Prevenzione e cura degli occhi di bambini e ragazzi nell’era digitale Ecco cosa dicono 1.000 genitori in un sondaggio di Radiomamma
Troppe ore davanti a smartphone e
computer preoccupano i genitori più per le problematiche legate alla mancanza
di socializzazione e meno per quelle riguardanti la salute e la vista in
particolare.
È quanto emerge dal sondaggio “Figli
digitali, dicci cosa ti preoccupa” commissionato a Radiomamma,
portale di informazione per famiglie, da Doc Ofta, per il lancio di Arnistil,
soluzione oftalmica senza conservanti, a base di estratti di arnica.
L’intento è quello di chiarire i
dubbi che affliggono i genitori di oggi e sensibilizzarli su una maggiore
prevenzione e cura della salute degli occhi dei propri figli. La ricerca di
Radiomamma è stata condotta online nella community che raccoglie 16 mila
famiglie di Milano, per mappare i timori dei genitori legati all’uso sempre più
precoce dei dispositivi digitali.
Le risposte* di oltre 1.000
genitori dicono che: il 59% delle mamme e dei papà teme che i figli iper
connessi socializzino poco con gli altri, il 47% che facciano poca attività
fisica, il 45% che la massiccia esposizione ai dispositivi digitali possa
nuocere alla vista, oltre ai pericoli della rete. Solo il 6% non è preoccupato.
Oltre a sottostimare i rischi
per la salute dell’occhio, i genitori risultano impreparati a gestire
segnali preoccupanti che comunque notano: pur riconoscendo nei figli
segnali di affaticamento dell’occhio -
il 51% dichiara che i bambini strizzano gli occhi a volte o spesso dopo
l’utilizzo dei device, quasi il 40% che a fine giornata i loro figli avvertono
bruciore o lacrimazione agli occhi -
solo il 26% chiede un parere informato all’oculista su come
affrontare il problema preferendo rivolgersi al pediatra, al farmacista, agli
amici o cercando un generico aiuto sul
web.
Le preoccupazioni dei genitori
riguardano bambini anche molto piccoli. Il 24% dei genitori dichiara che i
figli hanno iniziato a giocare con tablet e telefoni tra i 3 e i 5 anni, il
21.7% % tra i 5 e i 6 anni, il 25% tra i 6 e gli 8 e il 28% tra gli 8 e i 12.
Oltre a un utilizzo sempre più
precoce dei dispositivi digitali, colpisce e preoccupa il tempo che bimbi e
ragazzi trascorrono davanti a un device: dalle 2 alle 4 ore al giorno nel 36,7%
dei casi, dalle 4 alle 6 ore in quasi il 20% dei casi.
I dati raccolti hanno inoltre
evidenziato che i rimedi per prevenire danni alla salute legati all’eccessiva
esposizione a smartphone, computer e tv sono essenzialmente due: il 75%, dei
genitori cerca di limitare il tempo speso dai figli davanti ai dispositivi
digitali e il 22% consiglia di mantenere una certa distanza dagli schermi.
“Da quanto emerge dalla nostra
ricerca i genitori – spiega Carlotta Jesi di Radiomamma – oggi sembrano
impreparati sui possibili danni alla vista che la continua esposizione ai
dispositivi digitali può causare nei figli anche molto piccoli. C’è una
generica preoccupazione, cui si cerca di rispondere con comportamenti dettati
dal buon senso, ma c’è un vuoto culturale e di informazione su prevenzione e su
controlli specifici”.
Della prevenzione per la cura
della vista e per l’affaticamento visivo dovuta all’esposizione al digitale
parla il Professor Paolo Nucci, Direttore Clinica Oculistica Università
degli Studi di Milano che ci suggerisce un breve vademecum che elenca le
visite di controllo da fare dall’oculista e fornisce un elenco dei segnali che
devono far scattare un campanello d’allarme ai genitori.
“La salute degli occhi richiede –
afferma il Professor Nucci - consapevolezza e attenzione soprattutto se
si tratta di bambini e ragazzi. Proteggere la vista e prevenire l’affaticamento
visivo è oggi una necessità urgente, a partire dagli effetti dell’inquinamento
ambientale che causano alcuni disturbi oculari i cui sintomi più frequenti sono
prurito agli occhi, sensazione di corpo estraneo, lacrime e bruciore, così come
edemi o gonfiore palpebrale, per poi considerare i disturbi tipici del tempo
passato davanti agli schermi di computer e smartphone come l’occhio arrossato e
l’ammiccamento continuo che si può trasformare in un tic continuo”.
Le visite consigliate da fare
dall’oculista sono:
1. Prima visita alla nascita: effettuare il
test neonatale detto del riflesso rosso;
2. Prevenzione dell’occhio
pigro: entro i 3 anni ½ sottoporre il bambino al controllo oculistico per
individuare eventuali patologie del sistema visivo;
3. Prevenzione patologie
familiari (genitori, nonni): in caso di patologie famigliari evidenti
sottoporre il bambino a costanti esami della vista sin dalla nascita;
4. Prevenzione oculistica
periodica da 3 anni in poi: sottoporre il bambino a controlli annuali per
verificare eventuali problemi al sistema visivo (es. miopia);
5. Fare attenzione alla
“luce blu” non solo data da tv, computer e smartphone passando attraverso i
video giochi, ma anche ai raggi diretti dell’esposizione al sole per tutelare
la vista dei bambini;
6. Osservare con attenzione
certi atteggiamenti dei propri figli, già in età neonatale, perché taluni
comportamenti come, ad esempio, il rifiuto della luce, la roteazione casuale
degli occhi e il loro strofinio, rappresentano dei campanelli d'allarme.
“Come madre – racconta Julia
Elle, nota influencer– e come rappresentante di una community di mamme
posso confermare che l’attenzione relativa alla salute dei bambini è sempre
molto alta e carica di ansia. Ho spesso la sensazione che i dati dei sondaggi
relativi ai temi della salute dei bambini debbano essere interpretanti come
inferiori rispetto al reale fenomeno. In particolare sulla salute degli occhi
siamo privi di riferimenti, ben venga una corretta informazione su come
comportarsi rispetto all’arrossamento per la piscina, ai bruciori per
l’inquinamento, all’affaticamento visivo digitale oggi frequente”.
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