Mandare all’asilo nido bambini: i consigli per affrontarlo al meglio
Mamma, vado all’asilo.
Tutti i consigli per affrontarlo al meglio
Milano, 10 dicembre 2013 – Meglio l’asilo nido o una baby sitter? La maggior
parte delle mamme italiane, quando si avvicina il rientro al lavoro finiti i
mesi di maternità, si trovano davanti a questo angoscioso bivio.
E, in effetti, la
scelta di mandare all’asilo nido bambini anche molto piccoli è un’esigenza tutta
“moderna” derivata dall’impossibilità, per le mamme e i papà che lavorano, di
accudire i propri figli in alcune ore della giornata, divenendo, così, una
scelta necessaria di fronte all’alternativa di una baby-sitter fidata che,
talvolta, è altrettanto costosa.
La frequenza della
comunità infantile in tenera età può presentare numerosi risvolti sia positivi,
sia negativi per il bambino e, di conseguenza, per i genitori.
Se, infatti, la
precoce socializzazione può comportare dei vantaggi soprattutto dal punto di
vista dell’apprendimento e dello sviluppo psicomotorio, frequentare l’asilo
nido rende il bambino particolarmente suscettibile ad infezioni ricorrenti,
soprattutto a carico dell’apparato respiratorio e dell’apparato
gastrointestinale con il risultato che questo tipo di patologie si possono
verificare con frequenza decisamente elevata, ma al tempo stesso vengono
accelerati i processi di apprendimento immunologico e, in definitiva, di
rafforzamento delle difese immunitarie. Ne consegue, pertanto, che il bambino introdotto
precocemente nella comunità infantile si ammala spesso nel primo anno di frequenza
dell’asilo nido ma diventa progressivamente meno suscettibile alle infezioni
negli anni successivi.
“I locali
chiusi, spesso eccessivamente riscaldati e frequentati da tanti bambini - afferma
la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta
Intensità di Cura Fondazione IRCCS, Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico,
Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia
Pediatrica (SITIP) – rappresentano un ambiente ideale per la propagazione
dei virus, principali agenti eziologici delle infezioni nei primi anni di vita;
la trasmissione dei microrganismi è, poi, particolarmente facilitata dallo
scambio degli oggetti che inevitabilmente avviene tra bimbi così piccoli.
Inoltre, è molto difficile che un bambino nei primi anni di vita sia in grado
di attuare le comuni norme igieniche: in questo modo i germi che vengono
veicolati per via aerea e gastrointestinale possono contaminare le superfici,
su cui possono sopravvivere anche diverse ore, rendendo ancora più semplice la
trasmissione delle infezioni da un bimbo all’altro”.
In Italia, si
calcola che oltre 400.000 bambini vengono colpiti ogni anno dalla gastroenterite e il Rotavirus rappresenta
il principale agente eziologico. Di questi casi, circa 322.000 episodi si
risolvono con la sola assistenza al domicilio del piccolo, 80.500 sono quelli
che necessitano di una visita ambulatoriale, mentre oltre 10.000 vengono ospedalizzati,
con una degenza che varia da 4 a 7 giorni ed è più lunga per chi ha meno di 4
mesi di vita. E’ stato, inoltre, stimato che la gastroenterite da Rotavirus
causi 50.000 visite in pronto soccorso l’anno. Nel nostro Paese, l’infezione da
Rotavirus costa circa tra i 40 e i 60 milioni di euro all’anno di costi
diretti, a cui andrebbero aggiunti quelli sociali, dovuti alla perdita di
giorni di lavoro dei genitori dei bambini ammalati.
La
gastroenterite da Rotavirus, che ha un periodo di incubazione di circa due
giorni, si trasmette per via orofecale, cioè attraverso il contatto delle mani sporche
per aver toccato pannolini o per aver accudito bambini malati, ma anche per via
respiratoria e scambiandosi oggetti, ad esempio i giocattoli.
“Per prevenire
le patologie delle vie respiratorie e quelle gastrointestinali - sottolinea Susanna Esposito - il rimedio con
documentata efficacia sono i vaccini:
la letteratura scientifica ha, ormai, dimostrato in modo inequivocabile come
nel primo caso l’esecuzione del vaccino
anti-pneumococcico coniugato 13-valente, offerto gratuitamente ai nuovi
nati in associazione al vaccino esavalente nel corso del primo anno di vita,
possa diminuire in modo sostanziale il rischio di otiti, polmoniti, meningiti e
sepsi. Inoltre, la vaccinazione
antinfluenzale, eseguibile in età pediatrica dopo i 6 mesi di vita, può
rappresentare un'altra utile misura preventiva. Un’ulteriore strategia
aggiuntiva è la vaccinazione
anti-rotavirus: esistono due vaccini, entrambi sicuri, ben tollerati e
soprattutto molto efficaci che si assumono entrambi per via orale in due o tre
dosi, a seconda del prodotto, e che vanno somministrati entro il sesto mese di
vita”.
Un’ulteriore
strumento di prevenzione per mantenere in buone condizioni il sistema immunitario
e per evitare a distanza lo sviluppo di patologie gravi ed irreversibili è
rappresentato dal rispetto di una dieta sana
ed equilibrata che, soprattutto nei primi anni di vita, risulta fondamentale
per una crescita adeguata del bambino. Uno degli aspetti più negativi
dell’alimentazione nei primi anni di vita è il largo uso di merendine, prodotti
preconfezionati ricchissimi di zuccheri semplici e di grassi, spesso inseriti
stabilmente come merende di metà mattina o di metà pomeriggio. L’assunzione
sistematica di merendine può essere considerata l’anticamera dell’obesità e di
tutte le patologie conseguenti come aterosclerosi, disturbi cardiovascolari e
diabete. Invece, cibi a base di farine integrali, con abbondanti verdure e con
fonti di proteine in quantità adeguata dovrebbero sostituire le merendine e
divenire la base delle merende dei bambini.
Nel caso in cui
si decida di mandare il proprio figlio all’asilo nido, i pediatri di SITIP
raccomandano ai genitori di tenere in considerazione alcuni importanti
elementi:
- La scelta dell’asilo: per quanto possibile, bisognerebbe optare per asili che abbiano una discreto numero di locali di sufficiente metratura destinati ai bimbi, con la possibilità di usufruire di spazi esterni durante la bella stagione e in cui vi sia un numero non eccessivo di bimbi per classe.
- La permanenza all’asilo nido per metà giornata: se possibile, bisognerebbe evitare di rimanere all’asilo durante l’ora del riposino, un momento, cioè, in cui inevitabilmente si viene a creare la permanenza di tanti bimbi nello stesso locale chiuso per un discreto numero di ore.
- L’igiene quotidiana: misure precauzionali importanti che possono facilmente eseguire i genitori e poi le stesse maestre sono le semplici manovre di igiene quotidiana, come i lavaggi nasali con soluzione fisiologica e il lavaggio accurato e frequente delle mani. Inoltre, bisognerebbe sempre evitare gli scambi di giochi tra i bambini senza aver prima effettuato il lavaggio e la disinfezione degli stessi.
- Limitare l’utilizzo del ciuccio che può aumentare, nei piccoli predisposti, il rischio di otiti medie acute.
- Rimandare il bambino al nido solo quando è guarito completamente, solo in questo modo, oltre che evitare di trasmettere l’infezione in corso, si può interrompere il circolo vizioso che, a seguito della malattia porta ad una diminuzione delle difese immunitarie e, quindi, ad una maggiore suscettibilità ad acquisire nuove infezioni.
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