Comunicato stampa
BEIGENE ANNUNCIA CHE È DISPONIBILE ANCHE IN ITALIA, IN REGIME DI RIMBORSABILITÀ
DAL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, DI BRUKINSA® (ZANUBRUTINIB) PER IL TRATTAMENTO di pazienti adulti
affetti da macroglobulinemia di Waldenström (WM) che hanno ricevuto almeno una
precedente terapia, o come trattamento di prima linea per pazienti non idonei
alla chemio-immunoterapia.
È
rimborsato in Italia dal Servizio Sanitario Nazionale l’inibitore orale della
tirosino-chinasi di Bruton (BTK) BRUKINSA® (zanubrutinib) per il
trattamento di pazienti adulti affetti da macroglobulinemia di Waldenström (WM)
che hanno ricevuto almeno una precedente terapia, o come trattamento di prima
linea per pazienti non idonei alla chemio-immunoterapia. L’approvazione di
zanubrutinib si fonda sui risultati di efficacia e sicurezza dello studio di
fase 3 ASPEN che ha confrontato zanubrutinib a ibrutinib.
Zanubrutinib
è un BTK di nuova generazione attualmente in fase di studio a livello globale
nell'ambito di un ampio programma clinico che ne sta valutando l'impiego sia in
monoterapia che in combinazione con altre terapie per il trattamento di vari
tumori maligni delle cellule B. Oggi, BeiGene commercializza zanubrutinib, con
il nome commerciale di BRUKINSA®, in oltre 55 Paesi inclusi gli Stati Uniti, in
Canada, Unione Europea e in Cina e in alcuni Paesi fornisce l'accesso a
zanubrutinib nell'ambito di un programma di uso compassionevole (CUP).
Milano, Italia, 24
Novembre 2022- BeiGene
(NASDAQ: BGNE; HKEX: 06160) ha annunciato che la molecola zanubrutinib (BRUKINSA®)
è ora disponibile anche in Italia per pazienti adulti affetti da
macroglobulinemia di Waldenström (WM) che hanno ricevuto almeno una precedente
terapia, o come trattamento di prima linea per pazienti non idonei alla
chemio-immunoterapia “L'inibizione della tirosino-chinasi di Bruton (BTK)
è un approccio consolidato per il trattamento della WM e l'approvazione di
BRUKINSA offre un'importante nuova opzione terapeutica in questi pazienti”, ha
affermato il Professor Pier Luigi Zinzani, Ordinario di Ematologia presso
l’Università degli studi di Bologna – Istituto di Ematologia L e A Seragnoli "In Italia, i pazienti avranno dunque
la possibilità di essere trattati con una molecola innovativa che potrebbe portare
a una risposta profonda e duratura con una migliore tollerabilità, come osservato
nello studio ASPEN".
“La
macroglobulinemia di Waldenström (WM) è una malattia linfoproliferativa
relativamente rara e solitamente a lenta progressione, caratterizzata
dall’infiltrazione del midollo osseo da
parte di linfociti, plasmacellule e linfoplasmociti che secernono una
proteina monoclonale di tipo IgM nel siero” - spiega la Dottoressa Marzia
Varettoni- dirigente medico Divisione di ematologia Fondazione IRCCS
Policlinico San Matteo- Pavia.“La WM rappresenta circa il due per cento di
tutti i linfomi non-Hodgkin- continua la dottoressa Varettoni- e, in
genere, evolve lentamente dopo la diagnosi.2 La malattia di solito
colpisce soggetti anziani ed è localizzata prevalentemente nel midollo osseo,
sebbene anche i linfonodi e la milza possano essere coinvolti.3 In
Europa, il tasso di incidenza stimato della WM è di circa sette su un milione
negli uomini e quattro su un milione nelle donne”.4
"
L’ottenimento della rimborsabilità
di BRUKINSA in Italia rappresenta un importante passo avanti verso l'obiettivo
che BeiGene si è dato ovvero dare accesso a farmaci oncologici innovativi a
livello globale". "In Italia stiamo costruendo una grande squadra impegnata
a far sì che i pazienti che vivono con la malattia di Waldenström abbiano la
possibilità di accedere a BRUKINSA" dichiara Marco Sartori, General
Manager di BeiGene Italia.
Cos’è la macroglobulinemia
di Waldenström?
La
macroglobulinemia di Waldenström (WM) è una malattia linfoproliferativa
relativamente rara e solitamente a lenta progressione, caratterizzata
dall’infiltrazione nel midollo osseo e dalla secrezione della proteina
monoclonale immunoglobulina M (IgM) dalle cellule linfoplasmocitoidi. La WM
rappresenta circa il 2 per cento di tutti i linfomi non-Hodgkin e, in genere, evolve
lentamente dopo la diagnosi.2 La malattia di solito colpisce soggetti
anziani ed è localizzata prevalentemente nel midollo osseo, sebbene anche i
linfonodi e la milza possano essere coinvolti.3 In Europa, si stima che la malattia di Waldenström
abbia un tasso di incidenza negli uomini di di circa sette su un milione e
quattro su un milione nelle donne.4
Lo studio ASPEN
Lo
studio ASPEN (NCT03053440) è uno studio clinico multicentrico randomizzato open-label
di fase 3, il cui obiettivo è di confrontare efficacia e sicurezza di BRUKINSA
(zanubrutinib) con ibrutinib in pazienti con WM recidivante o refrattaria (R/R),
o pazienti WM naïve al trattamento considerati non idonei alla chemio-immunoterapia.1 L’obiettivo principale era valutare
la superiorità di BRUKINSA rispetto a ibrutinib in termini di tasso di risposta
completa (CR) o risposta parziale molto buona (VGPR). Gli endpoint secondari
includevano il tasso di risposta maggiore, la durata della risposta, la
sopravvivenza libera da progressione e il profilo di sicurezza, misurata in
base all'incidenza, alla tempistica e alla gravità degli eventi avversi in
corso di trattamento. Le popolazioni analizzate includevano la popolazione
complessiva (n=201), la cui maggioranza erano pazienti R/R (n=164). Gli
endpoint esplorativi includevano la valutazione della qualità della vita.
Un
comitato di revisori indipendenti ha determinato, sulla base dei criteri di
risposta alla terapia aggiornati dal VI Workshop Internazionale sui Criteri di Risposta
della Macroglobulinemia di Waldenström (IWWM-6) che il tasso combinato di CR e
VGPR dell’intera popolazione (intention to treat, ITT) è stato 28% con
BRUKINSA (95% IC: 20-38) e 19% con ibrutinib (95% IC: 12-28). Benché questa
differenza non sia statisticamente significativa, BRUKINSA ha ottenuto tassi
VGPR numericamente più elevati con una tendenza verso una migliore qualità
della risposta.1
Nello
studio ASPEN, BRUKINSA ha dimostrato un profilo di sicurezza più favorevole
rispetto ad ibrutinib con una minore frequenza di reazioni avverse tra cui
fibrillazione o flutter atriale (2% contro 15%), episodi minori di sanguinamento
(49% contro 59%) ed emorragia grave (6% contro 9%). Nonostante i tassi più
elevati di neutropenia di grado ≥3, i pazienti in trattamento con BRUKINSA non
hanno mostrato tassi di infezione più elevati rispetto a quelli trattati con
ibrutinib. Dei 101 pazienti con WM trattati con BRUKINSA, il 4% ha interrotto
il trattamento a causa di eventi avversi, mentre nel 14% dei casi la dose è
stata ridotta a causa di eventi avversi.1
Lo
studio ha analizzato tre bracci in due coorti di pazienti: una coorte
randomizzata (Coorte 1, N=201) composta da pazienti con mutazione del gene MYD88
(MYD88MUT) e una coorte non randomizzata (Coorte 2, N=28) composta
da pazienti con MYD88 wild-type (MYD88WT). La coorte 1 randomizzata includeva
102 pazienti nel braccio BRUKINSA (83 pazienti R/R e 19 pazienti TN) e 99 nel
braccio ibrutinib (81 pazienti R/R e 18 pazienti TN). I pazienti nel braccio
BRUKINSA hanno ricevuto BRUKINSA 160 mg due volte al giorno (BID) e i pazienti
nel braccio ibrutinib hanno ricevuto 420 mg di ibrutinib una volta al giorno
(QD). Ai pazienti arruolati nella coorte 2, non randomizzata, è stato
somministrato BRUKINSA in quanto, da dati precedenti, risultava improbabile che
questi potessero trarre beneficio dal trattamento con ibrutinib.
BRUKINSA
BRUKINSA (zanubrutinib) è un inibitore della tirosino-chinasi
di Bruton (BTK) scoperto dai ricercatori di BeiGene ed è attualmente in fase di
valutazione a livello globale nell'ambito di un ampio programma clinico che ne
sta valutando l'impiego sia in monoterapia che in combinazione con altre
terapie per il trattamento di vari tumori maligni delle cellule B. Poiché la
proteina BTK viene continuamente sintetizzata dall’organismo, BRUKINSA è stato progettato
specificamente per ottenere un'inibizione completa e prolungata di BTK, grazie
all’ottimizzazione della biodisponibilità, dell’emivita e della selettività del
farmaco. È stato dimostrato che, per effetto della sua farmacocinetica, BRUKINSA
inibisce la proliferazione dei linfociti B maligni all'interno di vari tessuti
rilevanti per la malattia. Ad oggi, BRUKINSA è approvato in più di 55 paesi tra
cui gli Stati Uniti, la Cina, l’Unione Europea, la Gran Bretagna, il Canada, e l’Australia. Recentemente
l’Agenzia Europea per i Medicinali ha approvato BRUKINSA per
il trattamento di pazienti adulti affetti da linfoma della zona marginale (MZL)
che hanno ricevuto almeno una precedente terapia a base di anticorpi anti-CD20 e
per il trattamento di pazienti adulti con leucemia linfocitica cronica (LLC) – indicazioni
non ancora rimborsate dal SSN.
BeiGene Oncologia
BeiGene
è impegnata a sviluppare nuove molecole sia sviluppandole internamente sia in
collaborazione con partner con cui condivide l’approccio allo sviluppo di farmaci
innovativi e l’obiettivo di renderli accessibili per pazienti di tutto il
mondo. Il nostro team di ricerca e sviluppo, in continua crescita, è attualmente
composto da circa 3500 professionisti dedicati a condurre più di 100 studi
clinici, in corso o pianificati, con il coinvolgimento di più di 16.000 tra pazienti
e volontari sani. Il nostro portfolio è gestito principalmente da team impegnati
negli studi clinici in oltre 45 paesi e regioni. Le principali aree di
interesse dell'azienda sono l'emato-oncologia, le terapie mirate per i tumori
solidi e l'immuno-oncologia. Inoltre, la ricerca e sviluppo di terapie mono- e
combinate è una nostra priorità.
BeiGene
ha costruito delle partnership con aziende innovative che condividono l’obiettivo
di sviluppare terapie per rispondere alle esigenze sanitarie globali. In Cina commercializziamo
diversi farmaci oncologici concessi in licenza da Amgen e Bristol Myers Squibb,EUSA
Pharma e Bio Thera. A livello globale, abbiamo anche in programma di rivolgerci
a aree più vase con un bisogno medico insoddisfatto
attraverso le nostre collaborazioni, ad esempio con Mirati Therapeutics, Seagen
e Zymeworks. BeiGene ha stipulato un accordo con Novartis sui
diritti commerciali e di co-sviluppo di un inibitore del check point
immunitario PD-1 scoperto da BeiGene.
BeiGene
BeiGene
è un'azienda biotecnologica globale che si fonda sulla ricerca scientifica e sullo
sviluppo di farmaci innovativi e accessibili, con l’obiettivo di migliorare
l'accesso ai trattamenti per i pazienti in tutto il mondo. Grazie a un ampio
portfolio di oltre 40 candidati clinici, grazie alle competenze interne e alle
collaborazioni, stiamo accelerando lo sviluppo della nostra ampia pipeline di
terapie. Siamo impegnati a migliorare radicalmente l'accesso ai farmaci per due
miliardi di persone in più entro il 2030.
BeiGene
ha un team globale di oltre 9,000 membri in costante crescita nei cinque
continenti ed uffici in Cina, Stati Uniti e Svizzera. Per saperne di più su
BeiGene, visita www.beigene.com e seguici su Twitter all'indirizzo
@BeiGeneGlobal.
Bibliografia
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C.S., Opat, S., D’Sa, S., Jurczak, W., Lee, H.-P., Cull, G., Owen, R.G.,
Marlton, P., Wahlin, B.E., Sanz, R.G., et al. (2020). A
randomized phase 3 trial of zanubrutinib vs ibrutinib in symptomatic
Waldenström macroglobulinemia: the ASPEN study. Blood 136, 2038–2050.
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- Lymphoma Research Foundation (2020).
Waldenström Macroglobulinemia. Consultato
2020. Url: https://lymphoma.org/understanding-lymphoma/aboutlymphoma/nhl/wm/
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Treatment and outcome patterns in European patients with Waldenström’s
macroglobulinaemia: a large, observational, retrospective chart review. Lancet Haematol 5, e299–e309.
10.1016/S2352-3026(18)30087-5.
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