Inestetismi e “gambe pesanti”, potrebbe essere malattia venosa
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Ne soffre 1 donna su 2, tra i 35 e i
45 anni, ma 7 su 10 non la conoscono
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La salute delle gambe passa da un
corretto stile di vita e dalla cura del nostro organo più esteso: l’endotelio
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Al via “Donne In Gamba”: una campagna
social al femminile per imparare a prendersi cura di sé,
a partire dalle gambe. Testimonial l’attrice e conduttrice TV Tamara Donà
Milano, 10 aprile 2018 – Senso di gonfiore e pesantezza alle gambe,
dolore e indolenzimento, spesso associati alla comparsa di capillari e varici:
per più di 1 donna su 2 si tratta di
disturbi comuni, più o meno occasionali, influenzati dalla familiarità e legati
all’invecchiamento. Solo il 32% li
inquadra come espressione di una patologia sottostante, la malattia venosa cronica, che interessa fino all’80% della popolazione, le
donne tre volte in più degli uomini, e
che può insorgere già a partire dai trent’anni. Malattia complessa sì, ma
dal destino non ineluttabile: la salute
delle gambe, infatti, passa da un corretto stile di vita e dalla cura del
nostro organo più esteso, l’endotelio, il tessuto che riveste la superficie
interna degli oltre 50mila chilometri di vasi sanguigni di cui è fatto il corpo
umano, e che interviene nei processi infiammatori alla base della malattia
venosa cronica. Se ne è discusso oggi a Palazzo Giureconsulti di Milano, nel
corso dell’evento “Donne in Gamba.
Imparare a prendersi cura di sé, a partire dalle gambe”, promosso da
Mediolanum Farmaceutici.
“La malattia venosa cronica è una
patologia causata da disfunzioni nei meccanismi di ritorno del sangue dalla
periferia verso i polmoni. Nelle vene
degli arti inferiori, il sangue deve compiere un percorso contro la forza di
gravità, possibile solo grazie a valvole che si aprono all’arrivo del sangue
sospinto dai muscoli e dalla pompa plantare, e si richiudono dopo il suo
passaggio per impedire che ritorni verso il basso”, spiega Angelo Santoliquido, Responsabile Unità di
Angiologia, Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma.
Già verso i trent’anni, però, complici anche la gravidanza, la
sedentarietà, il sovrappeso, unitamente alla predisposizione genetica, le
pareti delle vene cominciano a perdere elasticità e le valvole tendono a dilatarsi,
provocando quella serie di sintomi fastidiosi – gonfiore, pesantezza, dolori,
crampi – che, se non si interviene tempestivamente, tendono a progredire con la
formazione di vene varicose che possono degenerare in edemi, ulcere, fino ad
arrivare all’evenienza estrema della trombosi. Per questo motivo “anche in assenza di segni estetici
evidenti, alla presenza di questi disturbi è sempre consigliabile il consulto
di uno specialista per una corretta diagnosi della malattia”, aggiunge il prof.
Santoliquido.
“Le donne non hanno consapevolezza del significato dei diversi sintomi
associati alla malattia venosa: quasi 7 su 10 ignorano che possono essere segnali di una patologia cronica, tant’è
che solo il 30% si rivolge al medico
per intraprendere un percorso di cura”, afferma Paola Parenti, Vice
President DoxaPharma, commentando i risultati di un’indagine condotta su oltre
500 italiane tra i 35 e i 45 anni. “La
scarsa conoscenza del problema – continua l’esperta – si scontra però con il peso dei sintomi sulla qualità di vita, anche
delle giovani donne: ben 1 donna su 2,
tra i 35 e i 45 anni, dichiara di
aver sofferto o di soffrire di disturbi alle gambe, in particolare gonfiore (37%), presenza di vene varicose (19%), pesantezza (18%), dolore (13%). Non
va poi trascurato che per 1 donna su 2
la malattia venosa ha un impatto
psicologico notevole, dovuto soprattutto alla visibilità degli inestetismi
(65%) e alle limitazioni nello stile
di vita (43%)”.
Se non è possibile agire su fattori di rischio quali la familiarità, il
sesso, l’età, è invece possibile fare prevenzione intervenendo sulle abitudini
di vita quotidiane: controllare il peso,
fare attività fisica, evitare di stare sedute o in piedi ferme per troppo
tempo, ma anche usare scarpe e indumenti comodi che rispettino la nostra
anatomia e non creino un ostacolo al ritorno venoso.
“Sovrappeso e obesità possono peggiorare i disturbi della circolazione,
rallentando il flusso del sangue verso il cuore. Per questo motivo consigliamo
di arricchire la dieta con frutta e verdura che, oltre a favorire il controllo
del peso, forniscono vitamine e nutrienti ad azione antinfiammatoria e
antiossidante che preservano l’integrità dei vasi”, spiega Ambra Morelli dell’Associazione Nazionale
Dietisti (ANDID). “Anche l’idratazione
– prosegue la dietista – è
fondamentale per un buon funzionamento del sistema cardiovascolare. Infine, sarebbe
opportuno mantenere il più possibile le gambe in movimento durante il giorno,
magari preferendo le scale all’ascensore o scegliendo di andare a piedi per
piccoli spostamenti”.
“È consigliata anche la
somministrazione di terapie specifiche”, conclude il Prof. Santoliquido. “Il
trattamento efficace non è quello che riduce soltanto l’intensità dei
sintomi – come accade, ad esempio, con gli integratori alimentari – ma che agisce sulla causa del problema, ovvero
l’infiammazione, con il duplice effetto sia di limitare la progressione della
malattia, sia di migliorare i sintomi. Esistono diversi farmaci di provata
efficacia clinica, tra i quali il mesoglicano che, essendo costituito dagli
stessi componenti di cui è fatto l’endotelio, lo ‘nutre’ correggendone le
disfunzioni e agendo così sul tono del microcircolo venoso”.
“È
importante sensibilizzare le donne a non trascurare i primi campanelli d’allarme
della malattia venosa, il primo passo verso una diagnosi corretta e un percorso
di cura più tempestivo e consapevole. Il mesoglicano, molecola ‘made in Italy’,
frutto della ricerca e sviluppo di Mediolanum Farmaceutici, rappresenta una
valida opzione terapeutica che siamo orgogliosi di poter mettere a disposizione
delle donne che soffrono di malattia venosa”, dichiara Alessandro Del Bono, Amministratore delegato di Mediolanum Farmaceutici.
È anche a queste donne che si rivolge la
campagna “Donne in Gamba”,
un’iniziativa social al femminile che coinvolgerà le piattaforme Facebook e Instagram, per condividere esperienze e scambiarsi consigli per
affrontare con grinta ogni situazione (#proteggiletuegambe). Vite intense e stimolanti
contraddistinguono le donne dei nostri tempi, divise tra studio, lavoro,
famiglia e mille impegni. Ma per essere veramente “in gamba” bisogna
innanzitutto imparare a prendersi cura di sé, a partire dalle gambe. Queste
ultime sono state protagoniste, nel corso dell’evento, di una performance di
body art dal vivo eseguita dalla pittrice Manuela
Iniart che utilizza il
corpo femminile come tela su cui dipingere.
Allegati:
1) Infografica - La malattia venosa
2) Infografica - Vademecum per donne in gamba
Allegati:
1) Infografica - La malattia venosa
2) Infografica - Vademecum per donne in gamba
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