Disbiosi intestinale nel paziente celiaco: per contrastare l’IBS è dimostrata l’efficacia di un probiotico multiceppo
I pazienti celiaci che seguono una dieta senza glutine possono manifestare
disturbi gastrointestinali, tipici della Sindrome dell’Intestino Irritabile
(IBS): uno studio, presentato oggi a Milano, prova che l’azione di una miscela
di probiotici (Lattobacilli e Bifidobatteri) può ripristinare la flora
batterica intestinale e migliorare i sintomi anche nei pazienti celiaci. Su
questa base è nato un nuovo integratore alimentare che in sole sei settimane
riduce i sintomi gastrointestinali.
Milano,
24 ottobre 2018 – La dieta priva di glutine, conseguente
alla diagnosi di celiachia, non sempre dispensa il paziente dai tipici disturbi
dell’IBS, la sindrome dell’intestino irritabile. Molto spesso infatti anche nei
pazienti celiaci che seguono attentamente le indicazioni dietetiche persistono
problemi gastrointestinali, tipici dell’IBS, dovuti principalmente alla carenza
di bifidobatteri nella flora batterica. Fondamentale,
quindi, agire in modo efficace sullo squilibrio intestinale, la disbiosi. Uno
studio clinico, illustrato oggi a Milano durante la conferenza stampa “Celiachia e probiotici:
l’efficacia dimostrata di un nuovo probiotico multiceppo nei pazienti con
celiachia e gluten sensitivity”, comprova la validità d’azione
di un nuovo
probiotico multiceppo, composto da Lattobacilli e Bifidobatteri.
“In letteratura è noto che il rischio di avere sintomi
di intestino irritabile per i pazienti celiaci, anche se a dieta, è 4 o 5 volte
maggiore dei pazienti non celiaci – spiega il professor Ruggiero Francavilla, Pediatra
Gastroenterologo della Clinica Pediatrica Universitaria Ospedale Pediatrico
Giovanni XXIII di Bari, che ha condotto lo studio “Clinical and Microbiological Effect of a Multispecies
Probiotic Supplementation in Celiac Patients With Persistent IBS-type Symptoms”
insieme a Maria De Angelis, Professore associato dell’Università degli studi di
Bari Aldo Moro.
L’analisi è partita dal
presupposto che la disbiosi intestinale nei pazienti celiaci a dieta, simile a
quella dei pazienti con colon irritabile, potrebbe essere alla base
dell’aumento della prevalenza della sintomatologia. “L’obiettivo dello studio è stato
valutare l'efficacia e la sicurezza di una miscela probiotica composta da 3
Bifidobatteri e 2 Lattobacilli in pazienti con malattia celiaca (CD) con
sintomi di sindrome dell'intestino irritabile (IBS) nonostante una rigorosa
dieta priva di glutine (GFD). I pazienti che hanno assunto il probiotico hanno
mostrato un miglioramento degli score sintomatologici rispetto a coloro che
avevano preso il placebo”.
In totale sono stati presi in
esame 109 pazienti celiaci, inseriti in questo studio clinico randomizzato, in
doppio cieco, controllato con placebo: ad una parte di questi (celiaci a dieta
da almeno due anni) è stata somministrata per 6 settimane una miscela di 3
Bifidobatteri e 2 Lattobacilli, mentre a un secondo gruppo è stato
somministrato un placebo. Successivamente, per ulteriori 6 settimane, i
pazienti sono rimasti in osservazione senza assumere alcun prodotto. Al termine
dello studio, i pazienti che hanno assunto il probiotico hanno mostrato un notevole miglioramento
degli score sintomatologici rispetto a coloro che avevano preso
placebo.
“Alla fine del trattamento si è registrato un aumento
di Lattobacilli e Bifidobatteri nel gruppo di pazienti trattati con il
probiotico multiceppo e l’aumento dei Bifidobatteri è stato confermato anche
dopo le sei settimane di follow up. Non sono stati segnalati eventi avversi”,
conclude il professor Francavilla.
“Il paziente celiaco che ha eliminato il glutine dalla dieta da almeno due anni è un paziente in remissione: se non ha IBS, ci si aspetta che abbia una mucosa intestinale uguale a quella degli individui sani privi di disbiosi. Questo, di fatto, non avviene - aggiunge la professoressa Maria De Angelis. Se il paziente celiaco in remissione presenta disbiosi intestinale, la causa potrebbe essere la carenza di fibra nella dieta celiaca: togliendo alimenti contenenti glutine, si toglie una frazione di fibra solubile che è invece utile allo sviluppo del microbiota intestinale. Quando c’è IBS peggiora ulteriormente la situazione del microbiota intestinale nel paziente celiaco”.
“Il paziente celiaco che ha eliminato il glutine dalla dieta da almeno due anni è un paziente in remissione: se non ha IBS, ci si aspetta che abbia una mucosa intestinale uguale a quella degli individui sani privi di disbiosi. Questo, di fatto, non avviene - aggiunge la professoressa Maria De Angelis. Se il paziente celiaco in remissione presenta disbiosi intestinale, la causa potrebbe essere la carenza di fibra nella dieta celiaca: togliendo alimenti contenenti glutine, si toglie una frazione di fibra solubile che è invece utile allo sviluppo del microbiota intestinale. Quando c’è IBS peggiora ulteriormente la situazione del microbiota intestinale nel paziente celiaco”.
Dallo studio è nato così un nuovo integratore alimentare,
oggi disponibile in farmacia, che riduce i sintomi gastrointestinali e aumenta
i Lattobacilli e i Bifidobatteri nei pazienti affetti da malattia celiaca.
Il professor Basilio Malamisura, Specialista in Pediatria e Direttore U.O. di Pediatria e Centro di riferimento regionale per la Celiachia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno, parla di una correlazione tra le due patologie, in quanto l’agente scatenante può essere lo stesso. Il prof. Malamisura ricorda che “vi sono dei collegamenti tra le due condizioni: IBS e celiachia vengono spesso innescati dall’ingestione di alimenti con frumento, anche se il meccanismo alla base è diverso. Nel caso della celiachia, la patologia viene scatenata dall’ingestione di una proteina contenuta nel frumento, la gliadina, che si assembla con le glutenine durante la lavorazione dell’impasto a costituire il glutine. Invece nell’IBS la responsabilità è da attribuire ad altri fattori contenuti nel frumento, tra cui alcuni zuccheri non digeribili che vengono fermentati dalla flora batterica intestinale producendo gas in eccesso responsabili dei vari disturbi dell’IBS”.
Il professor Basilio Malamisura, Specialista in Pediatria e Direttore U.O. di Pediatria e Centro di riferimento regionale per la Celiachia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno, parla di una correlazione tra le due patologie, in quanto l’agente scatenante può essere lo stesso. Il prof. Malamisura ricorda che “vi sono dei collegamenti tra le due condizioni: IBS e celiachia vengono spesso innescati dall’ingestione di alimenti con frumento, anche se il meccanismo alla base è diverso. Nel caso della celiachia, la patologia viene scatenata dall’ingestione di una proteina contenuta nel frumento, la gliadina, che si assembla con le glutenine durante la lavorazione dell’impasto a costituire il glutine. Invece nell’IBS la responsabilità è da attribuire ad altri fattori contenuti nel frumento, tra cui alcuni zuccheri non digeribili che vengono fermentati dalla flora batterica intestinale producendo gas in eccesso responsabili dei vari disturbi dell’IBS”.
È necessario però saper
distinguere le due situazioni escludendo in
primis la celiachia attraverso esami di laboratorio specifici. La celiachia infatti è una
patologia di tipo autoimmune su base genetica, multifattoriale,
la cui frequenza si
avvicina al 2% della popolazione e può manifestarsi a qualsiasi età.
“Attualmente sappiamo che i fattori determinanti sono genetici uniti a fattori esterni, come l’ingestione del glutine, ma potrebbero esserci altri elementi responsabili della patologia – conclude il prof. Carlo Catassi, Direttore della Clinica Pediatrica Universitaria Politecnica delle Marche -. Possono influire sull’insorgenza della celiachia infezioni riscontrate da bambino, alimentazione infantile, somministrazione di antibiotici. Questi fattori possono modificare il microbiota intestinale, cioè la flora batterica presente nel nostro intestino, che può a sua volta influenzare la funzione immunitaria e la permeabilità intestinale. Sulla base di quanto sopra, possiamo affermare che il microbiota potrebbe giocare un ruolo nello scatenare la patologia celiaca in un soggetto predisposto”.
“Attualmente sappiamo che i fattori determinanti sono genetici uniti a fattori esterni, come l’ingestione del glutine, ma potrebbero esserci altri elementi responsabili della patologia – conclude il prof. Carlo Catassi, Direttore della Clinica Pediatrica Universitaria Politecnica delle Marche -. Possono influire sull’insorgenza della celiachia infezioni riscontrate da bambino, alimentazione infantile, somministrazione di antibiotici. Questi fattori possono modificare il microbiota intestinale, cioè la flora batterica presente nel nostro intestino, che può a sua volta influenzare la funzione immunitaria e la permeabilità intestinale. Sulla base di quanto sopra, possiamo affermare che il microbiota potrebbe giocare un ruolo nello scatenare la patologia celiaca in un soggetto predisposto”.
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