Italia guida il primo studio europeo per contrastare l’invecchiamento
80 ricercatori da 11
nazioni, 1.500 pazienti coinvolti e un finanziamento pubblico-privato
di
49 milioni: il progetto SPRINTT coordinato dal prof. Bernabei dell’Università Cattolica di Roma e dalla Dott.ssa Del Signore, Sanofi R&D
49 milioni: il progetto SPRINTT coordinato dal prof. Bernabei dell’Università Cattolica di Roma e dalla Dott.ssa Del Signore, Sanofi R&D
Roma, 06 ottobre 2014
– Curare le patologie
della terza età non basta: la vera sfida è contrastare
l’invecchiamento “in sé”. Quel che a lungo è rimasto un’utopia
diviene l’oggetto del primo studio clinico europeo che non
punta, semplicemente, a testare soluzioni terapeutiche per le malattie tipiche
degli anziani, ma si prefigge, direttamente, l’obiettivo di contrastare la
fragilità fisica, che dell’invecchiamento è il primo campanello di
allarme. Si apre così la strada a concrete strategie anti-invecchiamento
che ne affrontino e combattano le conseguenze peggiori: la non autosufficienza e
la disabilità. Il progetto SPRINTT (Sarcopenia and Physical fRailty IN
older people: multi-componenT Treatment strategies) è stato
disegnato da un gruppo
di ricercatori europei a guida italiana, e si è aggiudicato un finanziamento di
49 milioni di euro, cifra inedita per la ricerca nel settore.
Questi fondi sono
stanziati dall’IMI (Innovative Medicines
Initiative), la partnership pubblico-privato promossa dalla
Direzione Generale ‘Ricerca’ della Commissione Europea in collaborazione con la
Federazione europea delle associazioni e delle industrie farmaceutiche
(Efpia).
“L’identificazione di
un trattamento per la fragilità fisica e per la sua base biologica, sarcopenia o
perdita di massa muscolare, è imprescindibile per ritardare o prevenire il suo
effetto più temibile: la disabilità motoria. Quando vedete una persona rallentare
nel suo incedere, avere necessità di accompagnarsi a qualcuno per camminare,
appoggiarsi ogni tanto a un mancorrente… ecco la fotografia della vecchiaia. La
capacità di camminare alla consueta velocità e senza assistenza, fondamentale
per una vita indipendente, è spesso la prima abilità che si perde con la
senescenza. Attraverso il progetto SPRINTT, per la
prima volta e con un finanziamento così cospicuo, l’Europa scommette sulle
concrete possibilità della scienza di contrastare la conseguenza principale e
più impattante dell’invecchiamento, e di garantire agli anziani più autonomia e
una qualità di vita superiore”, con queste parole il
professor Roberto
Bernabei, direttore del dipartimento di Geriatria, Neuroscienze
e Ortopedia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nonché responsabile della
Managing Entity di SPRINTT, ha presentato oggi il progetto in conferenza stampa.
“Il progetto SPRINTT – ha proseguito Bernabei – rappresenta un cambio di
paradigma: non cerchiamo di trattare le patologie di anziani già
malati; ma puntiamo a prendere in carico, in senso forte, persone fragili, che
si avviano alla terza età. Testiamo quindi con loro un approccio
multicomponente, che garantisca il mantenimento di un vigore fisico sufficiente
a rimanere autonomi e indipendenti. C’è poi l’orgoglio per un grande
successo della ricerca italiana: il progetto SPRINTT coinvolge
oltre 80 ricercatori di 11 Paesi europei, ed è guidato dal gruppo italiano
dell’Università Cattolica, da me diretto in collaborazione con Susanna Del
Signore di Sanofi Aventis, che insieme a GSK, Novartis, Eli-Lilly e Servier
costituisce il pilastro privato di questa impresa”.
L’elemento centrale di
SPRINTT è un trial clinico randomizzato controllato di Fase III, identico agli
studi condotti, ad esempio, su nuovi farmaci – basato su un intervento multicomponente: esercizio
fisico, adeguata nutrizione, ausili tecnologici. 1.500
ultrasettantenni di tutta Europa, definibili “fragili” mediante appositi test,
saranno divisi in due gruppi. Il primo gruppo, di 750 soggetti, sarà trattato
con 45 minuti di esercizio fisico specifico tre volte a settimana, con una
valutazione mensile dello stato nutrizionale e con il monitoraggio continuo,
garantito da uno speciale orologio da polso, che registra l’attività fisica
giornaliera e le eventuali cadute. Il secondo gruppo di 750 ultrasettantenni
rappresenterà il cosiddetto “gruppo di controllo”, al quale saranno impartiti
consigli ripetuti sul corretto stile di vita, e saranno semplicemente suggeriti
alcuni esercizi per la mobilità degli arti superiori. Nell’arco di due anni, i
ricercatori misureranno con precisione l’evoluzione delle condizioni fisiche dei
due gruppi di over-70, valutandone le capacità di camminare e di spostarsi
autonomamente, di non cadere, di non ammalarsi frequentemente e di non essere
ricoverati presso strutture sanitarie o assistenziali in genere. Le metodologie
utilizzate e i risultati clinici saranno presentati all’Agenzia Europea dei
Medicinali (EMA) al fine di ottenere un parere
regolatorio.
“Il progetto SPRINTT –
ha dichiarato Michel
Goldman, Direttore Esecutivo dell’IMI – sottolinea l’importanza
della cooperazione tra le aziende farmaceutiche, le Università, gli istituti di
ricerca e le piccole e medie imprese. Solo lavorando insieme le diverse figure
impegnate nel settore dell’assistenza sanitaria possono porre le basi per
affrontare la sarcopenia e la fragilità fisica, bisogni per i quali non esistono
terapie efficaci, e che rappresentano sfide importanti per le nostre società che
invecchiano progressivamente”.
“La fragilità fisica
legata alla sarcopenia è una condizione geriatrica per eccellenza, cioè
specificamente legata all’invecchiamento – ha affermato Susanna Del Signore,
Ass. Vice-President Global Regulatory Affairs di Sanofi R&D –. Grazie a un
consorzio pubblico-privato come SPRINTT è possibile realizzare in Europa uno
studio clinico a lungo termine per le persone anziane che ne soffrono. Ci
aspettiamo inoltre una discussione costruttiva con gli enti regolatori, durante
e alla fine di questo programma, che apra la strada a trattamenti farmacologici
innovativi”.
Per
informazioni:
Nicola
Cerbino
Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione – Università Cattolica Sede di Roma - Policlinico universitario A. Gemelli
tel. 0630154442-42 95 – mob. 335-7125703
nicola.cerbino@unicatt.it– ufficiostampa@rm.unicatt.it
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tel. 0630154442-42 95 – mob. 335-7125703
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