è stata sospesa da
una decisione della Commissione Europea per le difficoltà di applicazione dei criteri indicati dal Regolamento
comunitario per sostenere la validità degli health claims dei prodotti
alimentari, tra cui gli integratori.
Le analisi di mercato attestano un uso importante delle sostanze vegetali da parte dei consumatori, che appaiono consapevoli del valore e della funzionalità di tali prodotti. Il riconoscimento dei benefici salutistici, secondo Euromonitor International, sostiene il mercato dei prodotti a base vegetale a livello globale con tassi annuali medi di crescita del 5% nel periodo 2010-2015. Relativamente ai mercati europei, gli herbal/traditional products valgono 5 miliardi di euro nel mercato occidentale a fronte di 1 miliardo nell’Europa dell’Est. Secondo Euromonitor le proiezioni di crescita al 2020, relative agli integratori alimentari a base vegetale, sono del 1% ad Ovest e del 4% ad Est dell’Europa (periodo 2015-2020). Dal punto di vista degli ingredienti nel mercato europeo prevalgono le combinazioni a base vegetale seguite da monocomposti a base di ginko, aglio, ginseng, echinacea, olio di Enotera e Iperico.
Le analisi di mercato attestano un uso importante delle sostanze vegetali da parte dei consumatori, che appaiono consapevoli del valore e della funzionalità di tali prodotti. Il riconoscimento dei benefici salutistici, secondo Euromonitor International, sostiene il mercato dei prodotti a base vegetale a livello globale con tassi annuali medi di crescita del 5% nel periodo 2010-2015. Relativamente ai mercati europei, gli herbal/traditional products valgono 5 miliardi di euro nel mercato occidentale a fronte di 1 miliardo nell’Europa dell’Est. Secondo Euromonitor le proiezioni di crescita al 2020, relative agli integratori alimentari a base vegetale, sono del 1% ad Ovest e del 4% ad Est dell’Europa (periodo 2015-2020). Dal punto di vista degli ingredienti nel mercato europeo prevalgono le combinazioni a base vegetale seguite da monocomposti a base di ginko, aglio, ginseng, echinacea, olio di Enotera e Iperico.
Dal 2010 i botanicals appartengono ad un’area grigia: non sono né autorizzati, né rigettati. Una situazione che
non giova alle aziende portando con sè evidenti svantaggi per il mercato e
per la trasparenza nei confronti dei consumatori. Il nodo da sciogliere è la definizione dei criteri con i quali valutare il possibile utilizzo degli health claims,
che ad oggi è quello richiesto per la valutazione dell’efficacia di un farmaco
(studio clinico). La regolamentazione comunitaria rischia quindi di ostacolare fortemente lo sviluppo potenziale
del mercato europeo degli integratori alimentari, a differenza di altri Paesi
come Stati Uniti e Canada, con forti conseguenze negative per il welfare e le
opportunità di scelta e trasparenza nei confronti del consumatore europeo. Situazione di stallo per le difficoltà di applicare il
Regolamento “claims” a botanicals e probiotici che rappresentano una quota
importante del mercato in Europa ed in Italia.
“Il paradosso che si è venuto a creare, che
determina l’attuale situazione di stallo, è la richiesta di parametri clinici
per autorizzare il claim di un alimento funzionale o di un integratore, ma non
per l’immissione in commercio di un farmaco, per cui è sufficiente la prova
dell’uso tradizionale in Europa della sostanza vegetale in esso contenuta. Noi
riteniamo che lo stesso criterio, cioè la storia d’uso, consolidata, sicura ed
efficace delle sostanze vegetali nei diversi Paesi europei, sia la strada giusta
anche per la definizione del claim delle sostanze utilizzate negli integratori
alimentari, tenendo conto della loro specifica destinazione d’uso – afferma Marco Fiorani,
Presidente FederSalus – . Sosteniamo quindi
la cosiddetta “option 2b,” cioè una revisione del Regolamento che, per
le sostanze oggi in commercio, tenga conto della loro storia d’uso per
sostenerne la relativa indicazione, in totale sicurezza, e a beneficio dei
consumatori. In questo, come dimostrano le evidenze emerse nel convegno, siamo sostenuti
da autorevoli rappresentati della comunità scientifica e della classe medica”.
Anche nella farmacia italiana, i botanicals rappresentano un segmento sempre
più rilevante all’interno del mercato degli integratori alimentari con una
quota a valore che sta raggiungendo il 18% e trend in crescita costante (dati New Line Ricerche di Mercato). All’interno di un mercato che, nel suo complesso, include
oltre 29mila referenze trattate e genera un fatturato di 2.279 milioni di euro
all’anno, in crescita dell’8,1%, i botanicals contribuiscono con un fatturato
di 4,4 milioni di euro, 5.000 referenze
e crescono del 13,4% sull’anno mobile terminante a Luglio 2015.
La validità dell’impiego dei
botanicals negli integratori alimentari è riconosciuta dalla comunità
scientifica. “Ad esempio in età
pediatrica, nel caso di bambini affetti da
disturbi comuni e frequenti di intensità così lieve da potere essere considerati
quasi al limite tra la malattia e la fisiologia, il farmaco può creare problemi
più che essere di aiuto - afferma la Dr.ssa Vitalia Murgia, Centro Studi della Federazione
Italiana dei Medici Pediatri - I botanicals in queste situazioni sono,
invece, una risorsa purché vengano rispettati criteri rigorosi di qualità
produttiva. Nell’ultimo
decennio, non a caso, l’interesse dei ricercatori si è focalizzato sempre di
più sulle piante medicinali e su alcune sostanze naturali”.
La posizione sui botanicals è sostenuta da FederSalus in sede europea attraverso EHPM, la principale Federazione europea del settore, anch’essa
favorevole ad un nuovo inquadramento
legislativo dei botanicals basato sulla tradizione d’uso e su nuovi parametri di qualità e sicurezza. I gruppi di studio sui botanicals
di FederSalus e EHPM sono attivamente impegnati a sostenere le
iniziative
associative sul piano scientifico, tecnico e regolatorio.
Chi è FederSalus
FederSalus, Associazione Nazionale produttori e distributori di prodotti
salutistici è l’associazione italiana più rappresentativa del settore degli
integratori alimentari. Fondata nel 1999, attualmente conta oltre 160 aziende
associate. Attraverso la collaborazione con strutture di ricerca ed istituzioni
nazionali ed europee, l’associazione si propone di sostenere le istanze del
comparto e, al contempo, tutelare la salute del consumatore promuovendo la
corretta informazione sui prodotti salutistici e la loro qualità e sicurezza.
Per approfondimenti sono disponibili i siti www.federsalus.ite www.sanostiledivita.it.
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