MALATTIE DEL CUORE PIÙ DEPRESSIONE KILLER PER LE DONNE, A RISCHIO ANCHE LE PIÙ GIOVANI
Le
malattie cardiovascolari sono causa di morte per il 55% delle donne contro il
43% degli uomini; la depressione colpisce il genere femminile in una
proporzione di 2:1 rispetto agli uomini; stress e depressione riconosciuti come
fattori di rischio “emergenti” specifici per la donna per le malattie
cardiovascolari
Al
via il 1^ Congresso nazionale di ONDA, Osservatorio nazionale sulla salute
della donna per promuovere una medicina genere specifica
Milano,
20 settembre 2017 - È ormai accertato che le malattie cardiovascolari non sono
più un problema esclusivamente maschile, ma sono invece la prima causa di
mortalità e disabilità nelle donne sopra i 50 anni; si stima infatti che le
malattie cardiovascolari sono causa di morte per il 55% delle donne contro il 43%
degli uomini. Ai fattori di rischio “tradizionali” per le malattie
cardiovascolari (ipertensione arteriosa, tabagismo, diabete, sovrappeso, età…)
se ne sono aggiunti negli ultimi anni altri definiti “emergenti” e specifici
per il genere femminile; tra questi, stress e depressione sono emersi
ultimamente come i più impattanti e causa di disabilità. La depressione
colpisce infatti quasi 3.000.000 di donne in Italia, coinvolte in una
proporzione di 2:1 rispetto agli uomini. È inoltre ormai dimostrato che lo
stress cronico aumenta il rischio di infarto e ictus al pari di fumo e
pressione alta, come dimostrato da un recente studio pubblicato su Lancet. Un altro studio
condotto in Nuova Zelanda e pubblicato dalla prestigiosa rivista Heart ha persino messo in
evidenza che le persone cardiopatiche più stressate hanno il quadruplo della
probabilità di morire per cause cardiache e quasi il triplo per qualsiasi causa
rispetto alle persone non stressate.
A
fare il punto sulla salute della donna con uno specifico focus sulla medicina
di genere sarà il 1^ Congresso nazionale di Onda “La salute della donna - patologie femminili di maggiore
impatto: dalla specialistica all’approccio multidisciplinare” che
si apre oggi a Milano e che pone un accento particolare sulle interazioni tra
le varie patologie sia in età giovanile sia in età più avanzata.
“La
salute delle donne in Italia è migliorata”, afferma Francesca Merzagora,
Presidente Onda, “ma talune patologie sono ancora molto impattanti: sul fronte
della salute mentale la depressione nelle adolescenti e nelle giovani donne
cresce a ritmi sostenuti, mentre il primo episodio depressivo in età avanzata è
oggi considerato un prodromo di demenza. Le malattie cardio vascolari, prima
causa di morte per le donne italiane si accompagnano ancora ad una scarsa
consapevolezza della popolazione femminile che comporta ritardi diagnostici e
terapeutici”.
“Al
vertice delle patologie con maggiore disabilità troviamo i disturbi
cardio-cerebro-vascolari e la depressione unipolare”, spiega Claudio Mencacci,
Presidente Comitato scientifico Onda, “patologie che, se si presentano
congiuntamente, aumentano in maniera esponenziale il rischio di mortalità. Le
significative differenze genetiche e ormonali che contraddistinguono il genere
femminile e maschile vedono una netta prevalenza della depressione e dell'ansia
in tutti i cicli vitali della donna, mentre per le patologie
cardio-cerebro-vascolari una forte crescita nelle fasi del post climaterio e
nell'età più avanzata. Le condizioni di stress cronico sono oggi considerate
rischiose quanto il fumo e l’ipertensione nel facilitare infarto del miocardio
e ictus. All’origine di entrambe le patologie cardio-cerebro-vascolari e della
depressione sussiste un fenomeno pro infiammatorio che comporta danneggiamenti
sia a livello della funzionalità endoteliale sia del sistema immunitario”.
“Le
campagne di sensibilizzazione sul rischio cardiovascolare femminile”, afferma Maria Penco,
Professore Ordinario di Cardiologia, Direttore Scuola di Specializzazione,
Malattie Apparato Cardiovascolare, Università degli Studi, L’Aquila, “si sono
finora rivolte prevalentemente alla popolazione più anziana, nella quale si è registrata
quindi una maggiore attenzione da parte della comunità medica. Dagli ultimi
dati della letteratura, però, è emerso che anche la popolazione femminile
compresa tra i 35 e i 54 anni è a rischio, suggerendo la necessità di
introdurre campagne di screening già a partire dai 25 anni puntando sul
trattamento dei fattori di rischio ma soprattutto sulla consapevolezza del
ruolo che ciascuno di essi ricopre nell’aumentare la probabilità di avere una
malattia cardiovascolare. Inoltre, dato non irrilevante, sono le donne stesse
ad avere una scarsa conoscenza e coscienza del proprio rischio cardiologico
individuale e che può essere anche superiore a quello degli uomini”.
“Molto
si è fatto per migliorare la qualità della vita delle donne e ancora di più si
potrà fare grazie alla Ricerca", afferma Massimo Scaccabarozzi, Presidente
Farmindustria. “Un’accelerazione negli ultimi anni è venuta dalla medicina
personalizzata, con cure ad hoc per ogni paziente, e al rinascimento della
Ricerca, con 7.000 farmaci in sviluppo nel mondo per importanti patologie che
colpiscono anche l'universo femminile: tumori, malattie cardiovascolari,
sistema immunitario, diabete, malattie infettive e malattie neurologiche.
Risultati che potranno concretizzarsi grazie a una forte collaborazione tra
imprese del farmaco, Istituzioni e operatori del sistema. È questa la premessa
indispensabile per terapie sempre più indirizzate alla salute della donna”.
“Questa
prima edizione del congresso Onda”, continua Merzagora, “rappresenta
un'apertura verso il mondo scientifico: il genere è ormai un parametro
imprescindibile per garantire la personalizzazione e precisione delle cure sia
in ambito clinico sia nell'organizzazione dei servizi sanitari. Le donne
italiane hanno un'aspettativa di vita di 85 anni, consumano più farmaci con una
prevalenza d'uso del 67,5% contro il 58,9% degli uomini, hanno stili di vita
non propriamente corretti (il 14,8% fuma, il 28,2% è in sovrappeso, solo il
10,3% fa attività sportiva e il 44,1% è sedentaria). L'obbiettivo del Congresso
è anche avvicinare i giovani al concetto della medicina genere specifica
affinché sempre più all'interno degli ospedali italiani vi sia un’attenzione
specifica nei confronti della salute femminile come già avviene nelle strutture
con i Bollini Rosa”.
“In
primo luogo un grande grazie a Onda per il suo costante impegno a favore delle
donne”, conclude la Sen.
Emilia De Biasi,
Presidente Commissione Igiene e Sanità, Senato della Repubblica. “Passi avanti
ci sono stati ma credo che si possa fare ancora di più a favore della salute
della donna e io vi garantisco il mio impegno in questo senso. Soprattutto per
affrontare alcune patologie come la depressione rispetto alla quale, ne sono
convinta, sarebbe necessario un approfondimento per capire quali possono essere
i suggerimenti di indirizzo in modo che le Istituzioni possano intervenire e
anche come sollevare correttamente nel dibattito pubblico la depressione, che
interessa moltissime persone ma viene spesso camuffata e scambiata per altro. E
in questo la depressione femminile ha un posto rilevante. Così come per le
malattie cardio-vascolari che sono la prima causa di morte per le donne
italiane. Comunque, più in generale mi piacerebbe che la salute della donna
possa essere presente in ogni ambito del vivere civile, Vorrei che si parlasse
di salute delle donne quando parliamo del lavoro, dell'ambiente di lavoro,
della dimensione familiare, di quella fatica che le donne fanno per tenere
assieme tutto dimenticando magari, in qualche momento, se stesse. Si vive di
più, ma con mille acciacchi. Una salute che abbia a cuore il punto vista delle
donne, il corpo delle donne e la mente delle donne è un grande obiettivo di
civiltà”.
Per scaricare la cartella stampa completa clicca
qui
- Libro
bianco sulla salute della donna. Dalla salute al welfare al femminile
2016, Franco Angeli Editore https://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?ID=23844&Tipo=31
- Libro
Bianco sulla depressione 2016, Franco Angeli Editore https://www.francoangeli.it/ricerca/Scheda_libro.aspx?ID=23297&Tipo=31
- Tawakol,
Ahmed et al. Relation between resting amygdalar activity and
cardiovascular events: a longitudinal and cohort study The Lancet, Volume
389, Issue 10071, 834 – 845 http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(16)31714-7/abstract
- Stewart
RAH, Colquhoun DM, Marschner SL, et al Persistent psychological distress
and mortality in patients with stable coronary artery disease Heart
Published Online First: 26 June 2017. doi: 10.1136/heartjnl-2016-311097 http://heart.bmj.com/content/early/2017/06/01/heartjnl-2016-311097
Commenti
Posta un commento