Parto prematuro: presentate le nuove indicazioni terapeutiche per ridurlo del 34%. Un problema che ogni anno coinvolge 35.000 bambini in Italia.
“Come comunicare alle famiglie premature”: presentato a Milano il Gruppo
di Lavoro della SIMP, in collaborazione con l’Associazione Vivere Onlus,
impegnato nella stesura delle prime linee guida
Milano, 30 marzo 2017 – Il parto prematuro è un fenomeno che coinvolge
in Italia circa il 5-6% delle gravidanze
ed è la principale causa di mortalità e morbilità neonatale. Proprio per
questo, nasce il nuovo Gruppo di Lavoro
della SIMP (Società Italiana di Medicina Perinatale) che, con l’Associazione
Vivere Onlus, sarà impegnato nella stesura delle Linee Guida per promuovere la
corretta comunicazione tra medico e famiglia nell’eventualità di parto pretermine.
In occasione del primo incontro
del Gruppo, sono state presentate le nuove indicazioni terapeutiche del Progesterone
Vaginale. Le ultime ricerche scientifiche hanno evidenziato che il Progesterone
Vaginale riduce del 34% la possibilità
di parti prematuri, in gravidanze prima della 34sima settimana con cervice
di lunghezza inferiore a 25mm. La percentuale sale al 44% in caso di donne con cervicometria ridotta a 15mm.
Infatti, tra le strategie
preventive è ormai comprovata la validità del Progesterone Vaginale, se assunto
quotidianamente nella dose raccomandata, ovvero in capsule vaginali da 200mg a
partire dalla diagnosi fino alla 34sima settimana di gravidanza. Il Progesterone
Vaginale è la scoperta più importante degli ultimi 15 anni in questo settore
perché, oltre a ridurre drasticamente il rischio di parto prematuro non
presenta controindicazioni per la salute della madre e del bambino sia durante
la gravidanza sia a distanza dalla nascita.
Di fronte e queste
evidenze scientifiche, l’AIFA (Agenzia
Italiana del Farmaco) ha riconosciuto il Progesterone in capsule Vaginali come
farmaco di fascia A inserendolo a pieno diritto tra i farmaci essenziali
per la prevenzione del parto pretermine in gravidanze singole con cervice
raccorciata (≤ 15 mm).
“Dopo più di 15 anni di
ricerche e studi, è riemerso l’interesse sull’utilizzo del Progesterone. Ad
oggi esistono indicazioni incontrovertibili che confermano che l’assunzione di
progesterone in gravidanza ha la capacità di evitare un discreto numero di
nascite pretermine.” – conferma il Professor
Fabio Facchinetti, Direttore UOC Ginecologia e Ostetricia, Azienda Ospedaliera
Università di Modena – “In particolare, l’utilizzo del progesterone vaginale ha
la capacità di ridurre più di un terzo
dei parti prematuri nelle donne a cui, pur non avendo nessun tipo di
sintomo, viene diagnosticato un accorciamento della cervice uterina. Inoltre il
trattamento a base di progestageni è risultato efficace anche per le gravidanze
singole che hanno già affrontato un parto pretermine”.
Il parto prematuro è
un’eventualità ancora presente anche nei paesi più sviluppati ed è sicuramente
uno degli eventi più stremanti per una donna. In questa fragile circostanza,
diventa fondamentale il rapporto tra medico e pazienti sia per aiutare il
bambino sia per supportare la madre e la famiglia.
Il parto pretermine è un fenomeno sociale, che riguarda ogni anno il
30-35mila nascite in Italia. Circa 5.000-6.000 di questi avvengono prima della
26° settimana, e sono i casi più problematici.
Commenta la Professoressa Irene Cetin,
Presidente SIMP, Professore Ordinario di Ostetricia e Ginecologia, Dipartimento
di Scienze Biomediche e Cliniche L. Sacco Università degli Studi di Milano: “La
SIMP nasce con l’obiettivo di assicurare la migliore qualità di vita per il
feto e il neonato, soprattutto in condizioni di emergenza. Promuove quindi attività
di formazione e cultura per preservare la salute materno-infantile e per
difendere i diritti fondamentali della madre e del neonato, comunicando con gli
operatori del mondo medico e le associazioni di sostegno ai genitori di
prematuri. Inoltre collabora con le Istituzioni, il Ministero delle Salute, le
Università e le Aziende Sanitarie per portare avanti linee guida e protocolli nell’ambito
della salute perinatale e post nascita”.
“Nel caso di nascita prematura è fondamentale
che ci sia personale preparato che assista la madre e il bambino.” – sottolinea
il Professor Gianpaolo Donzelli, Direttivo
SIMP, Neonatologo, Professore Ordinario
di Pediatria dell’Università di Firenze e Dottore di Ricerca in Neonatologia,
Ospedale Pediatrico Meyer, Presidente Fondazione dell’Ospedale Meyer – “Il parto pretermine è diventato un problema
di rilevanza sociale ed economica, con forti implicazioni sulla sfera affettiva
anche negli anni futuri. Non bisogna
mai dimenticare che questi bambini, non erano mai esistiti prima, da pochi
anni, grazie alla tecnologia più che alla scienza medica, si riescono a salvare
prematuri sempre più piccoli. Non si deve limitare il campo delle “cura del
paziente” alla degenza ospedaliera, ma pensare anche alle complicazioni e alle disabilità
che potranno scaturire nel loro futuro. Oggi, grazie alle ricerche più avanzate
di epigenetica e della DohaD (Developmental Origins of Health and Disease) si
può affermare che la nascita pretermine è correlata ad alcune serie patologie
nell’adulto”.
Il nuovo Gruppo di Lavoro del SIMP è coordinato dal dottor Giuseppe Battagliarin, Assessorato
alle Politiche per la Salute dell’Emilia Romagna, che focalizza l’attenzione
sulla comunicazione alle famiglie: “Il problema del counseling alle famiglie
che si trovano ad affrontare ciò che in questo momento storico per l’ostetricia
e la neonatologia si presenta come la prima causa di mortalità perinatale e di
disabilità infantile è molto sentito dagli operatori. Ad oggi, ad esclusione di
poche realtà, per la comunicazione tra esperti e famiglie viene utilizzato un
approccio piuttosto improvvisato e talvolta condizionato da opinioni personali
che influenza fortemente il susseguirsi degli eventi. Mai come nella consulenza
che comporta la presentazione del futuro di un bambino è necessario avere
attenzione e sensibilità verso l’approccio mentale che i genitori che ci stanno
di fronte hanno nei confronti del loro bambino e in quale ambiente vivono e in
quali condizioni lo cresceranno. Il lavoro del Gruppo è proprio far crescere
una nuova mentalità negli operatori sanitari soprattutto dell’ospedale
nell’assistenza alla nascita”.
Fondamentale per la stesura delle linee guida è
la collaborazione con l’associazione Vivere Onlus che quotidianamente assiste
le famiglie in situazioni di prematurità. “Il contatto costante e continuo che
le nostre associazioni hanno con le famiglie ci arricchisce e ci stimola.” –
spiega Martina Bruscagnin, Presidente dell’Associazione Vivere Onlus – “La nostra mission è anche quella di far capire che il percorso che
va dalla programmazione della gravidanza al dopo parto, non è una staffetta con
passaggio di testimone, ma un gioco di squadra. Un percorso che cambia a
seconda del momento, ma che deve essere unico e multidisciplinare. In
particolare, per una corretta presa in carico della famiglia prematura è necessario
un protocollo comune con un approccio multidisciplinare e condiviso tra le
diverse figure che intervengono nel percorso perinatale. Il ginecologo,
l’ostetrico e il neonatologo collaboreranno affinché si possano costruire le
basi per uno strumento che coinvolga le diverse aree di intervento”.
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