Effetti positivi di Dabigatran presentati al Congresso ESC 2014
Nuovi dati,
presentati nel corso della sessione Hot Line del Congresso ESC 2014, mostrano
gli effetti positivi di dabigatran sulla funzionalità renale rispetto a
warfarin
- Una sottoanalisi dello studio RE-LY® mostra che il trattamento con dabigatran, rispetto al warfarin, influisce in modo positivo nel tempo sulla funzionalità renale1, rallentandone il fisiologico deterioramento;
- I dati forniscono un ulteriore supporto all’utilizzo nel lungo termine di dabigatran nella prevenzione dell'ictus in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare (FANV)1
Ingelheim,
Germania, 2 Settembre 2014 – Presentati oggi
a Barcellona, nel corso della sessione Clinical Trial Update Hot Line del
Congresso ESC (European Society of Cardiology) 20141, i risultati di
una nuova sottoanalisi dello studio RE-LY®,
dai
quali emerge un più lento declino della funzionalità renale nei pazienti con
battito cardiaco irregolare (fibrillazione atriale non-valvolare, FANV) in
terapia con dabigatran etexilato rispetto al warfarin.1
Il declino della
funzionalità renale è una condizione naturale, parte del processo di
invecchiamento o conseguente ad ulteriori patologie concomitanti.2
I
dati presentati mostrano che il trattamento a lungo termine con dabigatran
rispetto al warfarin influisce in modo positivo nel
tempo sulla
funzionalità renale1
, rallentandone il
fisiologico deterioramento.
“Questi dati
sostengono l’utilizzo di dabigatran nel lungo termine, come opzione terapeutica
per i pazienti con fibrillazione atriale non valvolare” ha affermato il
professor Michael Böhm, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e
Cardiologia dell’Ospedale universitario di Saarland, Homburg/Saa in Germania. “I
risultati dello studio sono di grande valore soprattutto per i pazienti con FANV
con concomitanti condizioni mediche che incidono negativamente sulla funzione
renale, come il diabete, e per pazienti con scarso controllo della terapia con
antagonisti della vitamina K. Dabigatran può assicurare nel lungo termine un
ulteriore beneficio per questi pazienti.”
I dati presentati
nella sessione Hot Line del congresso ESC derivano da un’analisi esplorativa
post hoc dello studio RE-LY®, condotto su oltre 18.000 pazienti, in cui sono
state confrontate le variazioni della funzionalità renale nei pazienti trattati
con warfarin o dabigatran etexilato (110 mg o 150 mg due volte
giorno).1
I risultati
indicano che la funzionalità renale è peggiorata maggiormente nei pazienti in
terapia con warfarin rispetto a quelli trattati con entrambi i dosaggi di
dabigatran1.
I pazienti
scarsamente controllati con warfarin e che hanno trascorso un intervallo di
tempo maggiore al di sopra del range terapeutico raccomandato (INR 2-3) hanno
registrato una flessione della funzione renale molto più marcata rispetto ai
pazienti che assumevano dabigatran1.
I
pazienti con diabete, di solito a maggior rischio di problemi renali, hanno
presentato una particolare sensibilità agli effetti del warfarin e livelli di
declino della funzionalità renale più alti rispetto ai pazienti
non-diabetici1con
FANV.
Lo
stesso si è verificato nei pazienti precedentemente trattati con
warfarin1:
anche
in costoro, il trattamento con dabigatran è risultato favorevole rispetto al
warfarin.
1
Sebbene l'esatto
meccanismo alla base di questa differenza debba ancora essere identificato,
sussiste un ben definito background fisiopatologico. E’ noto che la vitamina K
protegga dalla cosiddetta calcificazione vascolare, ovvero l’accumulo di
depositi di calcio nei vasi sanguigni.3
L’anticoagulazione orale con antagonisti
della vitamina K, come il warfarin, che ne blocca le funzioni, è associata ad un
aumento del livello di calcificazione e danno vascolare.
3 Dabigatran è un
inibitore orale diretto della trombina che non interferisce con la vitamina K,
agendo in modo diverso per ridurre la coagulazione del sangue al fine di
proteggere il paziente con fibrillazione atriale non valvolare dal rischio
d’ictus.4,5,6
Inoltre,
Boehringer Ingelheim annuncia l’avvio della fase III del GLORIA™-AF in Nord
America e in Europa. GLORIA™-AF è uno studio osservazionale, internazionale,
multicentrico volto a valutare le caratteristiche dei pazienti con nuova
diagnosi di fibrillazione atriale a rischio di ictus, e a fornire un’immagine
del mondo reale sull’uso nel lungo periodo delle terapie antitrombotiche orali
per la prevenzione dell’ictus.
Questo
studio utilizzerà i dati di outcome emersi dalla pratica clinica per fornire
informazioni preziose sulla sicurezza e l’efficacia dei trattamenti
antitrombotici. In Italia GLORIA-AF ha interessato 80 centri, arruolando ad oggi
più di 450 pazienti.
Gli
ultimi dati della Fase II di GLORIA™-AF sono stati presentati in una sessione di
Hot Line nel corso del Congresso ESC 2014. I risultati dei primi 10.000 pazienti
della fase II hanno mostrato che, nonostante la disponibilità dei nuovi
anticoagulanti orali come alternativa al warfarin, ci sono ancora troppi
pazienti con diagnosi di fibrillazione atriale non-valvolare (FANV) a rischio di
ictus non trattati o che non ricevono un trattamento appropriato per proteggerli
dal rischio di ictus. Sebbene i dati siano incoraggianti e mostrino che in
alcune regioni (Europa e Nord America) la diffusione dei nuovi anticoagulanti
orali e la preferenza rispetto agli antagonisti della vitamina K, come il
warfarin, siano in crescita, permangono elevate percentuali di pazienti trattate
in modo non appropriato, solo con acido acetilsalicilico (ASA), o addirittura
che non ricevono alcun trattamento.
Dabigatran
Etexilato
I risultati dello
studio registrativo RE-LY sono stati presentati per la prima volta cinque anni
fa durante il congresso ESC 2009 di Barcellona. Da allora, i risultati dello
studio RE-LY sono stati riconfermanti da numerose sotto analisi, supportati da
Autorità Regolatorie di tutto il mondo e sono stati riconfermati recentemente al
di fuori di uno studio clinico con una valutazione indipendente da parte
dell’FDA su 134.000 pazienti con FA assicurati con
MEDICARE.
Il positivo profilo di efficacia e sicurezza di dabigatran è
stato riconosciuto sia negli studi clinici sia nella pratica clinica.
Il trattamento è disponibile da più di 6 anni ed è approvato in
più di 100 Paesi, dove sta portando sostanziali benefici nella prevenzione
dell’ictus nei pazienti con FANV.
L’esperienza clinica con dabigatran è superiore a quella di
tutti gli altri nuovi anticoagulanti orali con 2,4 milioni di pazienti/anno in
tutte le indicazioni per cui il farmaco è stato approvato.
Le
indicazioni per cui dabigatran è attualmente approvato
sono5,10:
- Prevenzione dell’ictus e delle embolie sistemiche in pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare (FANV) e un fattore di rischio per l’ictus.
- Prevenzione primaria di tromboembolismo venoso (TEV) in pazienti che si sottopongono a chirurgia elettiva di sostituzione totale dell’anca o del ginocchio.
- Trattamento di trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP) e prevenzione delle recidive di TVP ed EP negli adulti.
Dabigatran
etexilato è l’anticoagulante orale di nuova generazione con potenti effetti
antitrombotici grazie all’inibizione diretta della trombina, bloccandone
l’attività in maniera mirata (sia della trombina libera sia legata al coagulo).
Diversamente dagli antagonisti della vitamina K, che agiscono in maniera
variabile tramite diversi fattori di coagulazione, dabigatran etexilato esplica
un’azione anticoagulante efficace, prevedibile e costante, con un basso
potenziale di interazione con altri farmaci e nessuna interazione con il cibo e
senza la necessità di controlli di routine della coagulazione o adeguamenti di
dosaggio.
Il trattamento con dabigatran in
pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml /
min) è controindicato5,10. Gli operatori sanitari sono tenuti a
valutare la funzionalità renale dei pazienti in situazioni diverse (ad esempio,
prima di iniziare il trattamento o nel caso di sospetta diminuzione della
funzione renale [ad esempio ipovolemia, disidratazione e in caso di
somministrazione concomitante di alcuni farmaci]) 5,10. Nei pazienti
di età superiore a 75 anni o con insufficienza renale, in caso di
trattamento10 la funzionalità renale deve essere valutata almeno una
volta all'anno. Tale precauzione è necessaria allo scopo di identificare una
possibile controindicazione al trattamento, come dettagliato nel Riassunto delle
Caratteristiche del Prodotto (RCP). 5,10 Per valutare la funzionalità
renale deve essere utilizzata solo la formula specificata nel RCP
5,10: la valutazione della funzionalità renale, infatti, si basa su
formule che tiene conto del sesso, dell’età e del peso del
paziente5,10.
Boehringer Ingelheim
Il Gruppo Boehringer Ingelheim è
una delle prime 20 aziende farmaceutiche del mondo. Il Gruppo ha sede a
Ingelheim, Germania, e opera a livello globale con 142 affiliate e più di 47.400
collaboratori. Sin dalla sua fondazione nel 1885, l’azienda a proprietà
familiare, si dedica a ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di
prodotti innovativi dall’elevato valore terapeutico nel campo della medicina
umana e della veterinaria.
Operare in maniera socialmente
responsabile è un punto centrale della cultura e dell’impegno di Boehringer
Ingelheim che include l’impegno a livello mondiale in progetti sociali, come
l’iniziativa “Making More Health” e l’attenzione ai propri collaboratori.
Rispetto, pari opportunità ed equilibrio lavoro/vita privata costituiscono le
fondamenta della reciproca collaborazione. Tutela e sostenibilità ambientale
sono parte integrante di ogni iniziativa che Boehringer Ingelheim intraprende.
Nel 2013, Boehringer Ingelheim ha
registrato un fatturato netto di circa 14,1 miliardi di euro. Gli investimenti
in Ricerca e Sviluppo corrispondono a circa il 19,5% del fatturato
netto.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.boehringer-ingelheim.com
Contatti:
Marina Guffanti
Comunicazione
Boehringer Ingelheim Italia
SpA
Phone: +
39 – 02 5355453
Cell.
+39 348 3995284
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