BPCO: la prima tripla associazione fissa in formulazione extrafine in un unico inalatore disponibile per i pazienti italiani, ed è made in Italy. Semplifica la terapia, arriva in profondità ed è efficace.
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La tripla associazione fissa
ICS/LABA/LAMA di Chiesi ha dimostrato un’efficacia superiore nella riduzione
delle riacutizzazioni e nel miglioramento della funzionalità polmonare e dei
sintomi respiratori rispetto alle altre opzioni terapeutiche disponibili, a beneficio
della qualità di vita dei pazienti con BPCO.
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La possibilità di
assumere tre farmaci in un unico inalatore semplifica l’assunzione della
terapia e migliora l’aderenza, ad oggi subottimale.
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L’approvazione della
prima associazione fissa extrafine ICS/LABA/LAMA in formulazione spray conferma
l’impegno e la leadership di Chiesi nell’area respiratoria.
Milano, 10 ottobre 2018 – Approvata in Italia la prima
tripla associazione fissa extrafine, somministrata in un unico inalatore,
indicata per il trattamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). Frutto
della ricerca italiana, il farmaco, a
base di beclometasone dipropionato
(corticosteroide antinfiammatorio per inalazione - ICS), formoterolo (broncodilatatore beta2-agonista ad azione rapida e a lunga
durata - LABA) e glicopirronio
(antagonista muscarinico a lunga durata - LAMA), rappresenta un’importante novità terapeutica per
gli oltre 3,5 milioni di italiani [1] affetti
dalla malattia che ‘toglie il respiro’, costretti ogni giorno a fare i conti
con sintomi invalidanti che possono subire peggioramenti improvvisi, fino alla
comparsa di insufficienza respiratoria acuta, alla necessità di ricovero in
ospedale, se non addirittura al decesso. Si stima, infatti, che in Italia la
BPCO sia responsabile del 50-55% delle
morti per malattie respiratorie [1]. Di questi temi si è discusso
oggi a Milano, nel corso di una conferenza stampa promossa da Chiesi Italia, la
Filiale italiana del Gruppo Chiesi, che ha messo in luce la necessità di una semplificazione anche nella
comunicazione ai pazienti, spesso inconsapevoli della gravità della
malattia, anche a causa del linguaggio tecnico associato alla BPCO.
La tripla associazione
fissa ICS/LABA/LAMA mette insieme in un unico
spray tre principi attivi: uno steroide
inalatorio (ICS) e due broncodilatatori
(LABA/LAMA). Lo steroide inalatorio interviene sul processo infiammatorio che aumenta il rischio di infezioni e di riacutizzazioni, responsabili della
progressione della malattia e del peggioramento della qualità di vita. I
broncodilatatori, invece, agiscono sull’ostruzione
delle piccole vie aeree, cui è legata la dispnea, ovvero la fatica a
respirare, uno dei sintomi principali della BPCO.
“Per i pazienti con BPCO che presentano sintomi importanti – mancanza di
respiro, tosse cronica, eccessiva produzione di catarro – e a rischio di riacutizzazioni, si tratta
della migliore tra le opzioni terapeutiche
possibili con l’utilizzo di un solo inalatore in quanto ha dimostrato di
essere più efficace rispetto alle classi farmacologiche, con cui si è
confrontata in studi clinici, nel ridurre la frequenza e l’intensità delle
riacutizzazioni e di migliorare i sintomi, la funzionalità polmonare e la
qualità di vita in una percentuale più alta di pazienti”, afferma il Professor
Alberto Papi, Direttore della Clinica di Malattie dell’Apparato Respiratorio,
Università di Ferrara. “Oltre al vantaggio di avere un unico device di somministrazione
– prosegue – altra peculiarità di questa tripla associazione fissa è la sua formulazione extrafine: i tre principi
attivi sono erogati in particelle di piccole
dimensioni, rispetto a quelle delle altre associazioni indicate per la
BPCO. Ciò garantisce una distribuzione
omogenea e una elevata deposizione
in tutto l'albero bronchiale, comprese le piccole vie aeree, solitamente più
difficili da raggiungere, e consente ai tre principi attivi di lavorare in sinergia a livello delle vie aeree, a
tutto beneficio per il paziente”.
Le
persone affette da BPCO presentano una ridotta capacità polmonare che impedisce
di respirare normalmente: ad essere colpiti sono principalmente i fumatori
assidui (per circa il 90%) [2], nei quali la patologia
può insorgere già intorno ai 50 anni.
La mancanza di respiro, che inizialmente si avverte solo sotto sforzo, col
passare del tempo arriva a manifestarsi anche a riposo, impedendo persino di
svolgere le abituali attività quotidiane come fare la spesa o salire le scale.
“Trattandosi di una patologia
cronica e progressiva, ai fini di una corretta gestione della BPCO sono
necessarie da un lato una diagnosi il
più precoce possibile, dall’altro una somministrazione
della terapia attenta e regolare da parte del paziente”, dichiara il Professor Antonio Spanevello, Professore
di Malattie dell’Apparato Respiratorio, Università dell’Insubria – Istituti
Maugeri. “Nella BPCO – prosegue – l’aderenza
è ancora subottimale, intorno al 30%,
anche a causa dell’utilizzo di più device per la terapia, oltre che di una
tecnica inalatoria spesso errata. La disponibilità di un’opzione terapeutica
che consente di utilizzare un inalatore
unico con un’unica posologia
rappresenta una semplificazione
sostanziale per il malato, con ricadute
molto positive sull’aderenza e sul successo
della terapia”.
“Tra i fattori che
influenzano l’aderenza ci sono senza dubbio la scarsa consapevolezza e comprensione della malattia, alimentate
dalla difficoltà di alcuni tecnicismi ad essa correlati, a partire dallo stesso
acronimo BPCO, e da termini quali dispnea, espettorato, esacerbazioni, ‘puff’
per indicare l’inalatore e così via”, afferma Paola
Perna, Docente di Comunicazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano e della “Palestra della Scrittura”. “Proprio perché la BPCO è una patologia complessa – conclude –, va semplificata
nel linguaggio utilizzato dai professionisti sanitari, ma anche dai media.
Ciò non vuol dire perdere in precisione e chiarezza, ma, al contrario,
costruire fiducia e familiarità con il tema, superando il rischio di
incomprensione e sottovalutazione della malattia e quindi di non aderenza alle
cure prescritte”.
“Mettere
a disposizione dei pazienti la prima tripla associazione fissa extrafine in un
unico inalatore rappresenta un grande traguardo per Chiesi, che conferma
l’importante contributo della ricerca italiana all’innovazione scientifica
nell’area delle malattie respiratorie, nella quale siamo leader a livello
mondiale e costantemente impegnati nello sviluppo di nuove opzioni terapeutiche
sempre più efficaci, sicure e facili da assumere per il paziente.” dichiara
Raffaello Innocenti, Direttore Generale di Chiesi Italia, la filiale
italiana del Gruppo Chiesi. “Siamo molto orgogliosi di poter offrire ai
tanti pazienti italiani che soffrono di BPCO un’opzione terapeutica che
rappresenta una pietra miliare nel trattamento di una delle patologie
croniche a più alto impatto epidemiologico, sociale ed economico. Orgoglio che,
in quanto italiano, mi sento di aggiungere trova riscontro anche in un’altra
tripla associazione: ricerca, produzione e organizzazione made in Italy”.
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