Comunicato Stampa
Inizia il viaggio di B-Side,
lo spettacolo teatrale che porta in scena l’emofilia
Sulle
note di grandi pezzi nati come B-Side e poi divenuti celebri di Doors, Queen,
Pearl Jam e altri grandi artisti una pièce teatrale per raccontare agli
adolescenti e non solo com’è la vita con una patologia molto rara come
l’emofilia B, ma anche come si debba andare oltre il primo ‘lato’ delle
persone. Un inno all’accoglienza della diversità in tutte le sue forme anche
quando la diversità è una malattia molto rara o la passione per dischi
introvabili, perché in fondo ‘siamo tutti diversi’.
Milano,
13 novembre 2018 – Emilio e Ennio
sono fratelli. Gemelli eterozigoti. Hanno 18 anni… Stanno per fare la maturità.
Sono nella loro camera che dividono da quando sono piccoli. Ennio sta
armeggiando con la sua collezione di dischi in vinile. È appassionato del pop
rock, di mostri sacri come Freddy Mercury o Eddie Vedder, ormai quasi estinti
nelle cuffie dei suoi coetanei. In più colleziona e ascolta prevalentemente i
B-Side dei loro dischi, spesso cantando a squarciagola. A scuola lo considerano
uno strano… Anche Emilio, suo fratello, è un adolescente di quelli rari. Ha
l’emofilia, che già di per sé è una malattia rara e ben poco conosciuta; ma
Emilio ha la forma più rara di emofilia, la B. Si stanno preparando per andare
al 18esimo più importante dell’anno, una di quelle feste che mette il confine
tra chi è ‘popolare’ e chi non lo è.
Questo
è solo un assaggio di B-Side, lo spettacolo teatrale presentato oggi al
Teatro Franco Parenti di Milano che vuole raccontare come si vive con
l’emofilia a ragazzi nel cuore dell’adolescenza. Uno spettacolo nuovo, dal
sapore fresco come lo è l’adolescenza, e allo stesso tempo provocatorio, che
con il linguaggio dei teens vuole parlare a un pubblico allargato per
sensibilizzare sul valore della diversità, qualunque essa sia.
Prodotto
da Banda Sciapó, un'Associazione Culturale di Milano, con il patrocinio di
Fondazione Paracelso e il supporto non condizionato di Sobi, B-Side debutterà
ufficialmente il 14 dicembre a Firenze proprio di fronte alle classi delle
scuole medie superiori.
Sarà
portato in scena quindi il tema della diversità, della sua accettazione e del
valore che può donare. Come nei vecchi 45 giri l’altra faccia del disco, il
B-Side appunto, poteva nascondere incredibili e sorprendenti scoperte, così
anche chi si ferma all’apparenza di persone etichettate come ‘diverse’, come
Ennio che ascolta a 18 anni musica rock o Emilio malato raro di emofilia del
tipo B ancora più rara, potrebbe perdersi il mondo che nascondono e la loro
reale ricchezza. Se tutti gli ascoltatori alla fine degli anni 70 si fossero
fermati al ‘singolo’ del lato A di Gloria Gaynor oggi forse non sapremmo niente
di lei e neppure balleremmo ancora I will survive. Stesso discorso per Roadhouse
Blues dei Doors con cui si apre lo spettacolo.
“Ancora
oggi, chi ha l’emofilia e fa ‘outing’ sente di essere considerato ‘diverso’;
percepisce in alcune persone che lo circondano una sorta di allontanamento
dovuto a pregiudizio o ignoranza” ha
affermato Andrea Buzzi, Presidente di Fondazione Paracelso. “In una
fase delicata della crescita come l’adolescenza, questa emarginazione sociale
può portare a serie ripercussioni di tipo emotivo e psicologico. B-Side è nato
proprio dalla volontà di far conoscere la patologia a un pubblico giovane
eliminando pregiudizi e portandolo a riflettere su valori quali la diversità,
l’accettazione e l’inclusione sociale attraverso un linguaggio e uno stile tipici
di quell’età”.
Lo
spettacolo racconta proprio due tipi di diversità, anzi di rarità: da una parte
Ennio con la passione per una musica lontana nel tempo come quella che ha
dominato gli anni ’70 mentre i suoi coetanei ascoltano artisti emergenti come
Ghali o Calcutta; dall’altra Emilio con l’emofilia B cinque volte più rara di
quella A, già rara di per sé.
“Oggi
lo stigma per chi è affetto da una patologia rara come l’emofilia e ancora più
rara come l’emofilia B – che riguarda un nato maschio ogni 50mila circa - non
ha alcun senso di esistere” afferma Maria Elisa Mancuso, ematologa del
Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi, Fondazione Irccs Ca' Granda,
Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. “Grazie agli importanti progressi
nella ricerca che ha messo a disposizione ad esempio terapie a emivita
prolungata noi specialisti riusciamo a proteggere sempre di più le persone che
convivono con l’emofilia e la loro qualità di vita è decisamente migliorata.
Poi per i bambini che diventano adulti il problema è dover convivere con una
quotidianità fatta di punture e complicità da parte di amici e parenti.
Progetti come B-Side hanno la valenza di affrontare il tema della qualità di
vita che passa per la normalizzazione della malattia in tutte le situazioni, dall’ambiente
familiare a quello scolastico e lavorativo”.
La
scelta di creare uno spettacolo teatrale che possa raccontare questi temi a
ragazzi adolescenti, è legata alla capacità che ha il teatro - più di altri
canali di comunicazione - di far vivere l’esperienza che racconta, di immergere
nella trama lo spettatore. La produzione è stata affidata a Banda Sciapó per la
sua competenza sulle tematiche affrontate e l’esperienza in spettacoli con
medesime finalità educative e di sensibilizzazione.
“B-Side
non è però solo un racconto che parla di emofilia. È il punto di partenza per
affrontare temi chiave per l’adolescenza, di come sia difficile attraversarla
soprattutto per chi esce dai canoni di ‘normalità’. Dietro ogni diversità c’è
ricchezza, in alcuni casi di un valore inestimabile proprio come in alcuni
B-Side di successo; basta saper ascoltare un disco per intero e non fermarsi al
primo lato” spiega Daniela Quarta
di Banda Sciapó e regista dello spettacolo. “Il teatro è uno strumento
potente che crediamo possa far arrivare il messaggio più forte nello stomaco
dei ragazzi di quanto possano fare i social media”.
“Se
oggi possiamo affermare che la ricerca scientifica sta consentendo di rendere
sempre più ‘normali’ le vite delle persone con patologie ad alto impatto sulla
quotidianità, non possiamo certo ritenerci soddisfatti del livello di
conoscenza e sensibilità sociale nei confronti di chi è diverso. Per questo
motivo come azienda vogliamo supportare progetti come B-Side, per parlare a
tutti e soprattutto a un pubblico difficile da raggiungere come gli
adolescenti. Sobi da anni è impegnata a portare nuove soluzioni per rispondere
alle esigenze di chi vive con una malattia rara. Ma questo non basta: vogliamo
prenderci cura della persona in tutti i suoi aspetti, e sicuramente non ultimo
l’aspetto psico-sociale” spiega Maria
Tommasi, Medical Director di Sobi Italia. “Siamo quindi molto orgogliosi
di poter dare il via a un vero e proprio tour teatrale che toccherà diverse
città italiane, a partire dal debutto fiorentino, con il coinvolgimento di
centinaia di ragazzi delle scuole superiori, e non solo, perché vogliamo
sensibilizzare i più giovani ad accogliere chi è diverso e farlo sentire una
persona ‘normale’”.
Il
debutto ufficiale dello spettacolo è quindi previsto a Firenze il 14 dicembre
presso lo Spazio Alfieri. Nei prossimi mesi B-Side proseguirà il suo tour
toccando numerose Regioni italiane e si arricchirà della collaborazione con le
associazioni pazienti locali con le quali verranno coinvolti i media, le
scuole, le istituzioni e la comunità emofilica locali.
Per
la tappa fiorentina B-Side sarà sostenuto da ATE Onlus, l’Associazione Toscana
Emofilici. Lo spettacolo teatrale B-Side sarà seguito e raccontato anche in
rete grazie a un sito dedicato www.emofiliabside.it e i canali Facebook e
Instagram in cui saranno raccolti spunti e riflessioni che emergeranno nel
corso delle rappresentazioni.
Commenti
Posta un commento