Conferme di efficacia per aflibercept di Bayer
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I
miglioramenti dell’acuità visiva osservati nel primo anno di trattamento con
aflibercept nello studio ALTAIR sono stati ampiamente mantenuti a 96
settimane;
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Fino
al 60% dei pazienti ha avuto un intervallo di 12 settimane (o oltre), come
ultimo intervallo tra le iniezioni alla fine del secondo anno;
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In
media i pazienti hanno ricevuto meno di 4 iniezioni nel secondo anno di
trattamento.
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Milano, 24 settembre 2018
– In occasione del 18° Congresso della Società Europea
degli Specialisti della Retina (EURETINA) a Vienna, Bayer ha annunciato, per la
prima volta, i risultati a due anni, dello Studio di Fase IV ALTAIR condotto in
Giappone.
Lo Studio ha valutato l’efficacia e la sicurezza della
terapia anti-VEGF con aflibercept (soluzione per iniezione intravitreale) in
regime di dosaggio ‘Treat and Extend’, con due diversi aggiustamenti
d’intervallo fra un’iniezione e l’altra, in pazienti con degenerazione maculare
senile neovascolare.
‘Treat and Extend’ è un nuovo approccio
terapeutico flessibile anti-VEGF intravitreale con aflibercept che permette di
estendere o accorciare gradualmente gli intervalli tra le iniezioni,
personalizzando la terapia in base alle necessità dello specifico paziente,
ovvero in base al livello di attività della malattia al momento dell’iniezione.
“Per garantire il mantenimento dei miglioramenti di
acuità visiva è fondamentale che la terapia proattiva per la degenerazione
maculare senile neovascolare sia ‘su misura’ per ogni paziente. Il fatto che,
su 2 anni, in una percentuale di soggetti che arriva al 60%, sia possibile
allungare l’intervallo fra un’iniezione e la successiva a 12 settimane e oltre,
in modo responsabile e controllato, è un ulteriore beneficio clinico” - ha
dichiarato Patrick Bussfeld, Responsabile Medical Affairs, Area Terapeutica
Oftalmologia di Bayer - ”Nello studio ALTAIR, nel secondo anno di trattamento,
i pazienti hanno ricevuto in media meno di 4 iniezioni e hanno mantenuto esiti
eccellenti e capacità visiva”.
Nello Studio ALTAIR, con i regimi di dosaggio
‘Treat and Extend’ per aflibercept, i progressi visivi ottenuti a 52 settimane
sono stati ampiamente mantenuti anche a 96 settimane. Il miglioramento medio è
stato di 6,1 lettere di acuità visiva (capacità di distinguere lettere più o
meno piccole poste su una tavola ad una distanza di circa 3 o 5 metri) nei
pazienti del gruppo con intervallo aggiustato a 4 settimane, e di 7,6 lettere
in quelli del gruppo con intervallo aggiustato a 2 settimane. Questi risultati
a 96 settimane sono simili a quelli osservati negli studi registrativi di Fase
III con aflibercept (studi VIEW1 e VIEW2) alla stessa scadenza temporale.
Lo Studio ALTAIR
ALTAIR è uno studio di Fase IV che ha valutato
l’efficacia e la sicurezza di aflibercept di Bayer per due diversi regimi di
dosaggio ‘Treat and Extend’ in pazienti giapponesi con degenerazione maculare
senile neovascolare.
I pazienti che hanno partecipato allo studio hanno
ricevuto tre dosi mensili consecutive di aflibercept, seguite da una quarta
iniezione dopo 2 mesi (settimana 16 dello studio). Alla settimana 16, i
pazienti sono stati randomizzati con rapporto 1:1 in due gruppi, applicando due
diversi regimi di dosaggio ‘Treat and Extend’. In un gruppo le iniezioni
successive sono state eseguite con un intervallo di 4 settimane, nell’altro
gruppo con un intervallo di 2 settimane. Allo studio hanno partecipato in
totale 246 pazienti con età media di 74 anni in 40 centri di sperimentazione
giapponesi.
Secondo l’approccio ‘Treat and Extend’, l’intervallo di
trattamento è stato esteso, ridotto o mantenuto uguale dai medici curanti in
base a criteri prestabiliti, che tenevano conto dei referti degli esami di
imaging e delle variazioni dell’acuità visiva con la migliore correzione
(BCVA). L’intervallo fra le iniezioni intravitreali di aflibercept dopo la
visita randomizzata della settimana 16 non doveva essere inferiore a 8
settimane, né superiore a 16.
L’endpoint primario dello studio ALTAIR era la variazione
della BCVA rispetto al basale, misurata sulla scala ETDRS, in termini di
lettere, alla settimana 52. Altri endpoint d’efficacia includevano la
percentuale di pazienti che mantengono la visione, la percentuale di pazienti
che guadagna almeno 15 lettere rispetto al basale, la variazione media dello
spessore retinico centrale (CRT) rispetto al basale e la percentuale di
soggetti senza fluido all’OCT, alle settimane 52 e 96. Sono stati presi in
considerazione anche altri parametri legati alla durata di esposizione al
trattamento, come il numero di iniezioni e l’ultimo intervallo di trattamento.
La Degenerazione
Maculare senile neovascolare (wAMD)
La degenerazione maculare senile (AMD) è una delle cause
principali di cecità acquisita. Può essere atrofica o secca (non essudativa) o
umida (essudativa o neovascolare), abbreviata come wAMD. Questa patologia si
manifesta quando nella parte posteriore dell’occhio, la retina, si produce un
eccesso di VEGF, un fattore di crescita che stimola la formazione di nuovi vasi
sanguigni. Questo eccesso di VEGF fa crescere nuovi vasi sanguigni anomali
sotto la macula – la parte della retina responsabile della visione centrale –
provocando una fuoriuscita di fluido all’interno della stessa e danneggiando la
visione centrale. La wAMD può progredire rapidamente e, se non trattata,
causare cecità permanente in meno di tre mesi.
Il fattore di crescita
vascolare endoteliale (VEGF)
Si tratta di una
proteina presente fisiologicamente nell’organismo, col ruolo di stimolare la
formazione di nuovi vasi sanguigni (angiogenesi) per supportare la crescita di
tessuti e organi. Tuttavia, questo fattore è associato anche, in condizioni
patologiche, allo sviluppo di nuovi vasi sanguigni ‘anomali’ nell’occhio, che,
essendo dotati di un’alterata permeabilità, causano accumulo di sangue e
liquido all’interno della retina.
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