Al via #diabeteontheroad – la piena libertà di essere sé stessi
Roche Diabetes
Care Italy racconta le esperienze delle persone che utilizzano il sensore
impiantabile per il monitoraggio in continuo della glicemia
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Un
viaggio in alcuni importanti Centri diabetologici italiani alla scoperta delle
persone che, grazie al sensore impiantabile, vivono una nuova vita con il
diabete, dei loro medici fautori della libertà ritrovata e delle città in cui
vivono.
Ø
Un
tour, per il momento, in 10 città con il filmmaker Fabio Persico, un modo nuovo
di raccontare il diabete e la quotidianità delle persone che convivono con la
malattia.
Milano, 16 Ottobre 2019 – Al via la
campagna “#diabeteontheroad - la piena
libertà di essere sé stessi”, un viaggio attraverso l’Italia per scoprire
come le nuove tecnologie stanno cambiando la vita delle persone con diabete.
Dalle Alpi al mar Ionio, Roche Diabetes Care Italy, racconterà, attraverso lo
schermo del filmmaker Fabio Persico, le storie e le
esperienze di chi, grazie a un piccolo sensore impiantato sottocute per il
monitoraggio della glicemia in continuo, ha vissuto il cambiamento e ora può
gestire al meglio il diabete ed essere pienamente libero di vivere la propria
vita insieme e non “nonostante” il diabete. “I protagonisti di #diabeteontheraod sono persone al di là
del diabete, con una gran voglia di esprimere sé stesse, tanti sogni e tante
esperienze”, spiega Fabio Persico, che ha iniziato il suo viaggio per
l’Italia incontrando e intervistando le persone con il sensore impiantabile e i
loro diabetologi. “Entrare nella vita delle persone e raccontarne la
quotidianità è una sfida. Quello che mi aspetto nelle prossime tappe della
campagna è di incontrare storie sempre nuove, situazioni e sogni diversi che come
pezzi di un puzzle, alla fine riusciranno a completare un quadro completo di
quello che è il nuovo vissuto delle persone che utilizzano questo dispositivo”.
“Questa campagna è nata grazie al
continuo ascolto delle persone che utilizzano i nostri device, e in questo caso
di chi utilizza il sensore impiantabile”, commenta Massimo Balestri, Amministratore
Delegato di Roche Diabetes Care Italy. “Infatti, sono state proprio loro
che ci hanno raccontato come, nonostante tutte le difficoltà che si ritrovano
quotidianamente ad affrontare per la gestione del diabete, il sensore
impiantabile abbia permesso loro di sentirsi un po’ più liberi dalla malattia
diventando uno strumento imprescindibile nella loro vita. Questo viene confermato
dal 93% delle persone che una volta impiantato il sensore dichiarano di voler
continuare ad utilizzarlo. C’è chi arriva al terzo, quarto, quinto re-impianto”.
Vivere con il diabete, specialmente
per il tipo 1, comporta una rigorosa autogestione e un controllo costante della
glicemia. L’impegno è così oneroso che si calcola che nel corso della giornata
una persona mediamente debba decidere 50 volte al giorno, per un totale di
circa 1 ora, come adattare la propria terapia e spesso gestendo tutto da sola.
L’obiettivo principale di tutti coloro che hanno ricevuto una diagnosi di
diabete - in Italia secondo i dati ISTAT sono oltre 3 milioni di cui circa il
5% di Tipo 1 - è quello di raggiungere un controllo metabolico ottimale, vale a
dire mantenere la glicemia entro un target prestabilito, riducendo il rischio
di episodi di ipoglicemia (valore troppo basso di zuccheri nel sangue) o
iperglicemia (valore troppo alto). Purtroppo, circa il 72% del totale delle
persone con diabete di tipo 1 e quasi il 50% con diabete di tipo 2 non
raggiunge un buon controllo glicemico (emoglobina glicata ≤ 7), andando
incontro a possibili complicanze acute o croniche. (Annali AMD 2018)
In questo, un valido aiuto nella
gestione del diabete è rappresentato dal sensore impiantabile che dispone di
una nuova tecnologia in grado di determinare i valori di glucosio nel tessuto
interstiziale fino a 180 giorni, a differenza dei sensori attualmente
disponibili in Italia che hanno una durata di 6, 7 o 14 giorni.
“Con il sensore impiantabile, siamo
oggi di fronte a una svolta epocale nel mondo del monitoraggio in continuo”,
afferma Paolo Di Bartolo, Direttore
Rete clinica diabetologia AUSL Romagna, Presidente eletto Associazione Medici
Diabetologi (AMD). “Ci troviamo, infatti, nella condizione privilegiata di
avere a disposizione sistemi con caratteristiche diverse che consentono di
personalizzare il monitoraggio in continuo in base alle esigenze del paziente,
così come si fa già per la terapia farmacologica. Per coloro che necessitano
della massima flessibilità, ad esempio, il sensore impiantabile, in cui la
parte visibile, costituita dal trasmettitore, può essere facilmente rimossa, è
compatibile con qualsiasi tipo di attività, da una cena fuori, a un’attività
sportiva, al mare o al lavoro. Sicuramente il ‘senso di libertà’ offerto dal
sensore impiantabile, viene percepito dal medico che si sente più sicuro
sull’aderenza al monitoraggio del proprio paziente e che riesce sempre a essere
sotto controllo grazie alle vibrazioni del trasmettitore anche quando il
telefono non è a portata di mano”.
Il dispositivo è, infatti, costituito
da un piccolo sensore impiantato sottocute nel corso di una seduta in
ambulatorio di pochi minuti, nella parte superiore del braccio e da un trasmettitore
che viene applicato nella zona sopra il sensore con un cerotto ed è interamente
rimovibile in modo semplice e senza rischi. Il trasmettitore, inoltre, è in
grado di avvertire fino a 30 minuti prima in caso di possibili ipo o iper
attraverso una discreta vibrazione sul corpo senza la necessità, quindi, di
avere con sè il telefono.
“Ho inserito il sensore impiantabile
per tenere meglio sotto controllo i valori della glicemia”, racconta Annalisa
Salmistraro, alla quale hanno impiantato per la prima volta il sensore per
il monitoraggio della glicemia nel marzo 2018. “Da subito le cose sono
migliorate e la mia vita è cambiata. Innanzitutto, sono riuscita a controllare
meglio i valori del glucosio, con tutto ciò che ne consegue. Infatti, posso
sapere i miei valori glicemici semplicemente guardando il cellulare e lui
stesso mi avvisa quando ci sono variazioni verso l’alto o il basso. Inoltre,
posso togliere e rimettere il trasmettitore facilmente e la piscina, o le altre
situazioni che prima mi creavano imbarazzo, ora non sono più un problema”.
“Secondo Roche, il futuro sarà sempre
di più focalizzato sull’integrazione dei numerosi dati generati da questi
dispositivi con quelli in possesso del medico attraverso le visite e gli esami
di laboratorio”, conclude Balestri. “Un’integrazione che deve passare,
inevitabilmente, da piattaforme in grado di raccogliere e analizzare in modo
strutturato una grande quantità di dati e che aiuteranno a colpo d’occhio il
medico a comprendere meglio gli effetti della terapia e dello stile di vita
nella gestione quotidiana del diabete, fornendogli inoltre la possibilità di
individuare schemi o problemi non prevedibili nel regime terapeutico”.
Questa prima edizione di #diabeteontheroad toccherà per il momento 10 città: Milano,
Brescia, Verona, Napoli, Roma, Marino, Salerno, Foggia, Potenza, Udine.
Per seguire il viaggio di Roche Diabetes Care
Italy e Fabio Persico: www.sensoreimpiantabile.it/diabeteontheroad, Pagina
Facebook di Roche Diabetes Care e Fabio Persico, Instagram e Twitter
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