Le infezioni respiratorie ricorrenti nei bambini

Comunicato stampa  

Le infezioni respiratorie ricorrenti nei bambini
Parola d’ordine: prevenzione

32° Congresso Nazionale di antibioticoterapia in eta’ pediatrica 
Milano  13-15 novembre 2013
Centro Congressi AtaHotel Executive


Milano, 15 novembre 2013 Le Infezioni Respiratorie Ricorrenti nei bambini si devono prevenire. E' questo il monito lanciato dai pediatri questa mattina nel corso del dibattito su Le novità in tema di Prevenzione delle Infezioni Respiratorie Ricorrenti (IRR) durante il 32° Congresso di Antibioticoterapia in Età Pediatrica che si concluderà oggi.
"Dalla fine del primo anno di vita fino all’inizio dell’età scolare il bambino sano va incontro ad almeno 5-6 episodi di infezione respiratoria per anno, con punte che possono arrivare anche ad 8-9 in alcuni soggetti - ha evidenziato la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) – Le ragioni principali di ciò sono essenzialmente tre: l’immaturità del sistema immunitario, la mancanza di qualsiasi precedente esperienza immunologica e la riduzione dell’efficienza delle difese dovuta ai precedenti episodi infettivi virali”.

Nei primi anni di vita il bambino ha un sistema immunitario non perfettamente in grado di far fronte all’azione lesiva dei diversi agenti infettivi; alla sua completa maturazione si arriverà progressivamente nell’arco dei primi 3-4 anni di vita, così che durante tutto questo periodo il bambino è a maggior rischio di contrarre infezioni.

D’altra parte, anche quando il sistema immunitario è divenuto perfettamente funzionante, questo non presenterà alcuna memoria immunologica fino a che non avrà avuto il contatto iniziale con specifici agenti patogeni. Da qui il fenomeno per cui ogni prima infezione non può venire affrontata con la stessa capacità di controllo che ha chi ha già prodotto una memoria immunologica e può contrastare con una immediata risposta protettiva un successivo incontro con l’agente infettivo. Le prime infezioni diventano, quindi, assai spesso malattia, contribuendo al problema delle infezioni ricorrenti.
“In genere, si tratta di infezioni delle vie aeree superiori, apparentemente banali - avverte Susanna Esposito - ma per la loro frequenza elevata, creano problemi medici, sociali ed economici non trascurabili. La prevenzione riveste, quindi, un ruolo fondamentale per la riduzione delle infezioni respiratorie ricorrenti”.
Tra gli strumenti più efficaci per prevenire la diffusione di IRR vi è l’utilizzo degli immunostimolanti che devono essere assunti nel periodo di massimo rischio di insorgenza delle infezioni, quindi immediatamente prima e durante il periodo invernale.
Secondo uno studio condotto recentemente negli USA è stata valutata l'efficacia di uno specifico stimolante dell’immunità, l’OM-85 BV (Broncho-Vaxom), nella prevenzione delle infezioni ricorrenti in età pediatrica del tratto respiratorio (RTI). In un campione di piccoli pazienti trattati per un periodo di 6 mesi con OM-85 BV o con placebo, si è osservato che tra quelli trattati con OM85, il 32% ha avuto più di tre infezioni respiratorie nel periodo considerato, mentre il dato sale al 58% tra i soggetti trattati con placebo (v. Figura 1).



Figura 1. Percentuale di soggetti con più 3 infezioni respiratorie nei 6 mesi durante i quali hanno ricevuto OM 85 o placebo.


Vi sono ulteriori strumenti di prevenzione che contribuiscono a ridurre le IRR:
  •  limitare, per quanto possibile, i fattori di rischio, quali per esempio la frequenza all’asilo nido o alla scuola materna; la presenza di un alto numero di familiari conviventi, specialmente fratelli o sorelle di tenera età e il fumo passivo;
  • fare uso dei vaccini, quali il vaccino antinfluenzale che, come dimostrato da diversi studi condotti in Italia negli ultimi anni, se utilizzato prima dell’inizio della stagione invernale riduce l’incidenza delle IRR e dell’otite media acuta (OMA) e il vaccino pneumococcico coniugato efficace in alcune forme respiratorie come l’OMA e le polmoniti. 
Lo conferma lo stesso Prof. Nicola Principi, Professore di Pediatria, Fondazione IRCCS Cà Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano, nonché co-presidente del Congresso: “Novità di quest’anno è stata proprio l’estensione della Commissione Europea all’indicazione di Prevenar13 (riformulazione di Prevenar, primo vaccino pneumococcico coniugato) a bambini e adolescenti dai 6 ai 17 anni per l’immunizzazione attiva.
L’efficacia del vaccino – ha precisato Principi - è stata dimostrata in uno studio condotto in Liguria dove si è riscontrata una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per polmoniti del 15,2%; del 70,5% nelle forme causate dallo pneumococco e del 36.4% nelle otiti. [Durando P et al, Vaccine 2009; 27: 3459-3462]

Negli ultimi anni, inoltre, tra gli strumenti di prevenzione delle IRR si sono diffuse molto le terapie alternative, sebbene siano pochissimi gli studi che realmente dimostrano una loro reale efficacia. Echinacea e propoli sono i preparati più usati ma solo per il secondo vi sono dati raccolti in modo ineccepibile su un possibile effetto preventivo nei soggetti con OMA ricorrente. Lo stesso vale per lo zinco, sebbene più spesso utilizzato nei Paesi in via di Sviluppo per la prevenzione della diarrea cronica che, secondo quanto riportato da vari studi, sembra avere un effetto solo in quei soggetti carenti di questo minerale.
“Più valide, invece, risultano le osservazioni fatte sulla vitamina D – conclude Susanna Esposito - oggi considerata, rispetto a prima, non più solo un fattore di regolazione del metabolismo calcio-fosforico, ma un ormone che esercita molteplici attività di regolazione del sistema immunitario e la cui carenza può essere associata ad una più facile insorgenza di infezioni”.
Molteplici studi hanno dimostrato, infatti, una stretta correlazione tra carenza di vitamina D e rischio infettivo. Recentemente è stato anche dimostrato che bambini con OMA ricorrente sono frequentemente carenti di vitamina D e che il ripristino di valori sierici normali riduce l’incidenza di nuovi episodi di OMA. E’ questo un capitolo delle prevenzione delle IRR completamente nuovo, che offre interessanti spunti ma che deve ancora trovare conferma prima che la profilassi con vitamina D possa entrare a pieno titolo tra le forme di prevenzione delle IRR accettate dalla comunità scientifica.

Il programma dettagliato del Congresso è disponibile online:


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