La prima guida pratica post intervento di frattura di femore
in
arrivo per tutte le pazienti, la prima guida pratica
post intervento di frattura di femore
post intervento di frattura di femore
“FRATTURE
DI FEMORE E ALTRE FRATTURE DA FRAGILITA’ OSSEA.
10
+ 1 CONSIGLI PER NON RICASCARCI”
Presentata
al IXX Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia la prima e unica
guida pratica per la
paziente post intervento di frattura di femore, conseguenza più temuta della
fragilità ossea causata dall’osteoporosi severa. Dagli specialisti della
Campagna “Stop alle Fratture”, consigli pratici e
indicazioni utili per trascorrere, serenamente e in sicurezza a casa propria, il
periodo post-operatorio.
Sottolineando
l’importanza di un corretto follow-up, che includa visite periodiche di
controllo e l’aderenza
alla terapia farmacologica.
Milano, 21
novembre 2014 – In
Italia, ogni anno si verificano nella popolazione anziana circa 100.000
fratture da fragilità del collo del femore, con netta prevalenza nelle
donne (8 casi su 10). Un’incidenza già molto elevata ma che, per effetto
dell’invecchiamento della popolazione, è destinata ad aumentare ulteriormente
nei prossimi anni, dato che si stima che, nel 2040, gli over 65 anni
raggiungeranno il 44,9% dell’intera popolazione mondiale.
Proprio
la frattura del collo del femore è la conseguenza delle cadute più
frequente e più temuta dalle donne sopra i 65 anni poiché comporta
importanti conseguenze per la paziente: dal ricovero per l’intervento
chirurgico, a prolungati periodi di immobilità, fino a diventare
spesso causa di invalidità con perdita del tutto, o in parte,
dell’autonomia. L’intervento chirurgico è indispensabile per una rapida
ripresa della funzionalità dell’arto fratturato, ma non può essere considerato
il solo ed unico trattamento. Vera responsabile della frattura è infatti la
fragilità ossea causata dall’osteoporosi severa che necessita di
un percorso diagnostico/terapeutico/assistenziale (PDTA) per ridurre
il rischio di nuove fratture e migliorare lo stato di salute e la qualità di
vita della paziente.
Per
accompagnare le pazienti fratturate di femore dal momento della dimissione
dall’ospedale lungo tutto il periodo post-operatorio è nato l’opuscolo
“Fratture di femore e altre fratture da fragilità ossea. 10 +1 consigli
per non ricascarci”, prima e unica guida pratica italiana in quest’area
terapeutica, presentata in anteprima nel corso del IXX Congresso Nazionale
della SIOT, Società Italiana di Ortopedia, in corso a Roma dal 22 al 25
novembre.
«La
frattura del collo del femore è una delle più frequenti fratture da fragilità
ossea causata dall’osteoporosi severa – dichiara il Prof. Paolo
Cherubino, Presidente della Società Italiana di Ortopedia –. Non sempre,
infatti, l’evento traumatico è l’unico responsabile della frattura: spesso il
femore si frattura perché l’osso è fragile e non regge ad urti anche minimi che,
invece, in condizioni di normalità sarebbero stati sopportati senza problema.
Le fratture da fragilità, ed in particolare quelle del femore, hanno un elevato
impatto sociale. Entro un anno dall’evento fratturativo, il 40% non è in grado
di camminare autonomamente e più del 60% presenta limitazioni anche nelle più
semplici attività quotidiane quali mangiare, vestirsi e lavarsi. Inoltre un
paziente con frattura di femore ha il 20% di rischio di andare incontro alla
frattura del femore controlaterale. La presenza di una frattura da fragilità
infatti aumenta in modo significativo il rischio di avere una successiva
frattura. Come ortopedici, ovvero come primi e spesso unici specialisti di
riferimento nella gestione dei paziente con frattura da fragilità, dobbiamo
purtroppo rimarcare come ancora oggi, nel 70% dei casi la frattura del femore
sia associata a pregresse fratture vertebrali spesso misconosciute che possono
rappresentare un campanello d’allarme da non sottovalutare. L’approccio alla
frattura di femore, come alle altre fratture da fragilità, non deve essere
rivolto esclusivamente al trattamento chirurgico, ma deve essere invece parte di
un percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale che permetta di inquadrare
la patologia di base, l’osteoporosi severa, trattandola efficacemente per
prevenire ulteriori fratture. Questa guida pratica redatta dalla SIOT, insieme
alle altre Società Scientifiche che dal 2011 promuovono la Campagna “Stop alle
Fratture”, si propone di illustrare, con un linguaggio semplice e diretto,
proprio questi concetti, sottolineando ai pazienti, ai loro familiari e al
personale rivolto alla loro assistenza l’importanza di mettere in sicurezza
l’ambiente domestico, di adottare stili di vita corretti e moderatamente attivi,
di non trascurare le visite periodiche di controllo e, soprattutto, di assumere
correttamente, secondo le indicazioni fornite dal medico, i farmaci prescritti
per il trattamento dell’osteoporosi, in associazione ad una giusta quantità di
vitamina D e di calcio».
Soltanto
in Italia, l’osteoporosi è una patologia che oggi riguarda circa
5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post-menopausa. In pratica,
considerando l’intera popolazione over 50 anni, 1 donna su 3 è affetta da
osteoporosi. La fragilità ossea, conseguenza dell’osteoporosi
severa, è invece responsabile di oltre 280.000 fratture, il 70% delle
quali riguarda il femore.
«Il
progressivo invecchiamento della popolazione – precisa il
Prof. Umberto Tarantino, Presidente GISOOS (Gruppo Italiano di Studio
in Ortopedia dell’Osteoporosi Severa) – determina inevitabilmente un incremento delle patologie croniche
correlate all’età come l’osteoporosi
che, negli ultimi decenni, è diventata una vera e propria priorità sanitaria e
sociale. Stando alle stime, riteniamo infatti che nei prossimi 40 anni, in
assenza di interventi terapeutici mirati a tutta la popolazione a rischio,
assisteremo al raddoppiarsi dell’incidenza delle fratture da fragilità ossea.
Per questo sono fondamentali iniziative di comunicazione rivolte alle pazienti,
proprio come questa nuova guida il cui scopo è spiegare cos’è
l’osteoporosi, cosa sono le fratture da fragilità ossea, come quelle del collo
del femore, e come ridurre il rischio di fratturarsi nuovamente.
Trascurare la cura della patologia scheletrica che è alla base
delle fratture da fragilità significa, infatti, perdere un’importantissima
opportunità per prevenire il rischio di ulteriori fratture. È perciò
fondamentale definire un accurato ed appropriato approccio
diagnostico-terapeutico per i soggetti con frattura da fragilità, in cui vi sia
condivisione sulle indagini diagnostiche da effettuare e su quali terapie
farmacologiche utilizzare. Un percorso nel quale l’ortopedico deve far parte di
un team multidisciplinare che possa garantire un trattamento mirato, basato su
una sinergia stabile tra le diverse specialità favorendo la nascita delle
cosiddette Fragility Fracture Unit».
L’opuscolo
“Fratture di femore e altre fratture da fragilità ossea. 10 +1 consigli
per non ricascarci” sarà disponibile, a partire dal mese di dicembre,
nei principali Centri per il trattamento dell’Osteoporosi severa presenti su
tutto il territorio nazionale, oltre che scaricabile online anche dal sito www.stopallefratture.it.
le
donne italiane e le fratture da fragilità
La prima
arma per fronteggiare l’osteoporosi severa e il rischio di fratture è
sicuramente la prevenzione della fragilità ossea attraverso una corretta
informazione. Dai risultati dell’indagine demoscopica “La fragilità ossea:
conoscenza e percezioni delle donne over 50”, condotta da Pepe Research
sempre nell’ambito della Campagna “Stop alle Fratture”, emerge infatti come sia assolutamente
necessario diffondere una capillare e corretta informazione
sull’argomento.
Se, infatti,
da un lato, l’osteoporosi, vera causa della fragilità ossea, è ben
conosciuta da 8 Italiane su 10, come pure la percezione che si tratti di
una patologia seria (ad essa, su una scala da 1 a 10, è attribuito, infatti, un
livello medio di gravità superiore all’8) e la consapevolezza che, con
l’avanzare dell’età, le ossa diventino più fragili, c’è invece molta
confusione sulla gestione di una frattura. Fa riflettere, infatti, che, a
seguito di essa, solo un terzo delle donne over 50 (30%) avrebbe un
atteggiamento reattivo, considerando una valutazione clinica della
situazione; mentre la maggioranza relativa (42%) tenderebbe ad essere
arrendevole, attribuendo alla propria disattenzione e all’avanzare dell’età
la «colpa» di quanto accaduto. Addirittura 3 Italiane su 10, inoltre, non
darebbero peso all’evento perché «può capitare». In quest’ambito, il target
più a rischio sembra essere quello delle 60-69enni, tra le quali solo 1 su 4
dichiara di prendere in considerazione che ci può essere un problema dietro la
comparsa di una frattura.
La fragilità
ossea, invece, deve essere ben nota alle pazienti che vanno informate su come si
possano evitare le fratture che, fatalmente, si ripercuoterebbero sulla loro
qualità di vita riducendone l’autonomia e, soprattutto in quelle di femore,
aumentando la disabilità.
10
+ 1 CONSIGLI UTILI PER NON RICASCARCI
1
La tua
frattura è dovuta a fragilità ossea, quindi all’osteoporosi severa: ricordalo!
2
Calza scarpe
con tacchi bassi e suole antiscivolo e metti in sicurezza la tua casa (rimuovi
gli oggetti sparsi sul pavimento, evita le superfici scivolose e i tappeti che
potrebbero farti inciampare o cadere. Presta attenzione anche agli animali
domestici).
3
Non rimanere
da sola, specialmente subito dopo la dimissione dall’ospedale, ma cerca di farti
assistere da un familiare o da una persona di fiducia.
4
Ricorda che
un’attività fisica moderata ma regolare aiuta a migliorare la forza muscolare,
l’agilità e l’equilibrio, riducendo il rischio di cadute.
5
Dopo un
intervento di frattura di femore utilizza correttamente il bastone per
camminare, adeguandolo alla tua statura e portandolo dal lato non fratturato.
6
Presta
attenzione al tuo peso corporeo: evita l’eccessiva magrezza e anche il
sovrappeso perché possono mettere a rischio la salute delle tue ossa.
7
Assumi
correttamente, secondo le indicazioni fornite del tuo medico, i farmaci per
l’osteoporosi che ti sono stati prescritti insieme al calcio e alla vitamina D.
8
Effettua
periodicamente le visite mediche di controllo.
9
Esegui gli
accertamenti diagnostici, come la MOC e la radiografia della colonna vertebrale,
per poter seguire nel tempo l’evolversi della patologia.
10
Non
sottovalutare la comparsa di un dolore insolito e prolungato alla schiena ma
informa subito il tuo medico.
10+1
Non pensare
che la fragilità ossea e le sue possibili conseguenze (frattura del collo del
femore, delle vertebre, del polso, etc.) possano condizionarti nella vita attiva
e di relazione. Grazie ai benefici di un’appropriata terapia farmacologica e
seguendo stili di vita corretti potrai ritornare alle tue solite abitudini, con
un minor rischio di fratturarti nuovamente.
***
La
Campagna “Stop Alle Fratture”
‘Stop Alle
Fratture’ è un’iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non
condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta alle donne sopra i 50 anni di età per
informarle sulle possibili conseguenze dovute alla fragilità scheletrica.
L’iniziativa vede il coinvolgimento di prestigiose società scientifiche come la
SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e
delle Malattie dello Scheletro), la SIOT (Società Italiana di Ortopedia e
Traumatologia), la SIR (Società Italiana di Reumatologia),
l’ORTOMED (Società Italiana di Ortopedia e Medicina) e il GISOOS
(Gruppo Italiano di Studio in Ortopedia dell’Osteoporosi
Severa).
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