Inaugurata all’Ospedale San Giuseppe la mostra “Vite in attesa”: storie in attesa di nascere, nel cuore di Milano
La
sorpresa della nascita attraverso i volti e le parole di madri, padri, parenti,
medici, infermieri, ostetriche; 40 foto e altrettanti brevi racconti di tutti
coloro che aspettano, fremono e si preparano ad accogliere una nuova vita. Apre
all’Ospedale San Giuseppe di Milano l’esposizione “Vite in attesa”, percorso di
storytelling visitabile gratuitamente fino alla fine di ottobre.
Milano,
9 maggio 2019 – C’è la neomamma che ha fatto pratica come
zia e crede di sapere già tutto, ma quando ha tra le mani il suo primo figlio
non sa da dove iniziare. C’è la coppia preoccupata che i fratellini accettino
la sorellina in arrivo. C’è la dottoressa che ha riempito l’ambulatorio di
giochi e stampe colorate, perché voleva un posto dove i bambini piangessero ma
per non andare via. C’è il papà che non si muove da due ore, perché ha trovato
una posizione congeniale per il suo piccolo in braccio e teme di svegliarlo.
C’è il neonatologo che narra di quando ha voluto essere in sala parto a “tirar
fuori” il suo stesso figlio, nei fatidici 60 secondi in cui bisogna far sì che
tutto finisca bene. Sono solo alcune delle storie di “Vite in attesa”,
il percorso espositivo di foto e racconti dedicato alla sorpresa della nascita,
inaugurato oggi, presso il San Giuseppe di Via San Vittore,
storico ospedale a due passi dalla Basilica di Sant’Ambrogio, dove sono nate
intere generazioni di milanesi.
La mostra,
aperta al pubblico da domani fino alla fine di ottobre, è un susseguirsi di
volti di madri, padri, sorelle, fratelli, nonni, medici, infermieri,
ostetriche. “Vite in attesa” di una nuova vita che sta per arrivare o è appena
arrivata, con tutto il carico di dubbi, desideri e aspettative che porta con
sé. Ritratti che raccontano gioie e paure, domande e risposte di
tutti coloro che aspettano un bambino, per vederlo nascere e crescere.
Perché l’attesa non è solo della madre, ma dell’intera famiglia, della cerchia
di amici, del ginecologo e dell’ostetrica che seguono la gravidanza, di tutti
quelli che vedono la pancia e sorridono, pensando al miracolo della vita. L’idea
nasce dalla collaborazione tra il Gruppo MultiMedica, polo ospedaliero
cui fa capo anche il San Giuseppe, e “Umani a Milano”, progetto di
storytelling dedicato alla città che, dal 2013, ne “cataloga” gli abitanti: un
umano al giorno, incontrato per caso, a cui viene chiesto un ritratto
fotografico e un brevissimo racconto di quello che sta facendo lì, in quel
momento. L’iniziativa vede il contributo di Rilastil, marchio storico di
Istituto Ganassini, da sempre attento alle esigenze dermatologiche delle
mamme.
“Ogni
tentativo di descrivere il viaggio del venire al mondo si scontra con
l’impossibilità di dialogare con quei ‘naviganti’ sfiniti e muti che sono gli
umani neonati, quindi non si può fare altro che provare a raccontare chi
aspetta, chi freme, chi si prepara come può ad accogliere i nuovi arrivi”, spiegano
Bianca Borriello e Stefano D’Andrea, storyteller di “Umani a
Milano”. “Abbiamo cercato di cogliere le facce di
un terminal affollato, sempre aperto, pronto a tutto: il reparto maternità
dell’Ospedale San Giuseppe. Le pose incerte e quelle più salde, l’infinito
alfabeto degli sguardi e gli accenni di discorsi che precedono o seguono il
momento della nascita, ‘l’atterraggio nel mondo dei nati’. Volevamo alzare il
volume dei crocchi di parenti e l’intensità delle luci nelle stanze, affinché
quel momento di innesco, attraverso il quale inizia la storia di ognuno, avesse
la sua meritata celebrazione. Abbiamo scattato decine di foto e registrato ore
di frasi per lo più masticate, grossolane e timide, di genitori nuovissimi o
rinnovati, e quelle sicure dei medici, delle ostetriche, delle infermiere,
alleati e guide insostituibili per ogni piccolo nucleo di esseri che si accinge
a diventare famiglia. È stato bellissimo, ma di certo non abbiamo svelato
segreti, perché nessuna magia che si rispetti lo consente”.
“La
mostra ‘Vite in attesa’ si compone dei racconti, per parole e immagini, di
alcune delle tante persone che hanno vissuto un momento emozionante all’interno
del nostro Dipartimento Materno Infantile”, afferma Daniele
Schwarz, Amministratore Delegato, Gruppo MultiMedica. “L’iniziativa
si lega a un progetto che abbiamo intrapreso tre anni fa, intitolato ‘Curarsi
ad Arte’, volto all'umanizzazione delle pratiche di cura attraverso il
ricorso all'arte e alla bellezza. L’obiettivo è quello di dar vita, all’interno
di un ambiente inconsueto ma pregnante, come un ospedale, a un percorso
espositivo che renda ‘più bello’ il luogo fisico e, allo stesso tempo, rivesta
un ruolo ‘terapeutico’, in grado cioè di migliorare la partecipazione emotiva
al cammino di cura intrapreso dai nostri pazienti. Ormai
diversi studi ipotizzano una correlazione tra cultura, qualità della vita e
benessere psicologico. Ci
auguriamo siano in molti a visitare la mostra, addentrandosi in Ospedale e
immergendosi nelle storie che i nostri ospiti, così ci piace definirli, ci
hanno voluto raccontare”.
“Ogni
anno nel nostro reparto sono circa 1.400 le nuove vite in arrivo, che portano
con sé altrettante storie, all’apparenza simili, in realtà tutte uniche, sempre
nuove e irripetibili”, commenta Stefano Bianchi,
Direttore del Dipartimento materno-infantile dell’Ospedale San Giuseppe. “Tutto
il nostro staff opera secondo la convinzione che la qualità della vita fisica e
intellettiva dell’adulto dipenda in gran parte non solo dall’assistenza
ricevuta alla nascita, ma anche da quella data alla madre e alla famiglia
durante tutta la gravidanza. Un’assistenza che non si concentra solo sul piano
meramente clinico ma sa abbracciare anche la sfera emozionale, per far sì che
tutte queste ‘storie in attesa di nascere’ possano iniziare nel migliore dei
modi”.
“Abbiamo
voluto sostenere il progetto ‘Vite in attesa’ perché, in linea con la nostra
filosofia aziendale, stabilisce una comunicazione empatica con le mamme,
avvicinandosi in modo discreto a un periodo tanto significativo quanto delicato
quale è quello dell’attesa”, dichiara Vittoria Ganassini, Head
of Corporate Communication, CSR and Strategic Planning di Istituto Ganassini,
da sempre vicino alle donne con il brand Rilastil. “Il progetto coinvolge
non solo le mamme ma anche i papà, i nonni, i fratellini e i professionisti che
lavorano presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano, al fine di sottolineare
l’importanza di una connessione umana autentica e forte in un momento intimo e,
allo stesso tempo, condiviso. Per Rilastil fotografare le persone che vivono
giorno dopo giorno, istante dopo istante, la maternità, significa specchiarsi
nei loro occhi. Un concetto concreto e vivo di filantropia aziendale che,
attraverso la narrazione, vuole rappresentare per ciascun attore coinvolto nel
percorso di nascita la capacità di riconoscere, accogliere e proteggere le
attese, i sogni e le speranze delle future mamme”.
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