Diabete tipo 2: un matrimonio “combinato” per semplificare la vita di tutti i giorni
Da poco disponibile
in Italia la combinazione in rapporto fisso fra insulina degludec e liraglutide
in un’unica penna. Prima e unica insulina basale potenziata con un agonista
recettoriale del GLP-1, in mono somministrazione giornaliera. Migliora il
controllo del diabete, riduce le ipoglicemie e il peso corporeo rispetto
all’insulina glargine
Milano, 14 febbraio 2018 –
Più della metà delle persone con diabete tipo 2 in cura con insulina non ha un
buon controllo della malattia. “Ciò accade perché il diabete, per sua natura, è
una malattia progressiva e impone che nel tempo la terapia venga opportunamente
intensificata associando ai farmaci orali dosi adeguate di insulina, quando
necessario per mantenere un buon compenso metabolico, fondamentale per
prevenire o rallentare le complicanze a lungo termine, come quelle micro e
macrovascolari”, chiarisce Simona
Frontoni, Professoressa di Endocrinologia, Ospedale
Fatebenefratelli Isola Tiberina, Università di Roma Tor Vergata. “Nella pratica
però si assiste spesso ad una ‘inerzia terapeutica’, cioè la ritardata o
mancata attuazione di una corretta intensificazione della terapia, con
conseguente mancato raggiungimento di un buon controllo del diabete”.
Gli ostacoli
all’intensificazione della terapia sono molteplici e sono da ricondurre sia a
fattori legati al paziente sia a scelte del medico. Lo dimostrano i risultati
della ricerca POC (Perceptions of Control), condotto in Italia su un campione di
100 medici e 250 persone con diabete in trattamento con insulina basale. Lo
studio è stato illustrato oggi nel corso della presentazione del nuovo farmaco
IDegLira (Xultophy®, Novo Nordisk), la prima e unica combinazione in rapporto
fisso di insulina degludec e liraglutide, analogo del recettore del GLP-1, in
un’unica penna che consente di intensificare la terapia con una sola iniezione
sottocutanea al giorno. “Secondo la ricerca POC, le barriere alla
intensificazione terapeutica più spesso percepite dal medico comprendono le
difficoltà del paziente ad affrontare una terapia più complessa a causa di
problemi cognitivi legati anche all’età avanzata (64%), la preoccupazione per
le ipoglicemie (45%), soprattutto se il paziente ha un lavoro dove una manifestazione
di ipoglicemia può essere pericolosa, e la riluttanza dei pazienti a
intensificare il trattamento (35%)”, spiega Antonio Nicolucci, Direttore Coresearch
- Center for outcomes research and clinical epidemiology. “D’altro
canto una terapia più complicata (44%), il non voler aggiungere ulteriori
iniezioni a quelle che già fanno (44%), la preoccupazione per l’insorgenza di
episodi di ipoglicemia (19%) e dell’aumento di peso (11%) sono le ragioni che
portano il paziente a rifiutare l’intensificazione della terapia”, aggiunge.
“Secondo le raccomandazioni
delle società scientifiche americane ed europee ADA (American Diabetes
Association)/EASD (European Foundation for the Study of Diabetes), quando
l’aggiunta di insulina basale ai medicinali orali per il diabete fallisce
bisogna procedere con una terapia iniettiva combinata con più farmaci. Tra le
possibili strategie di intensificazione, vi è l’aggiunta di una iniezione di
insulina ad azione rapida prima del pasto più abbondante o di agonisti
recettoriali del GLP-1”, spiega Agostino
Consoli, Professore di Endocrinologia presso Università degli
Studi "G. D'Annunzio" Chieti - Pescara. “In entrambi i casi ciò
implica per il paziente l’introduzione in terapia di un’ulteriore iniezione e
quindi una gestione più complicata della cura. Con la nuova formulazione
IDegLira questo non è più necessario”.
Grazie alla recente
disponibilità in Italia di IDegLira, una insulina basale potenziata con un
agonista recettoriale del GLP-1, in combinazione fissa in un’unica penna, è possibile
intensificare la terapia praticando una sola iniezione al giorno, a qualsiasi
ora, indipendentemente dai pasti. IDegLira, rimborsabile in classe A dal
Servizio Sanitario Nazionale, è indicato per gli adulti con diabete tipo 2 “per
migliorare il controllo glicemico in associazione con medicinali
ipoglicemizzanti orali quando questi in monoterapia o in associazione con
agonisti del recettore del GLP-1 o con insulina basale non permettono un
controllo glicemico adeguato”.
“Rispetto all’insulina
basale, IDegLira si è dimostrata efficace nel trattamento del diabete tipo 2
perché capace di agire tanto sulla glicemia a digiuno quanto sulle escursioni
glicemiche successive a tutti i pasti della giornata; è inoltre più sicura dal
momento che comporta un minor rischio di ipoglicemia e un minor aumento del
peso, ed è conveniente perché non aumenta il numero delle iniezioni e dei
farmaci. Questo fattore è importante perché spesso la mancata aderenza alla
terapia è strettamente connessa alla sua complessità”, conclude Consoli.
A conferma dell’efficacia e
della sicurezza di IDegLira vi sono i risultati clinici provenienti dal vasto
programma di sperimentazione clinica DUAL™.
In particolare, lo studio
clinico DUAL™ V di fase 3b ha dimostrato che, rispetto ai pazienti trattati con
insulina glargine, le persone con diabete tipo 2 in cura con IDegLira hanno
ottenuto maggior riduzione dell’emoglobina glicata (HbA1c 1,8%
rispetto a 1,1%; p<0,001), una diminuzione del peso corporeo (calo di 1,4 kg
rispetto a un aumento di 1,8 kg, con una differenza complessiva di 3,2 kg;
p<0,001) e un tasso di ipoglicemie confermate inferiore del 57% (2,2
rispetto a 5,1 eventi per paziente per anno; p<0,001)1,2.
“È l’ipoglicemia -
l’eccessiva riduzione della quantità di zucchero nel sangue -, soprattutto
quella notturna che si manifesta durante il sonno quando uno è più indifeso, a
preoccupare in Italia in media 6 persone con diabete su 10. Per coloro che sono
in terapia insulinica rappresenta una vera e propria sfida, tant’è che il 46,5%
riporta uno o più episodi in un mese”, riprende Nicolucci. “Questa paura può
portare il paziente ad aumentare volontariamente l’assunzione di cibo o
modificare la dose di insulina, con il rischio di compromettere ulteriormente
il controllo glicemico”, prosegue Frontoni. “Le persone con diabete tipo 2
presentano spesso una problematica di sovrappeso e molte addirittura di obesità
e con il trattamento insulinico potrebbe verificarsi un ulteriore incremento
legato alla terapia, problema che con IdegLira non si verifica”, conclude
l’esperta.
1. Buse J, Pérez Manghi F, García Hernandez P, et al. Insulin degludec/liraglutide (IDegLira) is superior to insulin glargine (IG) in A1c reduction, risk of hypoglycemic and weight change: DUALTM V study. Oral presentation (#166-OR) at the 75th Scientific Sessions of the American Diabetes Association (ADA), 7 June 2015.
2. Buse JB, Perez Manghu FC, Garcia-Hernandez PA, et al. Insulin degludec/liraglutide (IDegLira) is superior to insulin glargine (IGlar) in HbA1c reduction, risk of hypoglycaemia and weight change: DUALTM V Study. Presentation (#836) at the 51st European Association for the Study of Diabetes (EASD), 16 September 2015.
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