Retinopatia Diabetica ed Edema Maculare diabetico: uno Studio per “misurare” la consapevolezza di vivere con queste patologie
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L’importanza di una
diagnosi precoce e di trattamenti adeguati dispensati correttamente;
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Come affrontare la
mancanza di informazione e le disuguaglianze nei servizi alle persone con
diabete.
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Milano, 14 settembre 2018 – Oggi a Milano, nel
corso di un workshop che ha coinvolto esperti di oftalmologia e rappresentanti
delle maggiori associazioni pazienti provenienti da tutta Europa, si è parlato
di retinopatia diabetica e di edema maculare diabetico. E’ stata
questa l’occasione per approfondire i temi trattati nel “DR Barometer”,
uno studio condotto su circa 7.000 persone adulte affette da diabete e su
operatori sanitari di 41 Paesi del mondo, in cui viene evidenziata la necessità
urgente di mettere in atto percorsi chiari per la cura dei pazienti e di avere
sistemi sanitari attivi e pro-attivi, per prevenire inutili perdite di
vista associate al diabete.
Lo studio, che ha visto la collaborazione di esperti della International
Federation on Aging (IFA), dell’International Diabetes Federation (IDF),
dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (IAPB) e di Bayer,
ha messo in evidenza che, nonostante la perdita della vista sia temuta due
volte tanto rispetto ad altre complicazioni comuni del diabete (comprese le
malattie cardiovascolari e l'ictus), solo un quarto dei diabetici parla con
il proprio medico dei problemi della vista e molti di essi si presentano
quando i problemi visivi sono già conclamati.
La partecipazione di Bayer a questo studio testimonia l’impegno
dell’azienda a lavorare insieme alla comunità scientifica, alle Associazioni
Pazienti e al mondo che la circonda per dare risposte sempre più
appropriate alle necessità di salute non ancora soddisfatte. Si tratta di una filosofia
di supporto alla persona e di impegno per il benessere della collettività,
che non può prescindere da un dialogo e un confronto continuo con la società.
“DR Barometer è un progetto davvero unico, in quanto fornisce una piattaforma
per una discussione multidisciplinare su come i sistemi sanitari possano
supportare al meglio le persone con diabete, per mantenere e migliorare la
propria salute visiva – afferma Michelle Sylvanowicz, Direttore Global
Advocacy Ophthalmology di Bayer - "Riunendo esperti rappresentanti di
tutta la società, possiamo dare vita a raccomandazioni utili per la vita reale,
che possono essere implementate a livello nazionale per effettuare cambiamenti
assolutamente necessari per i pazienti”.
Il vero impatto della DR (Retinopatia Diabetica) e del DME (Edema
Maculare Diabetico) è stato chiaramente messo in evidenza in tutto lo studio
“DR Barometer”: il 79% delle persone con DR o DME dichiara che la perdita
della vista rende difficili attività come guidare, andare al lavoro e portare a
termine mansioni domestiche essenziali. Inoltre, per il 20% di essi, i
problemi di visione rendono più complessa anche la gestione della malattia
primaria (il diabete).
“Il nome dello Studio dà già un’idea di cosa si voglia osservare –
dichiara il Professor Paolo Lanzetta, Direttore della Clinica Oculistica
dell’Università di Udine – Si vuole avere una sorta di “misurazione” – come un
vero e proprio barometro – della consapevolezza di cosa significhi avere una
retinopatia diabetica e conseguentemente, quali sono le barriere rispetto
all’accesso alla diagnosi della patologia ed eventualmente alle terapie”.
“Si tratta – continua Lanzetta – di uno studio molto innovativo,
perché è basato oltre che su parametri quantitativi, anche e soprattutto su dati
qualitativi, in grado di rilevare il punto di vista delle persone con
diabete da un lato, e quello degli operatori sanitari dall’altro, con
valutazioni ad esempio sulla qualità della vita, sul “percepito” sulla
consapevolezza del problema”.
“I problemi agli occhi – aggiunge il Dottor Albino Bottazzo,
Presidente FAND (Associazione Italiana Diabetici) – sono una complicanza che
limita moltissimo la qualità di vita di un paziente diabetico. La
retinopatia diabetica è l’anticamera di quella che domani potrebbe diventare
cecità. Il paziente avverte in modo molto forte questa problematica, anche
se la formazione e l’informazione degli specialisti diabetologi non è sempre
adeguata. I nostri diabetologi – continua Bottazzo - pensano più ad altre
conseguenze, come le coronaropatie, le neuropatie, ma la retinopatia diabetica
è la prima complicanza a manifestarsi.”
“Parlando di prevenzione della patologia – aggiunge Lanzetta –
come prima cosa è indispensabile prevenire il diabete nell’adulto con una
radicale modifica del proprio stile di vita. Ma se il diabete fosse già
conclamato, è fondamentale recarsi da un oculista per escludere o meno
il problema della retinopatia diabetica, che è anche una buona misura di quanto
bene o male funzioni il nostro organismo e altri distretti. In sostanza –
conclude Lanzetta – è necessario creare consapevolezza che la retinopatia
diabetica sia la prima complicanza del diabete mellito, che è causa
significativa di cecità, se non adeguatamente trattata, ed è un segnale di
allarme per l’insorgenza di altre complicanze cardio-cerebro-vascolari, che
possono avere esiti infausti.”
Lo studio ha evidenziato, tuttavia, importanti problemi di
accesso agli esami oculistici, che costituiscono un passaggio fondamentale
nella diagnosi e nella gestione della retinopatia diabetica. Sia i clinici che
i pazienti coinvolti nello studio hanno riferito "lunghi tempi di attesa
per fissare un appuntamento” e quando ci riesce, il costo dell'esame stesso
può essere “proibitivo”.
Nel quadro clinico della retinopatia diabetica, la causa
principale del calo visivo progressivo è l’edema maculare diabetico.
“Oggi, tuttavia, abbiamo trattamenti che possono cambiare il
corso della malattia, possono curare l’edema maculare diabetico, e più
recentemente abbiamo appreso che queste terapie possono evitare anche la
progressione della retinopatia diabetica in senso generale, indipendentemente
dalla presenza di edema diabetico o meno. – continua Lanzetta - Si tratta di terapie
con farmaci a somministrazione intravitreale, che sono denominati per
categorie: anti -VEFG e farmaci di tipo steroideo Questi farmaci, se
usati correttamente, possono non solo stabilizzare il quadro clinico, ma far sì
che i pazienti destinati inesorabilmente alla perdita della vista, possano migliorare
la propria capacità visiva, impedendo la progressione verso la cecità legale”.
“Come messaggio conclusivo – conclude Lanzetta - vorrei dire che per
questa patologia c’è una reale necessità di un programma di screening nazionale.
E la retinopatia diabetica è il modello migliore di patologia al quale
applicare una simile metodica: perché dal punto di vista epidemiologico c’è una
diffusione importante di diabete mellito (anche se il 50% delle persone con
diabete non sa di averlo), la retinopatia diabetica è la principale complicanza
del diabete, inoltre le metodiche per identificare i pazienti a rischio, sono
accessibili e hanno costi accettabili. Ma la cosa più importante è che oggi
sono disponibili terapie efficaci“.
Insieme ai risultati dello Studio, l'IFA, IAPB e IDF hanno
utilizzato il “DR Barometer” per fornire una serie di raccomandazioni basate su
evidenze “chiave” per affrontare le carenze di informazione e le disuguaglianze
nei servizi per le persone con diabete.
Un elemento cruciale per ottenere buoni risultati sono esami
oculistici regolari, accessibili a tutti, insieme a trattamenti forniti
da un sistema sanitario coordinato, garantendo a coloro che sono a rischio
di perdere la vista un monitoraggio ed un efficace gestione della patologia.
Gli esperti del “DR Barometer” chiedono anche un miglioramento della
informazione e della consapevolezza della retinopatia diabetica, sia tra i
pazienti che tra gli operatori sanitari. Altrettanto importante è mettere
le persone diabetiche con DR di tutti i paesi del mondo, nelle stesse
condizioni, usufruendo degli stessi strumenti in grado di curare la malattia.
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