Il 12,5% della popolazione italiana è colpita da rinite allergica, la maggioranza si cura (64%), ma in modo inadeguato, continuando ad accusare i fastidiosi sintomi

Nonostante assuma farmaci, per 1 italiano su 2 la rinite resta un disturbo molto serio e un terzo riporta un impatto significativo sulla qualità della propria vita:
una nuova App e una terapia che mostra nuove evidenze di efficacia,
offrono oggi nuove prospettive per raggiungere il controllo della sintomatologia
21 Aprile 2016 – La rinite allergica (RA) è stata per decenni ed è
tuttora classificata come uno dei disturbi cronici maggiormente diffusi al
mondo. Tuttavia, la percezione comune tende a banalizzarla sul piano di un
semplice raffreddore, curabile solo con un fazzoletto da tenere a portata di
mano se si va in campagna. Secondo la fotografia scattata da GfK Eurisko per
Meda Pharma, sono oltre 6 milioni
gli italiani che ne soffrono e, nonostante la maggioranza (64%) ricorra all’impiego di farmaci, non riesce a
raggiungere un buon controllo dei
sintomi: quasi 8 su 10 (75%)
considerano il disturbo come molto o
estremamente fastidioso e 1 su 2
(47%) lo reputa molto o estremamente
serio.
L’identikit degli italiani alle prese con la patologia, registra: giovani (oltre il 50% è under 44 anni),
con una leggera prevalenza al femminile
(le donne colpite sono il 55% contro il 45% degli uomini) e quasi il 40% soffre del disturbo in modo cronico e persistente, con picchi in
coincidenza della stagionalità pollinica
(primavera e inizio autunno).
Nella classifica dei sintomi più
frequenti, si registrano quelli nasali (congestione
e prurito per il 70% del campione, starnuti per il 63% e naso che cola per il
60%), cui seguono quelli oculari
(prurito per il 46% e lacrimazione per il 42%) e quelli respiratori, con ben il 36%
dei sofferenti che riferisce difficoltà a inalare aria. Un dato
preoccupante, alla luce del fatto che chi soffre di rinite e non si cura in
modo appropriato corre un rischio fino a 1,5-4,5
più elevato di soffrire di complicanze gravi[1],
tra cui la più diffusa è l’asma[2],
incidenza confermata anche dall’indagine: il 2,5% degli italiani colpiti dal disturbo (pari a 1,5 milioni) soffre, infatti, anche di
asma. Dal confronto tra sofferenti e familiari, l’”entourage” cita più
frequentemente sintomi del paziente quali russamento
notturno (17% dei familiari contro il 14% dei sofferenti) e nervosismo/irritazione (17% dei
familiari contro 14% dei sofferenti), aspetti che si rivelano quindi particolarmente
rilevanti per la qualità di vita dei familiari. Restando in tema di conseguenze
sulla quotidianità, la top 3 delle attività segnalate dai sofferenti come compromesse dalla rinite, include: stare all’aria aperta (segnalata dal 40% dei rispondenti), dormire bene (indicata dal 32%) e fare attività fisica (per il 24%).
Il 14% dei sofferenti riferisce,
inoltre, di aver perso dei giorni di
lavoro a causa della rinite e, aspetto ancora più significativo, i
rispondenti riportano di non essere
riusciti a dare il massimo nel lavoro o nello studio per ben 7,8 giorni in media nell’ultimo mese,
dato riconducibile al cosiddetto fenomeno del presentismo che, unitamente a quello dell’assenteismo, offre anche una
misura dell’impatto del disturbo in termini socio-economici: la letteratura scientifica registra che la rinite
e le patologie a essa correlate costano ben 7.33 miliardi di euro l’anno solo in Italia e l’impatto complessivo
della perdita di produttività legato al disturbo è maggiore di quello di asma, malattie coronariche, diabete, ipertensione
e malattie respiratorie sommate tra loro[3].
“Recenti studi clinici condotti “real life”[4],
ovvero su pazienti osservati nella loro quotidianità, dimostrano che l’utilizzo
delle più innovative terapie e di nuovi strumenti per misurarne l’efficacia,
possono offrire migliori prospettive di cura e gestione della patologia” - spiega il Prof. G.W. Canonica, Presidente della Società Italiana di Allergologia,
Asma e Immunologia Clinica (SIAAIC).
Se, fino a poco tempo fa, si avvertiva l’esigenza di disporre
di un linguaggio comune e condiviso
tra medici e pazienti per codificare il controllo dei sintomi, oggi questo obiettivo
è stato raggiunto grazie all’introduzione di una nuova scala di misurazione visivo-analogica (VAS). “Questo
sistema di valutazione è alla base di una nuova App gratuita, Diario dell’Allergia, sviluppata insieme agli
esperti del gruppo MACVIA ARIA. Il valore dalla VAS e della App è quello di offrire
un supporto concreto al paziente e al medico nella gestione quotidiana della
rinite allergica, favorendo una migliore compliance alle terapie” – continua il Prof. Canonica. L’utilizzo della App è
semplice e intuitivo: gli utenti possono assegnare un punteggio al grado di
fastidio della propria sintomatologia, utilizzando la VAS. I valori assegnati e
il loro andamento vengono poi visualizzati all’interno di tre categorie, che rilevano
se i sintomi sono: ben controllati (verde), parzialmente controllati (giallo) e
non controllati (arancione).
I
pazienti con rinite allergica si curano generalmente con antistaminici, a volte
associati a corticosteroidi intranasali, ma molti di loro riportano un’insoddisfazione
verso le terapie impiegate([5]) a causa
della persistenza dei sintomi ([6]). Numerosi
pazienti ricorrono all’uso di più farmaci, nel tentativo di raggiungere una
migliore e più rapida risoluzione della sintomatologia. La conseguenza è che i
pazienti non ottengono i risultati desiderati ([7],[8]) e la maggior parte
di essi continua a essere affetta da sintomi nasali e oculari anche sotto
trattamento multiplo. ([9],[10])
Queste evidenze sono confermate anche dall’indagine Eurisko,
da cui emerge che la maggioranza dei
sofferenti (56%) si cura solo per brevi
periodi o addirittura pochi giorni
(32%) e ben il 53% assume
inoltre le terapie in modo non appropriato, dimenticandosene o sospendendole. Questo si traduce in un livello
di soddisfazione medio-basso: solo il 13%
si dichiara molto soddisfatto dell’attuale
terapia e, tra quelli poco soddisfatti, quasi 4 su 10 pensano che sia impossibile
ottenere risultati migliori, cioè si rassegna a convivere con i sintomi,
mentre si registrano aspettative elevate
per cure migliori (il 90% vorrebbe
un farmaco più efficace e il 79% effetti collaterali minori).
Recenti
studi rilevano che un’alternativa terapeutica valida può essere offerta da un
trattamento a base di azelastina e fluticasone proprionato, contenuti in un
innovativo spray nasale, che ha dimostrato di ridurre i sintomi della rinite
allergica in modo rapido e completo. Un paziente su due riferisce, infatti, di
aver ottenuto un buon controllo della rinite allergica in soli 3 giorni di
trattamento.([11], [12])
L’utilizzo
della App Diario dell’Allergia è
promosso In Italia in collaborazione con SIAAIC (Società Italiana di Allergia,
Asma e immunologia clinica) e con il contributo incondizionato di Meda Pharma
(www.medapharma.it). La App è disponibile per iOS e Android e scaricabile
gratuitamente da App Store e Google Play.
Come ottenere il controllo dei sintomi della
Rinite Allergica in 4 mosse:
- Misura la gravità dei sintomi con la App Diario dell’Allergia e la nuova scala analogico visiva (VAS)
- Rivolgiti al tuo medico o allo specialista se il tuo punteggio VAS è nell’area parzialmente controllata/non controllata
- Chiedi al medico o allo specialista un trattamento più efficace per ottenere un controllo rapido e continuativo dei sintomi.
Per maggiori
informazioni:
HAVAS PR Milan - Ufficio stampa
Si ricorda che la pubblicità di medicinali è
soggetta a prescrizioni e limitazioni normative, regolamentari e deontologiche
(Ref. Testo Unico dei doveri del giornalista). La documentazione contenuta nel
presente press kit ha carattere meramente informativo e scientifico. Meda
Pharma S.p.a. declina ogni responsabilità per eventuali utilizzi impropri o non
consentiti di tali informazioni. Il sistema di misurazione visivo-analogico
(VAS) e la App Diario
dell’Allergia sono meramente indicativi e non sostituiscono la diagnosi del
medico curante, da consultarsi per ogni necessità.
[11]Meltzer
E, et al. Int Arch Allergy Immunol 2013; 161(4):369-77.
[12]Klimek
L, et al. Allergy Asthma Proc 2015; 36(1):40-7.
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