Diabete tipo 1: arriva in Italia il primo microinfusore “economicamente sostenibile”. Terapia piu’ semplice e maggiore accesso alle cure
L’aumento
costante dei diabetici tipo 1 e la disponibilità di device sempre più evoluti
pongono oggi i sistemi sanitari di fronte a una grande sfida: soddisfare la
crescente richiesta di sistemi di microinfusione come opzione di scelta, con
conseguente impatto sui costi, a fronte di budget limitati. Mylife™ YpsoPump®,
grazie alla sua semplicità d’uso, facilita al diabetico la gestione della
malattia e favorisce un impiego più razionale delle risorse, consentendo di
estendere la terapia di base con microinfusore di insulina fino al triplo di
pazienti, rispetto ai dispositivi più sofisticati e cost-consuming.
Milano,
15 maggio 2017 – Non sempre l’impiego delle moderne tecnologie, nella gestione
di malattie croniche ad alto impatto sociale, comporta costi maggiori per la
sanità pubblica e device più complessi per i pazienti. Lo dimostra il nuovo microinfusore di insulina mylife™
YpsoPump®, sviluppato dall’Azienda svizzera Ypsomed, con
l’obiettivo di coniugare qualità di vita, appropriatezza e sostenibilità nella
terapia del diabete tipo 1, fornendo una risposta concreta alle esigenze dei
medici, delle persone diabetiche e dei sistemi sanitari.
Piccolo e discreto, leggero (83 grammi,
batterie incluse), essenziale, dotato di un touchscreen intuitivo con solo 7 icone e pratico da
ricaricare, grazie alle cartucce
di insulina pre-riempite: l’innovativo device è il primo
microinfusore “economicamente sostenibile”, che consente al SSN di ottimizzare l'uso delle risorse fino
al 70%, offrendo così la possibilità di ampliare
considerevolmente il numero di pazienti trattati. Dopo il lancio in Germania,
Olanda, UK e Repubblica Ceca, Mylife™ YpsoPump® sarà a breve disponibile anche in Italia
e verrà presentato alla comunità medica al XXI Congresso Nazionale AMD - Associazione Medici
Diabetologi (Napoli, 17- 20 maggio).
Il diabete di tipo 1
colpisce circa 300.000
italiani (1), tra adulti e bambini, con un trend in continua
crescita. Si tratta di una patologia cronica autoimmune, caratterizzata
dall’incapacità del pancreas di produrre insulina, e richiede, per tutta la
vita, la somministrazione dell’ormone tramite iniezione sottocute, al fine di
regolare i livelli ematici di glucosio.
Numerosi
studi confermano che la terapia
insulinica con microinfusore ha rivoluzionato negli ultimi decenni le cure,
permettendo una maggiore flessibilità, un migliore controllo del profilo glicemico
e una riduzione del rischio di complicanze, quali seri episodi di ipoglicemia,
problemi cardiovascolari (2), neuropatie, retinopatie e amputazioni. Nonostante
i vantaggi clinici finora documentati, il ricorso a questa tipologia di
trattamento è ancora poco diffuso in Italia e disomogeneo tra le diverse
Regioni. Il costo più elevato, il tempo necessario per la formazione del
paziente e la mancanza di personale sono spesso fattori di ostacolo alla sua
adozione.
“Rispetto alla modalità classica di
somministrazione sottocutanea multi-iniettiva, la terapia intensiva con
microinfusori continui di insulina (CSII) ha mostrato un miglior controllo
glicometabolico in pazienti con diabete tipo 1 di lunga durata (3) e una netta
riduzione delle ipoglicemie (4)”,
spiega Paolo Pozzilli,
Ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Direttore UOC
Endocrinologia e Diabetologia, Università Campus Bio-Medico di Roma. “In Italia sono circa 12-14.000 le
persone diabetiche trattate con microinfusore (5): benché destinato ad
aumentare, il dato è ancora molto basso se confrontato con gli altri Paesi
europei, dove la terapia con CSII è seguita dal 5 al 15% dei pazienti, mentre
negli USA la percentuale è vicina al 40%. Le tecnologie sviluppate negli ultimi
anni hanno reso i dispositivi sempre più sofisticati, offrendo la possibilità
di personalizzare la terapia in base alle caratteristiche della persona. Oggi
abbiamo tre sistemi di microinfusione: quelli tradizionali, che consentono di
regolare l’infusione basale con diverse velocità, secondo il momento della
giornata; le pompe-cerotto senza cateteri, compatte e impermeabili, che si
applicano sulla pelle e non devono essere scollegate in caso di sport o se si
fa una doccia; i sistemi di monitoraggio glicemico continuo, con sensore
sottocutaneo che rileva la concentrazione di glucosio nel liquido interstiziale
del derma, impiegati in combinazione col microinfusore o integrati in esso. Più
diventano complessi i sistemi di microinfusione, maggiore sarà l’impegno che
richiederanno a livello economico e di addestramento. Disporre di varie opzioni
– dalle più sofisticate a quelle più essenziali, a costi sostenibili – consente
al diabetologo di scegliere la soluzione più appropriata, in funzione delle
reali esigenze del paziente, e rappresenta un’ulteriore opportunità per
ampliare l’accesso alla microinfusione”.
“L’incremento della prevalenza e
incidenza del diabete tipo 1 e le recenti innovazioni in campo tecnologico
costringono ad affrontare il tema della sostenibilità futura nella gestione
della patologia”, afferma Giorgio
Lorenzo Colombo, Docente di Organizzazione Aziendale,
Università degli Studi di Pavia, e Direttore Scientifico del Centro di ricerca
S.A.V.E. Studi di Milano. “Le
ultime analisi indicano una spesa media annua a paziente fino a oltre 5.000
euro (6) considerando anche le complicanze della malattia, che hanno un
notevole impatto clinico ed economico: solo un quarto circa dei pazienti,
infatti, raggiunge gli obiettivi terapeutici. Nonostante l’infusione continua
di insulina sia lo strumento d’elezione per ottenere un compenso metabolico
ottimale, la sua diffusione nel nostro Paese è ancora ostacolata da evidenti
problemi di budget. Per assicurare a tutti la migliore assistenza possibile,
diventa fondamentale ragionare in termini di appropriatezza delle cure.
L’offerta attuale di soluzioni sempre più complesse, come i sistemi dotati di
sensore integrato (SAP), si associa a un aumento significativo dei costi, che impedisce
l’accesso alla tecnologia a tanti pazienti desiderosi di passare dalle
iniezioni multiple alla terapia con microinfusore. Molti diabetici, però, non
necessiterebbero di sistemi di microinfusione tanto sofisticati. Se i
prescrittori avessero a disposizione dispositivi di qualità ma più essenziali,
innovativi rispetto alla terapia multi-iniettiva ma meno complessi e quindi
meno costosi dei SAP, si potrebbe determinare un utilizzo più efficiente delle
risorse e un ampliamento dell’accesso a cure costo-efficaci, riducendo così le
complicanze e le relative ricadute economiche, a breve e lungo termine”.
Proprio
per rispondere alle sfide che i sistemi sanitari oggi si trovano ad affrontare,
nella presa in carico del diabete di tipo 1, nasce mylife™ YpsoPump®.
Affidabile, comodo da utilizzare e di facile training, il nuovo microinfusore
che semplifica la cura
è l'unico interamente
realizzato in Europa, per la precisione in Svizzera; è
compatibile con numerosi glucometri e, grazie al set di infusione ruotabile a
360°, assicura una maggiore libertà di movimento. Nella sua essenzialità,
YpsoPump® garantisce il mantenimento di un elevato standard nella terapia insulinica,
migliorando il controllo glicemico rispetto alla multi-iniettiva e ottimizzando
l'uso delle risorse del 30-70%: in altri termini, potrebbe consentire di trattare con la microinfusione fino al
triplo dei pazienti, rispetto ai sistemi “full-optionals”,
sicuramente utili per gruppi selezionati di utenti.
“Per una gestione più serena della sua
patologia, la persona diabetica ha fondamentalmente tre desideri",
rivela Albino Bottazzo,
Presidente FAND – Associazione Italiana Diabetici. “In primo luogo, vorrebbe che i trattamenti fossero più
equi e uniformi in tutta Italia, con centri di riferimento cui potersi affidare
e modalità di rimborso uguali, a prescindere dalla Regione di residenza. Le
tecnologie per la microinfusione di insulina, inoltre, dovrebbero essere più
facilmente accessibili per i pazienti ancora in terapia multi-iniettiva, in
funzione delle loro caratteristiche e delle necessità cliniche, determinate dal
team diabetologico. Infine, il diabetico vuole condurre una vita normale, senza
doversi occupare in modo intensivo della propria condizione, sentendosi
‘malato’: è quindi fondamentale che i device abbiano tra le loro
caratteristiche la semplicità d’uso, oltre a costi compatibili con la
situazione economica generale. La FAND si batterà sempre a tutela dei pazienti
italiani, affinché queste aspirazioni possano concretizzarsi nella realtà
quotidiana”.
“Da sempre, Ypsomed è impegnata a
trovare soluzioni innovative e sostenibili, in grado di supportare
concretamente le persone diabetiche nel quotidiano”, dichiara Peter Georg Haag,
Amministratore Delegato e Direttore Generale di Ypsomed Italia. “Dopo il lancio, tre anni fa, della
prima pompa-cerotto senza cateteri, oggi presentiamo un nuovo microinfusore che
intende essere il nostro contributo per soddisfare le esigenze attuali dei
Servizi Sanitari. Ci auguriamo che YpsoPump® possa rappresentare un’ulteriore
opzione nell’ottica di individuare il device più adatto a quei pazienti che,
pur non necessitando di tutte le funzioni dei sistemi complessi, attendono di
poter passare dalle iniezioni multiple giornaliere al sistema di infusione
continua di insulina, per migliorare la propria qualità di vita”.
(1)
Fonte: Ministero della Salute.
(2)
Steineck I. et al., “Insulin pump therapy, multiple daily injections, and
cardiovascular mortality in 18 168 people with type 1 diabetes: observational
study”, BMJ 2015;350:h3234 | doi: 10.1136/bmj.h3234.
(3)
Ruiz-de-Adana MS et al., “Comparison between a multiple daily insulin injection
regimen (basal once-daily glargine plus mealtime lispro) and continuous
subcutaneous insulin infusion (lispro) using continuous glucose monitoring in
metabolically optimized type 1 diabetes patients: A randomized open-labelled
parallel study”, Med Clin (Barc) 2016 Mar 18;146(6):239-46.
(4)
Pickup JC et al., “Severe hypoglycaemia and glycaemic control in Type 1
diabetes: meta-analysis of multiple daily insulin injections compared with
continuous subcutaneous insulin infusion (review)”, Diabetic Medicine
2008;25:765.
(5)
Bruttomesso D, et al., “Italian Study Group on Diffusion of CSII: Continuous
subcutaneous insulin infusion in Italy: third national survey”, Diabetes
Technol Ther. 2015 Feb;17(2):96-104.
(6) Bruno
G et al., “Incidence, prevalence, costs and quality of care of type 1 diabetes
in Italy, age 0-29 years: The population-based CINECA-SID ARNO Observatory,
2002-2012”, Nutr Metab Cardiovasc Dis 2016 Dec; 26(12):1104-1111.
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