INCUBO FIBROMA UTERINO PER 1 DONNA SU 4
INCUBO FIBROMA UTERINO PER 1 DONNA SU 4, AFFETTE 3
MILIONI DI ITALIANE
ULIPRISTAL ACETATO 5MG: IL TRATTAMENTO
CHE PUÒ EVITARE LE ISTERECTOMIE
Maneggevole e rapido nel controllo dei
sintomi, migliora la qualità di vita
delle donne affette da fibromi
uterini
Milano, 9 dicembre
2014
– Sanguinamento mestruale abbondante e dolore addominale, ma anche
sofferenza durante i rapporti sessuali, anemia, ansia e
depressione che affliggono principalmente donne giovani in età fertile e
nel pieno dell’attività lavorativa, condizionandone in maniera significativa la
quotidianità e i progetti di vita: è l’identikit del fibroma uterino, il più
diffuso tumore benigno dell’apparato riproduttivo femminile, che interessa 1
donna su 4 in età fertile, 24 milioni di donne in Europa, più di 3
milioni in Italia, con un’incidenza fino al 30-40%
nella fascia d’età 40-49 anni. Non solo i sintomi, ma anche l’approccio
terapeutico, fino ad oggi principalmente chirurgico, anche a causa
dell’assenza di una terapia medica soddisfacente, impatta fortemente sulla
salute e sulla sfera emotiva della donna. Uno scenario che però è destinato a
cambiare grazie alla disponibilità anche in Italia di Ulipristal acetato
5mg, il primo trattamento orale per la terapia prechirurgica dei
fibromi uterini, approvato in Europa nel 2012 è già ampiamente utilizzato
nella maggior parte dei Paesi europei, presentato oggi nel corso di una
conferenza stampa promossa da Gedeon Richter, l’azienda produttrice del farmaco,
commercializzato con il nome di Esmya®.
“I fibromi uterini sono tumori
benigni che si sviluppano nella muscolatura liscia dell’utero, associati a
fattori genetici e a un’alterazione dell’equilibrio ormonale. Presentano nel
50% dei casi sintomi anche molto impattanti sulla salute e sul
benessere psico-fisico della donna: flussi molto abbondanti e perdite tra un
ciclo e l’altro, anemia, dolore pelvico cronico e senso di compressione,
rapporti sessuali dolorosi, aumentata frequenza delle minzioni e incontinenza
urinaria. Sintomi che variano in base al numero, alla localizzazione e alle
dimensioni dei fibromi, in media sotto i 5cm, ma che possono superare
anche i 15-20 cm, dando la sensazione di un addome rigonfio come se la
donna fosse incinta. I fibromi possono essere anche associati a rischi in
gravidanza e compromissione della fertilità”, ha spiegato Nicoletta
Biglia, Professore Associato di Ginecologia e Ostetricia dell’Università di
Torino.
Secondo quanto dichiarato dalle
stesse donne in una survey condotta su una popolazione di 21.479 donne in
8 Paesi, tra cui l’Italia, nel 54% dei casi i sintomi causano un
peggioramento significativo della qualità di vita che interessa in
particolare la vita sessuale (43%), la performance
lavorativa (28%) e le relazioni interpersonali (27%),
oltre a provocare sensazioni di disorientamento, paura di dover rinunciare alla
maternità e ansia per l’eventuale decisione di togliere
l’utero.
“L’utero rappresenta
nella mente della donna quella culla primordiale della riproduzione e della
fertilità che, se colpita da una malattia, crea disagio e sofferenza, anche più
delle patologie della mammella. A ciò va aggiunto lo stress per via dei sintomi,
in modo particolare, il sanguinamento abbondante e l’anemia ad esso correlata,
che interferiscono nella vita di tutti i giorni, dalle uscite ai viaggi, al non
poter praticare sport, al doversi assentare dal lavoro. È stato stimato che
circa 1/3 dell’assenteismo delle donne tra i 40 e i 49 anni sia legato
proprio ai disturbi del ciclo. Ci sono inoltre forti ricadute sulla sessualità e
sul desiderio di maternità, oggi più di ieri dal momento che le donne arrivano
alla gravidanza più tardi, anche dopo i 40 anni. Per questo motivo ben vengano
le nuove terapie come ulipristal acetato, che possono contribuire a migliorare
la salute e preservare l’integrità della donna”, ha affermato
Rossella Nappi, Professore Associato Clinica Ostetrica e Ginecologica
Policlinico San Matteo Università degli Studi di Pavia.
Ulipristal acetato
5mg
appartiene a una nuova classe di molecole, i Modulatori Selettivi del Recettore
del Progesterone (SPRMs), che si è dimostrata in grado di controllare il
sanguinamento molto rapidamente, già entro 1 settimana dalla
somministrazione, in oltre il 90% delle donne, così come pure di
ridurre il volume dei fibromi e dell’utero, con un miglior profilo di
tollerabilità rispetto agli agonisti del GnRH che rappresentano i farmaci
finora utilizzati per il trattamento medico dei fibromi.
“Il rapido controllo
del flusso consente di normalizzare in tempi brevi i livelli di emoglobina e
quindi di combattere l’anemia che rappresenta un profondo induttore di
depressione per la donna, in quanto toglie la vitalità psicologica, genera la
fatica fisica, correla fortemente al calo del desiderio”, ha aggiunto
Nappi.
“I benefici per la
donna sono notevoli non solo per il rapido controllo dei sintomi, ma anche per
la mancanza di effetti collaterali. Ulipristal acetato, infatti, diversamente
dagli analoghi del GnRH, non induce uno stato pseudo-menopausale e quindi
scongiura la comparsa di disturbi quali vampate, secchezza vaginale, perdita
della libido, osteoporosi precoce, particolarmente fastidiosi soprattutto in
considerazione della giovane età delle pazienti, con un’età media alla diagnosi
di 34 anni. La terapia con ulipristal acetato è inoltre
maneggevole, trattandosi di una terapia orale, ed ha il notevole
vantaggio di poter essere ripetuta nel tempo. Ciò consente di allungare
il periodo in cui la donna è libera da sintomi e di diminuire le dimensioni del
fibroma, con maggiori possibilità di evitare l’intervento chirurgico - che non
sempre può essere conservativo ma in molti casi è demolitivo -, oppure di
programmare nel tempo l’intervento per consentire, ad esempio, una gravidanza”,
ha
dichiarato Antonio Maiorana, Dirigente medico dell’Ospedale Civico di
Palermo.
Grazie alla
disponibilità di ulipristal acetato, sarà possibile cambiare la tendenza
all’ampio ricorso alla chirurgia e in modo particolare a quella
demolitiva. In Italia, infatti, il 30% di tutta la chirurgia
ginecologica e i 2/3 delle isterectomie sono effettuate per i fibromi
uterini, rappresentando anche una delle principali cause di spesa sanitaria in
campo ginecologico.
“Preparare un utero
alla chirurgia o evitarla completamente grazie al trattamento con ulipristal
acetato è un bene per il benessere della donna e per i conti dello Stato. Questo
perché consente di ridurre i costi associati all’intervento chirurgico, che in
alcuni casi non è uno soltanto, i costi per complicanze derivanti
dall’operazione, così come pure i
costi sociali della malattia, principalmente rappresentati dalla perdita di
produttività”, ha concluso Maiorana.
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