Appello dei Pediatri alla classe politica italiana: eliminare morbillo e rosolia dal nostro Paese con il vaccino sicuro
Al Congresso Nazionale SIRP (Società Italiana di Ricerca
Pediatrica) i Pediatri ricordano che l’obiettivo OMS per eliminare morbillo e
rosolia in Europa è fissato al 2015. Intervenuta al Congresso, la Prof.ssa
Susanna Esposito, Presidente della Commissione dell’OMS per
l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita, ribadisce l’importanza delle
vaccinazioni e raccomanda alle famiglie di non abbassare la guardia: in Italia
sono ancora moltissimi i casi di morbillo e rosolia.
Milano, 24
novembre 2014 – Il 2015 è ormai vicino: entro questa data l’Organizzazione
Mondiale della Sanità ha fissato il termine per l’eliminazione di morbillo e
rosolia in Europa, eguagliando così gli ottimi esempi di Stati Uniti e America
Centrale che hanno raggiunto questo obiettivo già nel 2010.
E l’Italia?
Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, nel mese di
settembre 2014 sono stati segnalati 45 casi di morbillo, portando a 1566 i casi
segnalati dall’inizio dell’anno: Liguria con 12,2 casi per 100.000,
seguita da Piemonte, Emilia Romagna e Sardegna sono le regioni con
l’incidenza maggiore. Secondo i dati raccolti, più della metà dei casi (57,9%)
ha un’età compresa tra 15 e 39 anni, di cui l’85,2% non è mai stato vaccinato e
il 6,6% ha effettuato una sola dose di vaccino: 1 caso su 4 (26,2%) ha riportato almeno
una complicanza, tra cui 80 casi di polmonite. Sempre secondo l’ISS,
nel mese di settembre 2014 sono stati segnalati 4 casi di rosolia, portando a
16 il totale delle segnalazioni dall’inizio dell’anno.
“Il morbillo e la rosolia possono causare complicanze gravi
- osserva la Prof.ssa Susanna Esposito, Presidente della Commissione
dell’OMS per l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita, Presidente WAidid,
World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders e
Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione
IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Milano - e rimangono ancora oggi un rischio per il nostro
Paese. Come emerso dallo scorso meeting dell’OMS di Copenhagen, a livello globale la situazione evidenzia la necessità di
interventi mirati soprattutto ad aumentare la copertura vaccinale. In Italia,
se vogliamo davvero raggiungere gli obiettivi prefissati dall’OMS, è
indispensabile un coinvolgimento politico sia a livello nazionale che
regionale. Il nostro Paese ha dato un enorme contributo nell’eliminazione
della polio a livello nazionale ed internazionale, lo stesso ci aspettiamo che
faccia nell’attuazione del Piano di eliminazione di morbillo e rosolia”.
La
vaccinazione trivalente (morbillo-parotite-rosolia), in Italia, è stata
inclusa ufficialmente nel 1999 nel calendario nazionale delle vaccinazioni
obbligatorie e raccomandate, con indicazioni per la somministrazione della prima
dose per tutti i bambini a partire dai 12 mesi compiuti e comunque entro il 15°
mese di vita, e con l’introduzione di una seconda dose all’età di 5-6
anni.
“Eppure nel
nostro Paese la situazione della copertura vaccinale – commenta Elisabetta
Franco, Professore di Igiene, Università di Roma Tor Vergata, Presidente
National Verification Committee (NVC) per l’eliminazione di morbillo e
rosolia - rimane ancora preoccupante. La Commissione italiana sta lavorando
alacremente con l’obiettivo di arrivare all’eliminazione di queste malattie
ancora troppo diffuse: i casi di morbillo sono tanti, le coperture vaccinali
sulla 1 dose sono inferiori all’atteso (intorno al 90%), e i dati sulla dose 2
sono incompleti”.
In
Europa, secondo fonti dell’Istituto Superiore di Sanità, tra il 1 luglio
2013 e il 30 giugno 2014, 30 Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico
europeo hanno segnalato 7116 casi di morbillo. Di questi, il 77,3% dei
casi segnalati proviene da 3 Paesi: Paesi Bassi (2446) Italia (2185) e Germania
(869). La fascia di età con maggiore incidenza è rappresentata dai bambini sotto
un anno di vita (62,3 casi/milione), seguita dai bambini tra 1 e 4 anni (49,9
casi/milione) e gli adolescenti tra 10 e 14 anni (47,6 casi/milione). Lo stato
vaccinale è noto per il 93,1% dei casi; di questi l’88,1% dei casi si è
verificato in persone non vaccinate e il 7,9% in persone vaccinate con una sola
dose. I dati sulla rosolia, raccolti in 28 Paesi dell’Ue e del See,
indicano che tra il 1 luglio 2013 e il 30 giugno 2014, sono stati segnalati
9443 casi, il 97,5% dei quali è stato notificato dalla Polonia
(9209 casi, 239 casi/milione di abitanti).
“Nei Paesi
europei - evidenzia Pier Luigi Lopalco, European Centre for Disease
Prevention and Control (ECDC), Stoccolma e membro della NVC italiana - il
morbillo e la rosolia sono malattie ancora molto pericolose: assistiamo, in
generale, ad un significativo calo di attenzione nei confronti della
vaccinazione in alcuni Paesi europei e al riemergere, quindi, di numerose
epidemie. Non dobbiamo dimenticare che prima dell’arrivo della vaccinazione nel
1963, il morbillo ogni anno nel mondo uccideva circa 2 milioni di bambini: nel
corso degli ultimi decenni, miliardi di dosi di vaccino sono state distribuite
in tutto il mondo, la mortalitá si é drammaticamente ridotta ed il vaccino si è
confermato estremamente sicuro”.
Per
raggiungere l’obiettivo dell’OMS di eliminare morbillo e rosolia entro il
prossimo anno ogni Paese che ha aderito al Piano di Prevenzione (53 Paesi, tra
quelli all’interno dell’UE e nel resto del mondo) dovrà dimostrare un livello di
copertura vaccinale pari o maggiore del 95 per cento. Morbillo e rosolia
potranno considerarsi malattie eliminate solo quando si constaterà la completa
scomparsa di casi delle due malattie per un periodo di almeno 36 mesi
dall’ultimo caso conosciuto. Inoltre, gli Stati partecipanti al Piano
dovranno raggiungere il 95 per cento dei soggetti di età inferiore ai 40 anni
vaccinati con due dosi di vaccino.
Il prossimo
WHO European Regional Verification Committee Meeting si svolgerà
tra un anno nella sede WHO di Copenhagen.
Commenti
Posta un commento