MEDICINA – IPOTIROIDISMO: STUDI ITALIANI POSSONO CAMBIARE IL RISVEGLIO DI MILIONI DI IPOTIROIDEI
DIMOSTRATA LA POSSIBILITÀ DI ASSUMERE LA LEVOTIROXINA
IN FORMULA LIQUIDA INSIEME ALLA
COLAZIONE
Milano, 23 febbraio 2016 – Tre studi italiani
possono cambiare le abitudini di 4 milioni di ipotiroidei che la mattina hanno
un risveglio macchinoso, c’è chi addirittura mette la sveglia un’ora prima per
assumere correttamente la levotiroxina, il farmaco di riferimento per
l’ipotiroidismo.
“I risultati dello studio italiano TICO1
pubblicato recentemente su Thyroid, afferma Carlo Cappelli, Endocrinologo,
responsabile Ambulatori della Tiroide-Endocrinologia-2° Medicina, Dipartimento
di Scienze Cliniche e Sperimentali, ASST degli Spedali Civili di Brescia e
firmatario della ricerca, dimostrano che la levotiroxina nella forma liquida
può essere assunta contemporaneamente alla colazione, e messa anche
direttamente nella spremuta, nel cappuccino o nel caffè2, non influenzando
l’efficacia del farmaco. Un sostanziale superamento del problema dell’aderenza
ad una terapia che prevede, con la tradizionale compressa, un’attesa di almeno
30 minuti tra l’assunzione della levotiroxina e la prima colazione. Questo
studio clinico randomizzato, cross-over, condotto in doppio cieco e controllato
con placebo ha arruolato 77 pazienti (64 donne e 13 uomini) ipotiroidei mai
trattati farmacologicamente che hanno assunto per 6 settimane la soluzione
liquida di levotiroxina o il placebo 30 minuti prima della colazione o al
momento della colazione. Dopo il trattamento, i pazienti dei due gruppi hanno
raggiunto uno stato eutiroideo e non è stata osservata alcuna differenza
significativa per quanto riguarda le concentrazioni di TSH, FT4 e FT3, i
parametri ematici di controllo della tiroide”.
“Un altro studio condotto dal mio team e
pubblicato su Endocrine3, continua Efisio Puxeddu,
Professore Associato, Dipartimento di Medicina, Università degli Studi di
Perugia, conferma che la formulazione liquida di levotiroxina è in grado di
superare le restrizioni di assunzione proprie della formulazione in compresse.
È stata dimostrata la pari efficacia terapeutica, attraverso la misurazione
della concentrazione di TSH, tra la somministrazione della levotiroxina liquida
durante la colazione o 10 minuti prima di colazione”.
“L’annullamento dei tempi di attesa tra
l’assunzione del farmaco e la prima colazione, dice Enrico Papini, Responsabile
Scientifico AME, Associazione Medici Endocrinologi e Direttore UOC
Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Ospedale Regina Apostolorum, Albano
Laziale, è un elemento veramente essenziale per migliorare l’aderenza del
paziente alla terapia, dalla quale in molti casi dipende la risposta
clinica.
Uno studio appena concluso, condotto in tre
centri di riferimento per la tiroide e i cui risultati verranno presentati al
prossimo congresso dell’Endocrine Society, è stato eseguito su 101 pazienti
ipotiroidei consecutivi con valori stabili di TSH in corso di terapia sostitutiva.
Il passaggio dalla tradizionale terapia in compresse alla formulazione liquida
al momento della colazione si è associato a un miglioramento della qualità di
vita nella maggioranza (66%) dei casi, secondo quanto dichiarato dagli
interessati, mentre i valori medi di TSH e i principali parametri metabolici
non hanno mostrato modificazioni significative. Resta ovviamente confermata,
nella pratica clinica, la necessità di un ricontrollo dopo un mese del profilo
tiroideo in seguito al passaggio dall’una all’altra forma di terapia”.
I risultati di questi studi, potrebbero mettere
d’accordo endocrinologi e pazienti che, come rileva un’indagine DoxaPharma, che
ha intervistato pazienti, medici di medicina generale e endocrinologi, mette in
evidenza come l’elemento critico della terapia dell’ipotiroidismo sia proprio
l’imposizione di quella pausa tra l’assunzione della levotiroxina e la
colazione, che anticipa il risveglio e rallenta l’inizio della giornata.
Infatti il 68% degli endocrinologi e il 43% dei medici di famiglia riceve
segnalazioni da parte dei pazienti sull’insofferenza di questa modalità di
assunzione.
“Il grande interesse di questi dati è legato al
fatto che circa il 10% della popolazione italiana soffre di una patologia della
tiroide e oltre il 3% è in terapia con levotiroxina (LT4). L’ipotiroidismo,
inoltre, colpisce il genere femminile nell’80% dei casi, con picchi elevati nel
periodo post-menopausale, precisa Enrico Papini. La terapia con levotiroxina
viene assunta quando la tiroide non produce in quantità sufficiente questa
sostanza o quando la ghiandola è stata asportata. Purtroppo l’assorbimento
dell’ormone sostitutivo, la levotiroxina, è stato finora molto sensibile a
numerosi farmaci e condizioni cliniche, creando una serie di variabili che possono
mettere in discussione il successo della terapia”.
“La formulazione liquida della levotiroxina
presenta ora diversi vantaggi, continua Puxeddu, infatti, la compressa può non
essere facilmente assorbita e assimilata in alcune condizioni patologiche e non
patologiche. L’assorbimento dell’ormone tiroideo, come detto, è legato a tante
variabili come l’ingestione contemporanea di cibo, di caffè, di fibre o soia,
la ridotta acidità gastrica, condizioni di malassorbimento, l’intolleranza al
lattosio e assunzione di altri farmaci come inibitori di pompa protonica (PPI)
e antiacidi4,5,6,7. In questi casi, fino ad ora, l’endocrinologo
poteva solo aumentare la dose di levotiroxina per garantire il raggiungimento
dell’obiettivo terapeutico. Questo problema può essere risolto con la
formulazione liquida che migliorando il profilo farmacocinetico dell’ormone, ne
rende meno influenzabile e più stabile l’assorbimento, assicurandolo in tempi
rapidi8,9”.
“È ormai evidente che l’efficacia della cura
delle patologie non dipende soltanto dall’appropriatezza prescrittiva, conclude
Paola Polano, Presidente CAPE, Comitato Associazione Pazienti
Endocrini, ma anche dal coinvolgimento del paziente nel percorso terapeutico,
soprattutto in presenza di una patologia cronica come l’ipotiroidismo. La
giusta interazione tra il medico e il paziente permette ai pazienti stessi di
sentirsi parte attiva e consapevole del percorso terapeutico e ai medici di
trovare la corretta collaborazione che consenta di adeguare la prescrizione
alle esigenze del singolo paziente soprattutto con riferimento alla possibilità
di scelta tra le diverse formulazioni di levotiroxina oggi disponibili che
consentono di prescrivere al paziente una cura non solo adeguata ma anche
giusta per il proprio stile di vita e che permettono di migliorare la qualità
di vita del paziente fin dalle prime ore della giornata”.
TAG: IPOTIROIDISMO – LEVOTIROXINA LIQUIDA –
COLAZIONE – STUDI CLINICI ITALIANI – ADERENZA TERAPEUTICA – QUALITÀ DI VITA –
DOXAPHARMA – PAZIENTI – ENDOCRINOLOGI –IBSA – ASSOCIAZIONE MEDICI ENDOCRINOLOGI
1_Cappelli C, Pirola I, Daffini L, Formenti A,
Iacobello C, Cristiano A, Gandossi E, Agabiti Rosei E, Castellano M. A
Double-Blind Placebo-Controlled Trial of Liquid Thyroxina Ingested at
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2_Bernareggi A, Grata E, Pinorini MT, Conti A.
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3_Morelli S, Reboldi G, Moretti S, Menicali E,
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Nota informativa (Delibera
dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, n. 256/10/CSP del 9
dicembre 2010, all. A, art. 4)
Soggetto realizzatore: Doxa
Pharma Srl - Milano. Soggetto committente e acquirente: IBSA Estensione
territoriale del campione: nazionale. Consistenza numerica
del campione: 1) fase qualitativa: 12 ETNOBLOG compilati da
pazienti con diagnosi di ipotiroidismo ed in trattamento farmacologico
differente: 8 pazienti in trattamento con terapia tradizionale (compresse) e
4 con terapia innovativa (liquida) 2) fase quantitativa 250 interviste CATI,
rivolte a due target medici: 150 MMG e 100 endocrinologi - Data di
esecuzione: 15-21/12/2015 per la fase qualitativa e 7-20/01/2016
per la fase quantitativa
Il documento completo relativo al sondaggio è
disponibile sul sito www.agcom.it.
Ufficio stampa Maria D’Acquino, cell. 346 6435192 m.dacquino@vrelations.it Carlotta Freri, tel 02 87285492 ufficiostampa.ibsa@vrelations.it
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