Ascolta il tuo cuore per salvare il tuo cervello
Ritorna,
per il terzo anno consecutivo, la campagna di informazione e prevenzione
promossa da A.L.I.Ce Emilia Romagna volta a sensibilizzare la popolazione
sull’importanza della prevenzione dell’ictus cerebrale. Durante il mese di
maggio in cinque città della Regione si svolgeranno attività di sensibilizzazione
e screening rivolte alla popolazione sui principali fattori di rischio, come la
Fibrillazione Atriale.
Bologna, 15 maggio 2015 – Torna
per il terzo anno consecutivo la campagna di prevenzione “Ascolta il tuo
cuore per salvare il tuo cervello” promossa da A.L.I.Ce Emilia Romagna
– Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, con attività rivolte alla
popolazione per sensibilizzare i cittadini relativamente ai fattori di
rischio dell’ictus cerebrale, tra cui la Fibrillazione Atriale, una
frequente anomalia del ritmo cardiaco, che è causa del 15-20% di tutti gli
ictus trombo-embolici, con una prevalenza sulla popolazione italiana fra l’1% e
il 2%. Questo significa che in Emilia Romagna i soggetti affetti da
Fibrillazione Atriale sono circa 60.000 con un’incidenza di circa 13.000
nuovi casi all’anno.
Per esercitare misure preventive dell’ictus
adeguate, in presenza di Fibrillazione Atriale, viene raccomandato un regime
terapeutico attraverso una terapia anticoagulante.
“In Italia le persone ricoverate per
ictus ischemico ogni anno sono più di 170.000 di cui circa 35-40.000
presentano Fibrillazione Atriale – dichiara il dottor Stefano Urbinati,
Presidente ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) Emilia
Romagna - In un recente studio, che ha valutato la prevalenza di
Fibrillazione Atriale nei pazienti ricoverati nelle Cardiologie e nelle
Medicine italiane, indipendentemente dalla diagnosi di ingresso, si è osservato
che solo il 59% dei soggetti con questa aritmia assumevano una terapia
anticoagulante orale”.
“Questi dati dimostrano che la
Fibrillazione Atriale è ancora una causa molto frequente di ictus nel nostro
Paese (circa 1 su 4). Troppo spesso, poi, in presenza di questa anomalia del
ritmo cardiaco, non viene instaurata una terapia anticoagulante orale e molte
persone con Fibrillazione Atriale non sono consapevoli di soffrire di questa
aritmia così pericolosa” – aggiunge Urbinati.
Da qui l’iniziativa di
A.L.I.Ce Emilia Romagna di dare vita ad attività di sensibilizzazione e
screening, anche per dimostrare come sia semplice e rapido controllare e
far emergere eventuali alterazioni del proprio ritmo cardiaco.
Nel corso del mese di maggio,
in 5 città della Regione: Ravenna (10/5), Carpi (16/5), Parma
(16/5), Ferrara (23/5), Bologna (24/5), con modalità diverse,
vengono messe in atto iniziative di informazione sulla patologia e in alcuni
casi screening sulla popolazione, alla presenza di personale
medico-sanitario, relativamente ai principali fattori di rischio dell’ictus
cerebrale, quali Fibrillazione Atriale, Pressione Arteriosa, esame dei tronchi
sovra aortici, ecc.
“Il nostro obiettivo è quello di aumentare
la prevenzione dell’ictus, ed il monitoraggio sulla popolazione, per
verificare la presenza di Fibrillazione Atriale, è di fondamentale
importanza – dichiara la Dottoressa Antonia Nucera, Presidente di
A.L.I.Ce Emilia Romagna e neurologa - Le recenti evidenze scientifiche,
che ci vengono dalla letteratura internazionale, stanno dimostrando che la
percentuale di ictus cardio-embolici causati dalla Fibrillazione Atriale sono
in aumento, come è stato provato che più si effettuano controlli
strutturati sui pazienti, più emergono casi di questa aritmia”.
La profilassi farmacologica,
utilizzata da oltre 50 anni (antagonisti della vitamina K), presenta in realtà
alcune difficoltà di gestione, come la necessità di frequenti controlli ematici
per l’aggiustamento del dosaggio presso i centri TAO (Terapia Anticoagulante
Orale), interazioni con alimenti ed altri farmaci, data l’alta variabilità di
risposta inter-individuale.
Un’alternativa efficace e
sicura per la prevenzione dell’ictus è arrivata da qualche anno grazie ai Nuovi
Anticoagulanti Orali più maneggevoli e sicuri, in grado di venire incontro
alle esigenze di medici e pazienti. Questa nuova categoria farmacologica non
richiede controlli ematici costanti, ha scarsissime probabilità di interazioni
con alimenti e altri farmaci, è somministrati a dosaggio fisso e presenta un
ridotto rischio di emorragie cerebrali rispetto alla terapia tradizionale.
“Nonostante la terapia
anticoagulante, anche grazie all’arrivo dei nuovi farmaci, sia efficace e
sicura, nella pratica clinica si assiste a un sottotrattamento dei pazienti
– aggiunge la Dottoressa Nucera - Anche in Emilia Romagna, emerge un dato
allarmante rispetto agli ictus causati da FA: in un recentissimo studio
svoltosi a Bologna è, infatti, emerso che oltre la metà dei pazienti colpiti
da ictus non riceveva alcuna terapia di prevenzione, pur avendo una
Fibrillazione Atriale diagnosticata”.
“Per ridurre l’incidenza dell’ictus da
Fibrillazione Atriale, anche in Emilia Romagna - aggiunge Urbinati - ci stiamo
muovendo in due direzioni principali: promuovere tra farmacisti e cittadini
con più di 60 anni un controllo frequente del polso e, in presenza di
pulsazioni veloci ed irregolari cioè delle due condizioni che fanno porre il
sospetto di Fibrillazione Atriale, l’esecuzione urgente di un elettrocardiogramma.
In secondo luogo, sensibilizzare tutti i medici sulla necessità che, a tutte le
persone con Fibrillazione Atriale e aumentato rischio embolico, venga
prescritta una terapia anticoagulante orale”.
“Da quando sono disponibili i nuovi
anticoagulanti orali, che non necessitano di un monitoraggio laboratoristico
con significativo vantaggio gestionale sia per il paziente che per il Sistema
Sanitario, infatti, è caduta un'altra barriera verso l'obiettivo di
ottimizzare la percentuale di pazienti con fibrillazione atriale che siano correttamente
scoagulati" – conclude Urbinati.
Indicazioni, queste che vengono
ribadite anche dal Presidente di A.L.I.Ce Emilia Romagna: “Il primo messaggio
da trasmettere, sia alla popolazione, che ai medici curanti è l’importanza di
una diagnosi tempestiva della Fibrillazione Atriale – afferma Antonia
Nucera - Le forme parossistiche, ad esempio, sono abbastanza difficili
da scoprire e servirebbe un monitoraggio continuo. Ma ci sono anche semplici
gesti che ognuno di noi può fare in autonomia, come tastarsi il polso, per
verificare la presenza di alterazioni del ritmo cardiaco – aggiunge Nucera – Ai
Medici di Medicina Generale, poi, vorrei dire di aumentare i monitoraggi,
perché i dati ci dimostrano che la Fibrillazione Atriale è molto più frequente
di quanto si pensi e grazie alle terapie oggi a disposizione, più
maneggevoli e con un buon profilo di sicurezza, è possibile aumentare la
percentuale di profilassi nei confronti dell’Ictus. Da ultimo, rivolgendomi
alle Istituzioni regionali, vorrei dire di prestare maggiore attenzione alle
attuali Linee Guida sulla prevenzione dell’ictus, mettendo i pazienti nelle
condizioni di poter accedere alle terapie più innovative e sicure. Senza
dimenticare che l’impatto sociale dell’ictus è enorme, essendo la prima
causa di disabilità al mondo, quindi il costo economico di un paziente con
ictus è molto più alto della spesa per la prevenzione.”
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