Congresso Nazionale Società Italiana di Pediatria
Al via a Verona i lavori del XXVI Congresso Nazionale Società Italiana di
Pediatria Preventiva e Sociale
“Seminare Salute”
27 -29 novembre 2014
Verona – Roseo Hotel Leon D’Oro
Fino a sabato 29, i pediatri
discutono di diagnosi e terapia delle malattie infantili
e dello sviluppo psicofisico dei bambini.
Roma,
27 novembre 2014 – Al via a Verona i lavori del XXVI Congresso Nazionale
della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS). Nella splendida cornice del Roseo
Hotel Leon D’Oro, sono più di 100 i relatori, tra pediatri ed esperti del
settore, ed oltre 500 i medici che sono pronti a confrontarsi fino a sabato 29
novembre nel campo della diagnosi e della terapia delle malattie infantili e
dello sviluppo psicofisico dei bambini. Partendo
dal presupposto che “Chi semina bene raccoglie buoni frutti”, la SIPPS ha
scelto “Seminare Salute” come slogan
del proprio Congresso, perché i
bambini, se assistiti, osservati e seguiti nel modo migliore possibile, garantiranno
un futuro migliore a se stessi e alle future generazioni.
Questa prima giornata viene aperta alle ore 14.30 dai “Per…corsi”,
proposte di approfondimento su specifiche tematiche. In particolar modo viene
affrontato il tema della dermatologia:
ecco dunque che a Verona si discute di dermatite atopica, infezioni cutanee,
nevi ed angiomi e di segni cutanei di malattie sistemiche. Ma si parla anche di
fibroendoscopia del cavo orale, di mal di testa e di problemi oculari. Alle ore
17.00 il Ministro della Salute, On.
Beatrice Lorenzin, presente con un video messaggio, e Giampietro Chiamenti,
Presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), inaugureranno
ufficialmente il Congresso. La giornata chiuderà i propri battenti con due
letture magistrali, tenute da due luminari della Pediatria moderna: Giovanni
Biggio, che si soffermerà sull’argomento “Il cervello: uno specchio tra l’anima
e l’ambiente”, e Attilio Boner, che affronterà l’argomento “Seminare salute: le
origini fetali della salute e della malattia”.
DOMANI
SECONDA GIORNATA DI LAVORI, DURANTE LA QUALE SI PARLERA’, TRA L’ALTRO, DI:CONSENSUS
La Consensus (in allegato il
documento completo) si basa su un’analisi rigorosa della recente letteratura
internazionale condotta secondo la metodologia della Evidence-Based
Medicine (EBM) e si pone l’obiettivo di definire le evidenze riguardanti il
reale impatto che interventi preventivi a differenti livelli, ambientali,
comportamentali e nutrizionali, possono avere sulla prevalenza ed incidenza
delle allergopatie respiratorie e alimentari. Il documento, un facile e utile
strumento per il pediatra nella sua pratica clinica, elenca la strategia di
ricerca e la sintesi delle raccomandazioni per una rapida consultazione; ci
sono poi i singoli capitoli, con l'esposizione approfondita degli studi
valutati e il razionale che sottende le raccomandazioni, insieme alla
bibliografia. Nella scienza vi sono talora dati incontrovertibili: la Consensus
li recepisce e chiarisce quali interventi possano essere attuati in EBM nel
bambino ad alto rischio di allergia. La Consensus fornisce una linea di
condotta sull’introduzione all’asilo nido: non vi sono ancora evidenze
definitive sul fatto che le infezioni favoriscano o prevengano lo sviluppo di
sensibilizzazione allergica. Ai fini della prevenzione primaria non viene
raccomandato di evitare l'esposizione agli animali domestici deliberatamente
attuata a scopo preventivo. Relativamente ad altri tipi di intervento, come
l'impiego di latti speciali, il documento sottolinea la mancanza di prove di efficacia
che ne giustifichino l’impiego indiscriminato. La SIPPS sostiene
"le linee di indirizzo nazionali sulla Protezione, la promozione e il sostegno
dell'allattamento al seno con cui il ministero ha istituito, con il decreto 15
aprile 2008, un 'Comitato nazionale multisettoriale per l'allattamento materno.
In passato alcuni studi avevano già dimostrato, al compimento dell'anno di vita,
il raggiungimento di migliori capacità visive e prestazioni funzionali a
livello comportamentale e intestinale nei bimbi allattati al seno. Anche a
luglio dello scorso anno la SIPPS mise in luce e accolse favorevolmente questi
ed altri potenziali effetti benefici del latte, alimento naturale per
eccellenza. Non ultimo, quello relativo alla possibilità di fare carriera rispetto
ai bambini cresciuti a latte in polvere. Ancora oggi nessun alimento riesce ad
eguagliare le proprietà del latte materno, vero e proprio sistema biologico non
riproducibile. Per la
prevenzione di asma, rinite e delle malattie allergiche in generale, l’uso dei
probiotici non può essere preso in considerazione per la sua dimostrata
inefficacia, mentre per la dermatite atopica i dati sono più incoraggianti. In
presenza di dati che suggeriscono l’esistenza di un rapporto tra latitudine (e
conseguente livello di esposizione solare) livelli di vitamina D e prevalenza e
gravita di malattie allergiche i dati, provenienti dagli studi osservazionali,
sono contrastanti. Sono quindi necessari ulteriori studi prima di introdurre la
vitamina D come strumento per la prevenzione primaria della sensibilizzazione
allergica.
VECCHIE
E NUOVE DIPENDENZE
In questi ultimi anni Nazioni Unite,
Unione Europea ed importanti centri di ricerca internazionali hanno lanciato
l’allarme: sul mercato illecito delle sostanze stupefacenti compaiono sempre
più nuove sostanze psicoattive (NSP) di origine sintetica, con
caratteristiche farmacologiche e tossicologiche particolarmente pericolose. Dal
2009 il Sistema Nazionale di Allerta Precoce per le droghe del Dipartimento
Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha monitorato
con particolare attenzione la situazione sul territorio italiano ed ha rilevato
oltre 350 nuove sostanze circolanti. Internet, “la rete”, è la via principale
utilizzato da questo nuovo mercato per la pubblicizzazione delle molteplici
offerte di nuove sostanze psicoattive, per la raccolta degli ordinativi e dei
pagamenti mediante carte di credito elettronico, servendosi di normali corrieri
postali per l’invio a domicilio. Il nuovo mercato delle NSP va di pari passo
con quello dei farmaci contraffatti o di vendita illegale che ormai popolano il
web con offerte altrettanto pericolose per la salute pubblica. Nel nostro Paese,
il Sistema Nazionale di Allerta Precoce ha rilevato anche oltre 70 casi di
intossicazione acuta correlati all’assunzione di NSP che hanno avuto bisogno di
cure intensive presso i pronto soccorso. C’è poi da evidenziare la sempre
maggiore diffusione delle droghe da violenza sessuale, che interessano
soprattutto la popolazione femminile. Il fenomeno sta assumendo quindi
rilevanza di sanità pubblica, affiancandosi e, spesso, sovrapponendosi con
quello delle droghe tradizionali quali eroina, cocaina, cannabis e amfetamine.
Il fenomeno assume toni ancora più preoccupanti se si considera la pervasiva
infiltrazione delle offerte nella in internet e soprattutto nei social network,
particolarmente frequentati dalle giovani generazioni. Contemporaneamente,
l’assunzione delle nuove sostanze psicoattive sfugge ai tradizionali controlli
clinici e di laboratorio per la carenza di standard analitici di riferimento e
di conoscenze tecnico-scientifiche oltre che tecnologie adeguate per la loro
determinazione. Non vanno inoltre dimenticate le problematiche psichiatriche
correlate e i vari disturbi d’organo, soprattutto cardiaci, renali e
respiratori, costantemente aggravati per il contemporaneo uso di alcol e
droghe. In ottemperanza anche alle indicazioni delle Nazioni Unite, ed in
particolare delle Risoluzioni 56/4 di marzo 2013 e 55/1 di marzo 2012, e all'EU
Action Plan on Drugs (2013-2016), adottato dal Consiglio il 6 giugno 2013, il Governo italiano (primo in
Europa) ha promosso la realizzazione di un Piano di
Azione Nazionale sulle NSP, con indicazioni strategiche, obiettivi ed
azioni per poter iniziare a costruire una risposta integrata e coordinata tra
tutte le amministrazioni ed organizzazioni a vario titolo coinvolte, per poter
fronteggiare questa problematica emergente che danneggia la salute pubblica, in
particolare quella delle giovani generazioni.
MENINGOCOCCO
B
La
malattia meningococcica è una delle principali cause di mortalità e morbilità
nei bambini di età compresa tra 0 e 4 anni e negli adolescenti (15-19 anni).
Anche se correttamente diagnosticata, l’infezione può evolvere rapidamente ed
avere esito fatale, con una letalità compresa tra il 9 e il 12% e una morbilità
che interessa fino al 25% dei casi (disabilità permanenti quali cecità, sordità
o amputazione di arti). In Europa, l’incidenza più elevata si registra nei lattanti
(15,9/100.000) e in soggetti di età compresa tra 1 e 4 anni (5,4/100.000); un
secondo picco di incidenza si osserva tra 15 e 19 anni (2,0/100.000).
Per fare fronte alla malattia meningococcica causata dal
sierogruppo B, recentemente è stato immesso in commercio il nuovo vaccino 4CMenB, il primo vaccino
autorizzato.
La Neisseria meningitidis costituisce
infatti il principale agente eziologico di meningite batterica e sepsi nei
Paesi industrializzati, in cui la malattia meningococcica invasiva risulta per
lo più endemica, con tassi di incidenza di 0,1-1/100.000 abitanti. Attualmente il
sierogruppo B prevale in Europa e nel Nord America dove è responsabile,
rispettivamente, del 70% e del 50% dei casi totali di malattia meningococcica. In
particolare, la fascia d’età a maggior rischio e rappresentata da bambini al di
sotto dell’anno di età. Anche in Italia, la causa principale di malattia
meningococcica invasiva è rappresentata dal sierogruppo B, responsabile del
60-70% dei casi totali di meningite tipizzati. Il sierogruppo B rappresenta la
causa principale di malattia meningococcica invasiva (>70%) nei bambini di
età compresa tra 0 e 5 anni, tra i quali, il 45% dei casi avviene tra 0 e 2
anni. Tra questi ultimi, il 64% avviene nel primo anno di vita, con un picco di
incidenza tra 4 e 8 mesi di vita. Il 30% dei decessi si verifica nei primi 12 mesi
di vita.
Il 15 novembre 2012, l’Agenzia Europea per i Medicinali
(EMA) ha dato parere positivo al vaccino multicomponente 4CMenB. Il 22 gennaio
2013 la Commissione Europea ha autorizzato l’immissione in commercio del nuovo
vaccino 4CMenB, indicato per l’immunizzazione arriva a partire dai due mesi di
età. In Italia tale autorizzazione è stata recepita con determina AIFA il 27 maggio
2013.
Attualmente 4CMenB è stato approvato in 12 Paesi nel mondo,
i più grandi dei quali sono Australia e Canada. Già 151.800 soggetti hanno ricevuto
almeno una dose di vaccino in 18 Paesi nel mondo. In Italia, la Basilicata è
stata la prima Regione ad introdurre nel proprio calendario vaccinale 4CMenB,
con delibera del 24 febbraio 2014. Pochi mesi dopo anche la Regione Puglia ha
introdotto il vaccino antimeningococco B. Nel nuovo calendario vaccinale
italiano (Sltl, FIMP, SIP) è stata elaborata una schedula a 4 dosi (ciclo
primario a 3 dosi nel primo anno, a partire dal 75° giorno di vita, e richiamo
al 13-15° mese di vita). In particolare, è stato previsto esavalente e
pneumococco al 61° giorno, 4CMenB dopo 15 giorni (76° giorno), 4CMenB dopo 1
mese (106° giorno), esavalente e pneumococco dopo 15 giorni, a quattro mesi
compiuti (121° giorno), 4CMenB dopo 1 mese (151° giorno) e infine 4CMenB in
co-somministrazione o da solo dopo il compimento dell’anno di vita, in funzione
delle diverse schedule regionali per MPR (+V) e Meningococco C.
COPERTURE VACCINALI E RISCHIO DI EPIDEMIE
Le strategie
vaccinali nazionali, supportate dai Piani di Prevenzione Vaccinale che negli
anni si sono succeduti, hanno raggiunto evidenti successi, grazie
ai livelli di copertura vaccinale raggiunti, sull’incidenza delle malattie
bersaglio:
ü La poliomielite da virus selvaggi e la
difterite sono ormai scomparse in Italia
ü Negli ultimi 10 anni si sono registrati
mediamente circa 60 casi di tetano, pari ad un’incidenza di 0,1/100.000
abitanti, con un lieve trend in diminuzione. Permane immutata la situazione che
vede maggiormente colpite le persone anziane, soprattutto le donne
ü Il numero di casi di epatite virale B è
in continua e progressiva diminuzione. Considerando tutte le fasce di età, il
numero totale di notifiche è diminuito da 2.922 casi nel 1990 (incidenza:
5,2/100.000), a 679 casi nel 2011 (incidenza: 1,1/100.000)
ü Per quanto riguarda la pertosse, nel
periodo 1998-2011 sono stati segnalati circa 1.800 casi/anno, di cui quasi
7.000 nel 1998 e solo 516 nel 2011, passando da un’incidenza di 12,1/100.000 ad
una di 0,8/100.000
Tuttavia ancora
molto c'è da fare. In particolare, le malattie invasive batteriche rimangono un
importante problema di sanità pubblica, soprattutto tra i bambini, i giovani
adulti e gli anziani. Dai dati emerge che gli agenti più frequentemente isolati
sono Streptococcus pneumoniae, Neisseria
meningitidis ed Haemophilus influenzae. Il tasso di incidenza
della parotite è rimasto praticamente invariato fino al 2001, con epidemie ogni
2-4 anni, ed un picco nel 1999, con oltre 40.000 casi notificati, pari ad
un’incidenza di circa 70/100.000. Anche l'influenza continua a colpire tutte le
stagioni in media il 10,5% degli italiani (circa 6.180.000 casi)
interessando maggiormente la classe di età pediatrica.
In
generale l'alto livello di copertura vaccinale degli ultimi anni ha
determinato un significativo decremento dell’incidenza delle malattie
prevenibili da vaccinazione, e ha portato all’eliminazione di polio e
difterite. Dalle coperture per i vaccini contro il meningococco e lo
pneumococco, disponibili per 14/21 Regioni, emerge un incremento notevole in 5
anni (dal 2007 al 2011, si passa dal 47,1% al 71,7% per il meningococco C e dal
47,4% al 79,6% per lo pneumococco). Quando si parla di epatite B, il 16,5% dei
casi segnalati nel triennio 2011-2013 si è verificato in gruppi con
comportamenti a rischio (rapporti non protetti in omo-bisessuali: 7,6%;
convivenza con soggetti HBsAg positivi: 6,1%; tossicodipendenza: 1,7%;
esposizione professionale in operatori sanitari: 0,6%; emofilia e
politrasfusione: 0,5%); il 20% delle epatiti B si è verificato in cittadini
stranieri.
Il trend in
diminuzione dell’incidenza della parotite è imputabile all’avvio del Piano
nazionale di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita, in cui viene
raccomandato l’uso del vaccino trivalente morbillo-parotite-rosolia, anche come
misura di controllo della parotite epidemica. L’incidenza della varicella, per
la quale non è ancora in atto un programma nazionale di vaccinazione dei nuovi
nati, si mantiene a livelli elevati. Riguardo alle infezioni da HPV a 5 anni
dall’introduzione della vaccinazione anti-HPV, la copertura nazionale si e
stabilizzata intorno al 69%. Infine, la copertura vaccinale per l’influenza
rimane <75%, con una riduzione di 11 punti percentuali a partire dalla
stagione 2009/2010.
Purtroppo,
nel 2013 è stato osservato un andamento in netta diminuzione delle
coperture a 24 mesi che non può essere ignorato anche alla luce delle recenti
recrudescenze di malattie ritenute sotto controllo o eliminate.
È
fondamentale quindi indagare a fondo i motivi di questo fenomeno (errata
percezione nella popolazione dell’importanza delle vaccinazioni, effetto della
incessante campagna mediatica in atto contro le vaccinazioni), analizzando ed
identificando le situazioni di maggior rischio, capirne le ragioni e mettere in
atto interventi in grado di contrastare questa tendenza. In particolare, la
constatazione che la copertura per il vaccino Mpr è diminuita in maniera più
consistente rispetto agli altri vaccini, rende indispensabile interventi
urgenti.
Dati di
copertura vaccinale per gli adolescenti e la popolazione adulta non sono al
momento disponibili a livello nazionale.
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